Con la Riforma cosa cambia per la sanità valtellinese
Riceviamo
E’ passata la riforma sanitaria lombarda. Cosa cambia per la sanità valtellinese.
L’Azienda Ospedaliera si trasformerà in ASST – Azienda Socio Sanitaria Territoriale e includerà il territorio della Valtellina -Valchiavenna e Medio Alto Lario, aggiungendo quindi l’ospedale di Menaggio, oltre ai relativi Distretti nella governance della nuova Azienda erogatrice di servizi sanitari.
La ASL, diventa ATS – Azienda Tutela della Salute e vigilerà sui territori del Medio Alto Lario, Valtellina - Valchiavenna e Valcamonica, con funzione di programmazione, contrattualizzazione e controllo.
Ai detrattori locali dico solo di rasserenarsi, pensare ad una sanità in autonomia è folle, mi fa specie che un medico condotto possa pensare che in sanità piccolo sia efficace. Quale credibilità può avere chi sostiene che puntare sui grossi centri di eccellenza della media Lombardia sia sbagliato, ma su ci vuole un po’ di onesta intellettuale.
Tanti proclami per poi non dire nulla, non un accenno agli articoli della legge.
Campanilismo si o no, la Lega pur avendo nel suo Dna un forte radicamento al territorio, sa guardare al bene del proprio cittadino, perché non tutto può essere ad uso e consumo della mera politica. Ci sono temi che vanno presi, discussi e dibattuti con un certa serietà , serenità e delicatezza. Negli ultimi tempi si è letto di tutto e di più, dichiarazioni spot e grandi proclami. In tutti questi mesi la Commissione Sanità della Lega Valtellina-Valchiavenna, presieduta dai rappresentanti provinciali Alessandro Longhini e Frassi Gian Piero, non ha ritenuto di replicare alle accuse mosse. Lo fa ora, dopo più di un anno di lavoro col Presidente della III° commissione Fabio Rizzi passati a valutare le opportunità per il territorio. Partendo da un assunto, negli ultimi quindici anni la medicina ha fatto passi da gigante, innovando in strumentistica ed alta tecnologia. Oggi i livelli di assistenza ed appropriatezza delle cure sono una realtà localizzata su Centri ad alta specializzazione. Per arrivare ad avere questi Centri servono forti investimenti pubblici, un team di medici ed un elevato numero di interventi annui che garantiscano casistica, innovazione e preparazione medica. Tutto questo non si puoi avere sotto casa, a chilometro zero. La soluzione più ovvia è quindi quella di creare un forte legame coi Centri più importanti, predisponendo processi che prevedano l’invio per gli interventi presso itali Centri e la ripresa in carico per la successiva riabilitazione, convalescenza o completamento della cura presso i presidi ospedalieri locali. Il cosi detto modello hub end spoke. Questa partnership nella cura al paziente consentirebbe nel frattempo un efficientamento ed una crescita dei nostri ospedali. Cosa diversa sono i reparti salvavita, dove i tempi di intervento fanno la differenza, per esempio l’ infarto o l’ictus, ma in questo caso nulla è modificato nella riforma.
La vera novità è l’Ospedale privato convenzionato di Gravedona, che da oggi risulterà nelle competenze della ATS. Qui si può aprire un dibattito infinito sui pro e sui contro di questo nuovo soggetto che si integra nel tessuto sanitario locale; la Lega Valtellinese vede di buon occhio questo sodalizio per un motivo molto semplice: da oggi i cittadini valtellinesi e valchiavennaschi avranno un’ offerta sanitaria più ricca e competitiva. Per capire le positive ricadute sulla collettività, corre l’obbligo di ripercorrere la storia sanitaria regionale. La vecchia riforma, separando il soggetto pagatore (ASL) dal soggetto erogatore (AO), ha superato il monopolio statale aprendo al privato convenzionato, stimolando così una competitività fra soggetti erogatori a beneficio dell’utenza.
Questo sano stimolo competitivo in Valtellina è mancato propri per la non presenza di un erogatore convenzionato all’interno del territorio di competenza dell’AOVV. Da questo punto di vista nulla viene tolto, ovvero si aggiunge qualcosa all’offerta sanitaria, per cui i cittadini nei prossimi anni godranno, si suppone, del beneficio della competitività.
Altro aspetto determinate della riforma è il passaggio dei Servizi erogati alla persona dall’attuale ASL alla costituenda ASST. Cosa cambia per l’utenza ? A molti sarà capitato di fare a seconda del percorso di cura, la spola tra Ospedale e uffici ASL, spesso con perdite di tempo, attese ecc. Questa inefficienza non è dovuta agli operatori in generale, semplicemente fino ad oggi questo processo di cura ed assistenza veniva seguito da due soggetti giuridicamente distinti, e quindi con difficoltà ad instaurare delle buone pratiche. La riforma prevede che i Servizi alla persona siano oggi di competenza della ASST, ciò significa che il paziente verrà seguito sia nella fase ospedaliera che in quella di assistenza territoriale dal medesimo attore sanitario, semplificando le pratiche ed efficientando la presa in cura degli utenti. Anche da questo punto di vista nulla viene tolto, ovvero si semplifica la gestione, per cui i cittadini nei prossimi anni beneficeranno di una organizzazione più leggera.