HILLARY A SEGRETARIO DI STATO: MOLTE LUCI, POCHE OMBRE

"Non ha diretto nulla a che fare con la sicurezza nazionale" disse Gregory Craig mettendo dubbi sull'esperienza internazionale di Hillary Clinton. Il commento fu fatto durante le elezioni primarie e Craig, nonostante fosse stato l'avvocato speciale di Bill Clinton, aveva appoggiato Barack Obama invece dell'ex first lady.

Ambedue Craig e Hillary Clinton ora faranno parte dell'amministrazione di Obama. Craig sarà il nuovo avvocato alla Casa Bianca e Hillary diverrà segretario di Stato.

La scelta dell'ex avversaria suggerisce che Obama ha messo da parte la rivalità della dura campagna elettorale ed ora vuole concentrarsi sul migliore dei modi di governare. Come il presidente eletto ha detto molte volte egli ammira le capacità di Hillary Clinton e la sua scelta ne è prova lampante.

La nomina dell'ex first lady ha però suscitato sia dubbi che consensi. Fra coloro che l'hanno osannata come un'ottima scelta vi sono anche statisti affermati come Henry Kissinger. La Clinton ha infatti tutte le carte in regola per il suo nuovo posto. Dopo due mandati presidenziali come first lady lei conosce moltissimi dei leader mondiali. Ha viaggiato in quasi tutte le parti del mondo e si trova a suo agio nel mondo internazionale. Nessuno mette in dubbio le sue capacità intellettuali considerate alla pari di quelle del marito Bill ed anche di quelle di Obama. Come si sa l'ex first lady si è laureata in legge alla Yale University ed è lì che ha conosciuto il marito Bill.

La scelta di Obama ci dice che il nuovo presidente non ha paura di circondarsi di altre menti acute e che non vede rivalità ma solo capacità da sfruttare. C'è poi anche il fatto che l'ex first lady ha ricevuto più di diciotto milioni di voti durante le elezioni primarie ed in un certo senso lei si è "guadagnata" il posto di segretario di Stato.

Non mancano però i dubbi da parte di alcuni. In particolare si crede che la nomina di Hillary includa anche il ritorno di Bill al potere anche se indirettamente. Infatti, preoccupano i rapporti dell'ex presidente soprattutto per i contributi ricevuti dalle sue fondazioni da fonti non completamente libere di sospetti. Inoltre, si crede che, nonostante le promesse di Bill di mettersi da parte, l'ex presidente non esiterebbe a prendere le difese della moglie qualora le dovrebbe essere addossata la colpa se qualcosa dovesse non andare per il migliore dei modi.

Alcuni criticano anche la personalità di Hillary di essere troppo indipendente e di non potere accettare di mettere in pratica la politica di Obama. Si temono conflitti fra l'ex first lady e il nuovo residente della Casa Bianca. Se Obama le ha offerto il posto, però, vuol dire che lui si è assicurato che non vi saranno difficoltà e che i vantaggi di avere l'ex first lady nella sua squadra sconfiggono gli svantaggi.

Non sarà tutto roseo per l'ex first lady perché come segretario di Stato lei avrà poche scelte eccetto di mettere da parte le sue idee e seguire la politica di un uomo come aveva fatto durante la presidenza del marito. La Clinton sa ingoiare duro come ha dimostrato durante l'affaire di Monica Lewinsky. Ma naturalmente la situazione sarà diversa con Obama in parte perché lei si è guadagnata il posto di segretario di Stato mediante i suoi meriti di senatrice e di candidata alla presidenza. Vi sono poi le affinità di politica internazionale fra Obama e l'ex first lady. Ambedue per esempio credono che le truppe dall'Iraq vadano ritirate per rafforzare la presenza americana in Afghanistan.

I segretari di Stato più efficaci sono quelli che hanno avuto uno stretto rapporto con il loro presidente. Si pensi a James Baker III e la sua amicizia con il Bush padre e un po' più indietro nella storia a Kissinger e Nixon. Per quanto riguarda il presente il rapporto fra Condoleezza Rice e George Bush è stato solido. Ciononostante i problemi dell'attuale diplomazia americana non sono emersi dal lavoro del segretario di Stato ma bensì dalla politica impostata del presidente. Se Obama dunque svilupperà una politica adeguata l'ex first lady la metterà in pratica per il suo bene politico ma soprattutto per il bene del Paese.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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