Provincia in agonia? Sinistra Ecologia Libertà Sondrio e anche noi, come sempre, d'accordo nel totale disaccordo con il Ministro

Nella foto: Palazzo Muzio: Vendesi?, affittasi?, Resta a tutela di noi tutti?

SEL:
Il ministro Del Rio è venuto a Sondrio lunedì scorso per  darci delle bruttissime,ferali notizie sulle sorti della nostra provincia.
Infatti,sebbene nella prima parte del suo incontro con il territorio,tenutasi a porte chiuse,abbia trovato un fronte assolutamente compatto di tutte le forze  amministrative,economiche sindacali,sociali,unite nel rivendicare la irrinunciabilità della elezione diretta del presidente della provincia e del consiglio provinciale, il ministro ha confermato, ribadendolo anche nella successiva illustrazione al pubblico,che la scelta del secondo livello deve intendersi definitiva e non modificabile.
Al riguardo però il ministro non può pretendere di rassicurarci spiegandoci che tale scelta non ci deve preoccupare perché anche il Presidente della Repubblica,che esemplarmente funziona, “è di secondo livello”, in quanto nominato dal Parlamento.
Non ci piove, essendo la nostra una repubblica parlamentare e non presidenziale, ma il suo parallelo-paragone sembra del tutto inaccettabile : il Presidente della Repubblica rappresenta, garantisce, presiede ,ma non amministra né gestisce, come spetta  al presidente della provincia nell’attuale quadro normativo, che sarà completamente modificato ove giungesse in porto,nel testo che si conosce, il  progetto di legge Del Rio che prevede la eliminazione della elettività del presidente che verrà, in seconda battuta, nominato dai sindaci.
Anche questa “gestione” della provincia da parte di rappresentanti dei comuni (sindaci?) desta non poche preoccupazioni: infatti la sommatoria degli interessi dei comuni, talora contrastanti, non porta necessariamente all’”interesse generale” dei cittadini della provincia; la sintesi è cosa diversa dalla semplice somma algebrica.
Nonostante il soddisfatto rilievo che gli attribuisce la stampa, appare scarsamente consolatorio, anche perché non se ne comprende né intuisce la reale portata,l’impegno a riconoscere alla nostra provincia la caratteristica di interamente montana.
Detta così, senza alcuna indicazione di che cosa possa comportare in senso positivo,si tratta di una forse gradevole ma assai poco utile etichetta, peraltro già assegnataci dalla geografia.
Il ministro dice di voler” portare a casa” entro fine d’anno il suo progetto(sul quale, si fa notare, dissentono UPL ed UPI) che entrerebbe così in vigore con l’anno nuovo.
Minimizzando sorprendentemente, poco o nulla ci si dice circa i modi ed i tempi necessari per l’individuazione e quindi l’assegnazione da parte della regione delle nuove deleghe alla modificata provincia (– attualmente sono alcune centinaia -).
C’è chi parla di due/tre anni per mandare a regime il nuovo sistema e lo si può credere conoscendo gli italici tempi. E nel frattempo?
Qui da noi presidente e consiglio provinciale dovrebbero essere rinnovati la prossima primavera. Avremo invece un commissario a gestire il nulla con tutte le deleghe e funzioni operative rimesse alla Regione?
Mala tempora,e non brevi,ci aspettano.
Vorremmo conservare un barlume di speranza,che nei passaggi parlamentari si possa porre in qualche misura rimedio a questo autentico furto di  democrazia che impoverisce ed indebolisce i territori senza indurre ad alcun risparmio economico apprezzabile,come tutti sanno ed hanno ben compreso.
Pur convintamene dissentendo dall’assessore Snider  per i suoi “ineleganti” giudizi sul Ministro, che richiederebbero quantomeno delle scuse, non possiamo esimerci   dal denunciare come un vero e proprio arretramento democratico la nuova legge che l’attuale governo intende a breve propinarci. A quanto sembra, almeno allo stato attuale. (SEL)

