BRUTTA PAGINA QUELLA AFGHANA

Brutta pagina quella afghana con un recuperato, i suoi due compagni sottoterra, cinque pezzi grossi talebani tirati fuori di galera prontissimi – l’han dichiarato loro – a riprendere le armi, fors’anco contro i nostri soldati, il mediatore di Gino Strada in mano ai Servizi afghani con accuse pesanti, lo stesso Gino Strada, anche per difendere una sua insostenibile posizione, che spara ad alzo zero contro non solo il Premier afghano ma anche contro Prodi.

Chi rischia s’arrangi!

Cominciamo a dire che chi si avventura in zone ad alto rischio è ora di dire chiaramente che deve sapere che se gli succede qualche cosa deve arrangiarsi. Vale per i giornalisti, per i turisti (e ce sono!), per gli affaristi, per chiunque. E’ ora di finirla che per liberare poi connazionali si spendano cifre esorbitanti e in qualche caso si paghi un prezzo ancora maggiore. Vedi il caso di Calidari.

Strada: errore

Il Ministro degli Esteri, diciamo, problematico. Il Ministro della Difesa irritatissimo. Cosa era successo? Che anziché lasciar fare chi ha la professionalità del caso, si è preferito dare carta bianca a Gino Strada il quale ha preteso, a stare alle cronache, che i Servizi non solo venissero tagliati fuori ma addirittura che fisicamente lasciassero la zona. Il risultato l’abbiamo visto. Vero che il nostro connazionale è tornato a casa ma lasciandosi alle spalle due morti, quelli già sottoterra, e altri, quelli che i cinque talebani liberati provvederanno a mandare all’altro mondo. Un errore accantonare i Servizi, furenti, e mettere in mano a Strada l’operazione.

Misterioso soccorso a Prodi nientepopodimeno che da Berlusconi

Ha stupito tutti l’uscita di Berlusconi. “La priorità è l’interesse nazionale e l’immagine dell’Italia nel mondo”. Cosa c’è sotto oltre alla motivazione nobile, del resto reale?

Ha ragione Garzai: il Governo Prodi rischiava veramente di cadere. Fosse successo si sarebbero spalancate le porte a un Governo interlocutorio forzatamente sorretto anche da Berlusconi.

I sondaggi dimostrano il progressivo calo di popolarità del Premier e del suo Governo. Più che vada avanti e più il calo aumenta ancora. Siamo sotto i minimi storici dei sondaggi. Allora il mistero potrebbe essere meno mistero, e magari lo vedremo alle Camere.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Politica