Autonomisti; La Valle non si tocca!

Dall'Associazione  Autonomia di Valtellina e Valchiavenna:

Da fonti di stampa, apprendiamo che il Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni sta lavorando a un ridisegno dei confini delle province/aree vaste. Come già comunicato pubblicamente, poco tempo fa, l’associazione Autonomia di Valtellina e Valchiavenna conferma la propria contrarietà a qualsiasi ridefinizione dei confini amministrativi calati dall’alto. Auspichiamo, quindi, che il Presidente Maroni tenga fede agli impegni presi pubblicamente l’anno scorso a Chiavenna, di fronte ai sindaci del territorio. La Valtellina e Valchiavenna hanno una propria identità, storia, tessuto socio-economico e posizione geografica del tutto unici. La Valcamonica è si una vallata alpina ma ha una struttura socio-economica completamente integrata con la pianura bresciana e non si comprendono quali possono essere, oggi, i vantaggi di una unione amministrativa. Già ora è del tutto evidente la difficoltà dei sindaci nella gestione delle questioni provinciali, non tanto per demerito loro ma perché è difficile fare contemporaneamente il Sindaco e occuparsi anche di questioni differenti come quelle provinciali. Figuriamoci, poi, se allarghiamo i confini. Quello che necessita il territorio non è un allargamento dei confini ma bensì un robusto rafforzamento delle competenze e delle risorse in capo all’ente provinciale montano (che si dovrebbe chiamare, visto che non è vietato, "Provincia diSondrio" - ndr). Ma soprattutto è necessario ridare la parola ai cittadini e poter ritornare ad eleggere i rappresentanti della provincia montana. Sfida questa che potrà risolversi solamente ad ottobre votando NO al referendum sulla riforma costituzionale Boschi-Renzi. Per questi motivi nei prossimi mesi l’associazione incontrerà i cittadini per informarli sui rischi della riforma costituzionale e sulle opportunità, invece, di una gestione autonoma delle nostre risorse. La strada dell’Autonomia anche se tortuosa e piena di insidie va affrontata perché in fondo ci sta in gioco l’autogoverno e il futuro delle nostre montagne.

 

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