Noi

Nel condividere le valutazioni di SEL sulla posizione esposta dal Ministro, - come del resto abbiamo fatto scrivendone appena finito l'incontro a Palazzo Muzio – vogliamo aggiungere due considerazioni e uno stelloncino.
- La prima riguarda il riconoscimento della specificità di Sondrio e Belluno, indiscutibilmente dimostrabile, che va però collegato anche all'inciso che lo ha accompagnato. Il Ministro ha, quasi sussurrando, accennato al fatto che tutte le Province rivendicano una qualche loro specificità. Voluto o non voluto era un mettere le mani avanti, ripetendo quanto già successo allora in commissione quando il Ministro Patroni Griffi che si era dichiarato a favore dello status particolare per Sondrio e Belluno poi si era arreso, facilmente dobbiamo dire, allargando le braccia. C'era poi voluta una robustissima iniziativa politica per riuscire a rimontare una salita alla Mortirolo. Salita che resta aggravata dal maltempo, non quello metereologico, che imperversa sul nostro problema dato che la posizione di Del Rio non è personale ma di coalizione.
- La seconda riguarda l'incomprensibile noncuranza della classe politica romana rispetto ai problemi del territorio che, essendo in gran parte competenza regionale fa sì che nelle aule parlamentari alberghi su queste tematiche un vero e proprio sonnambulismo istituzionale e politico. Abbiamo l'impressione che ci vorrebbe qualche corso serale di educazione permanente per far capire che ai tre livelli di pianificazione, deve corrispondere una governance autonoma sia pure in regime sovraordinato. La Regione – a sua volta con le consorelle e con lo Stato al vertice del processo – fissa le linee su scala regionale. Sulla base di queste si muove la Provincia, o comunque l'Ente di area vasta fissando a sua volta i paletti per l'ultimo grado di pianificazione, quello comunale. Fin qui sfidiamo chiunque a non convenire. Se così stanno le cose l'autonomia dei livelli, che sono livelli di Governo, è fondamentale. Come si può pensare che un Sindaco faccia il suo Piano di Governo del Territorio e poi lo sottoponga, per le valutazioni di contesto (approvazione, approvazione condizionata, reiezione) a se stesso e colleghi nella funzione di compartecipi della guida dell'Ente di area vasta? Ha replicato bene al Ministro il Presidente della Comunità Montana di Morbegno Vaninetti quando ha ricordato le difficoltà che si incontrano a mettere d'accordo 25 Comuni, come nel morbegnese, figurarsi con 78 quali sono quelli della nostra provincia. Al suo dire aggiungiamo l'incoscienza romana nel prevedere questo schema manco pensando, per stare in Lombardia, che l'area vasta di Bergamo ha da vedersela con 244 Comuni, Brescia 206, Pavia 190, Como 160. Un'occhiata al Piemonte dove Torino ne ha 316, Cuneo 250, Alessandria 190. Loro pensano – e ne abbiamo avuto dimostrazioni -, all'ambiente circostante rispetto a loro dove la punta è rappresentata da Frosinone (91) con Rieti 73, Viterbo 60, Latina 33, nulla in confronto ai dati di Lombardia e Piemonte, quand'anche vi siano in queste regioni accorpamenti di qualche Comune.

C'é poi una tendenza che costituisce un rischio democratico, la tendenza tecnocratica. Iniziata nella sanità, dove non pare proprio che vi sia stato un salto di qualità passando dai consigli ai cosiddetti “manager”, prosegue evitando accuratamente le vie che porterebbero alla semplificazione e riduzione di costi senza intaccare lo spessore democratico delle Istituzioni. Un esempio è lo Stato Civile che vede oggi, per fare un esempio, l'Unione della Valmalenco che ha tre 'ufficiali di stato civile', i tre Sindaci con facoltà di delega, spesso al segretario comunale. Perchè bisogna averne tre e non uno? Per la legge vigente. Lo sono anche altre leggi, persino di carattere costituzionale, che si vogliono cambiare. Bastano due righe che dicono che è ufficiale di Stato civile il Presidente dell'Unione. In linea pratica si usa la telematica. Le funzioni del segretario comunale si sono grandemente ridotte con l'autonomia gestionale dei collaboratori, quasi evanescenti là dove esiste la figura del Direttore generale.
Del resto si vedano i numeri, ad esempio, del Comune di Sondrio dall'inizio dell'anno a questi giorni.
Delibere di Consiglio Comunale 54. Un tempo erano fra 300 e 400.
Delibere di Giunta Comunale 195. Un tempo erano anche 2000
Determine 845.
Ques'ultimo dato è illuminante. Un tempo infatti gran parte di queste erano delibere di Giunta così come parte notevole delle odierne delibere di Giunta erano materia di Consiglio. Se poi si va a vedere in dettaglio di queste 195 parte cospicua sono a complessità zero consistendo in concessione patrocini, messa a disposizione di sale e argomenti simili. Senza voler attirare gli strali della categoria, peraltro benemerita costituendo la continuità, forse al cambio normativo dovrebbe accompagnarsi una revisione dello status e anche dell'ambito di operatività distinguendo Sondrio da Spriana ma anche Sondrio da Bergamo o Brescia e non solo nella qualifica bensì nel lavoro quotidiano.
Perchè non si va mai in queste direzioni? E' un po' come la carta di identità elettronica di cui si parla da un quarto di secolo. Per inciso non con una sola carta in tasca che comprenda identità, patente, sanitaria ed altro ancora, oggi tecnologicamente semplicissimo. Resistenza al cambiamento, a cominciare dalla burocrazia ministeriale (non si fa una cosa sola fra identità e patente solo perchè ogni ministero vuole la sua...!).
E così, ecco il punto, via le Province per eliminare Prefetture, Questure, Camere di Commercio, Comandi Vigili del Fuoco, Carabinieri, Provveditorati agli Studi e quant'altro, accorpando, concentrando soprattutto accentrando con la tecnocrazia che si rafforza e il cittadino si indebolisce. Eredità spuria del cosiddetto 'centralismo democratico' rimasto nel DNA di qualcuno?

Ultima considerazione: SEL è intervenuta ufficialmente così come gli uomini politici e i rappresentanti delle Istituzioni. Forse non sarebbe inopportuno che su questo argomento vitale, che non deve essere elitario ma a diffusione popolare vista la posta in gioco, battessero un colpo anche PdL, PD, Lega, Scelta Civica, PSI, M5S, UDC, Fratelli d'Italia, Radicali e quant'altri...
 

Sinistra Ecologia Libertà Sondrio - Alberto Frizziero
Politica