I SEGNI DI CROCE DI PUTIN

Impressionante l'eco mediatico della scomparsa del Patriarca ortodosso di Mosca Alessio, vero artefice della ripresa della Chiesa sovietica dopo l'ateismo di Stato, al punto di arrivare in pochi anni dalle 18 chiese rimaste a 700 con un ritorno vigoroso della religiosità.

Senza ombra di dubbio ha fatto impressione vedere non solo la presenza delle più alte Autorità a cominciare dal Presidente Dmitri Medvedev e dai Presidenti di vari Stati nei quali la religione ortodossa è quella prevalente (ma dall'Iran era arrivato anche l'ayatollah iraniano Mohamad Ali Tashhiri) ma soprattutto il Presidente del Consiglio Vladimir Putin arrivare al catafalco e fare i ripetuti ampi segni di croce della tradizione ortodossa. Significativo.

La religiosità in ripresa un po' dappertutto per la maggiore comprensione di dove stiano i veri valori, tranne il nostro Continente, quello che ha persino paura di citare nella sua Costituzione le radici cristiane (che comunque restano anche se c'è chi come gli struzzi infila la testa nella sabbia.

L.A.

L.A.
Politica