Acqua 'Bollente' tra Molteni, minoranze consiliari e sen. Crosio

1.  Dal Comune di Sondrio:
Fa chiarezza Alcide Molteni, Sindaco di Sondrio, sull’Ordine del Giorno approvato in Consiglio Comunale sul tema ‘Gestione di centrali e dighe e relativi proventi’. Passato con votazione quasi unanime, l’obiettivo percorso è stato quello di modificare un articolo presente nell’Ordine del Giorno della Provincia di Sondrio e di far valere le specificità, le forze e i diritti legati al riconoscimento di territorio interamente montano (legge dello Stato n. 56/2014 c.d. Legge Delrio).
“Il tema è la questione di mantenere nel nostro territorio i proventi che derivano dall’utilizzazione delle acque - spiega Alcide Molteni -. Il documento che parte dall’Amministrazione provinciale era a nostro avviso un pò debole e conteneva un punto non realistico, ovvero quello che la gestione di centrali e dighe sia attribuita agli Enti locali della provincia di Sondrio. In realtà è improbabile pensare a questa ipotesi, ma è invece giusto pensare che ‘vengano conferite agli Enti locali della provincia di Sondrio le funzioni amministrative per la gestione del demanio idrico, …, compresa la determinazione dei canoni di concessione e l’introito dei relativi proventi che gli Enti sono tenuti a utilizzare nel totale interesse del territorio’ così come cita l’Articolo che abbiamo approvato in Consiglio” chiarisce il Sindaco. Un principio inscindibile legato al riconoscimento della specificità montana della provincia di Sondrio e quindi al riconoscimento di particolari forme di autonomie, che in sede di Consiglio comunale è stato approvato facendo richiesta di inserire questo nuovo Articolo nel progetto di legge.
Tutto nasce dalla considerazione del grande patrimonio che l’acqua rappresenta per il nostro territorio, allo sviluppo economico che ha permesso, alle opere che sono state possibili grazie ai canoni versati dalle aziende che gestiscono centrali e dighe e quindi alla gestione diretta che appartiene di diritto alla provincia di Sondrio.
“Nella Carta di Chiavenna è indicato con chiarezza che il demanio idrico deve passare all’Ente locale e alla Provincia. Noi lo stiamo riaffermato ancora di più, rivendicando ciò che spetta al nostro territorio essendo stato dichiarato dallo Stato interamente montano. Regione Lombardia, che sino ad oggi ha disatteso quanto contenuto nella Carta di Chiavenna, deve dare alla Provincia di Sondrio la gestione del demanio idrico. Solo così saremo più forti e al riparo da qualsiasi rischio” conclude il Sindaco.

2. Dalle minoranze del Comune di Sondrio
In risposta al comunicato stampa del Sindaco Molteni i gruppi di minoranza in Comune vogliono ancora una volta sottolineare la loro opinione sulla questione acque. Sorprende l'uscita del Sindaco di Sondrio sulla questione dell'utilizzo dei soldi del Demanio Idrico. Sorprende perché sembra una presa di posizione da tifoso politico e non da Sindaco di un capoluogo di provincia. Ruolo che lui stesso continua a rivendicare ma che sempre lui , in vent'anni, ha fortemente indebolito.
Un Sindaco di un capoluogo non si sarebbe dimenticato di dire che per colpa del Governo 4.500.000 € del Demanio Idrico verranno utilizzati per la spesa corrente della Provincia di Sondrio e non in investimenti sul territorio provinciale.
Proprio quella maggioranza di Governo, che nella legge Delrio riconosce la specificità del nostro territorio , non ha poi rispettato nei fatti tale specificità nella riforma costituzionale che a breve ci appresteremo ad approvare o, come speriamo vivamente, rigettare con il voto del referendum confermativo.
Tagli al personale e al bilancio provinciale hanno messo a forte rischio i servizi ai cittadini, dal riscaldamento delle scuole superiori al trasporto degli alunni passando dalla manutenzione delle strade provinciali e solamente grazie all'utilizzo dei soldi del demanio idrico si possono ancora oggi garantire.
Il Sindaco del capoluogo avrebbe dovuto sottolineare , ad esempio, che i tagli al bilancio provinciale non sono dei veri propri tagli ma sono degli aumenti di prelievo. Sono soldi dei cittadini valtellinesi e valchiavennaschi che il Governo scippa per coprire le sue inefficienze.
Il Sindaco dimentica che grazie ai soldi del Demanio idrico Sondrio potrà realizzare diverse opere, come piazzale Bertacch,i il sottopasso di via Nani, la  riqualificazione energetica di palazzi comunali, senza dimenticare la casa di riposo. Proprio in virtù al ruolo di capoluogo che Regione Lombardia , la Provincia le riconoscono all'interno della AQST.
In Consiglio  Comunale i gruppi di minoranza  hanno cercato di reindirizzare il problema sulla giusta via, ovvero facendo presente che la riforma costituzionale trasferirà allo Stato la materia esclusiva della produzione energetica con l'incognita della destinazione dei proventi del Demanio Idrico.
Tale provvedimento vanificherà il lavoro fatto in passato con il raddoppio del canoni che nei primi anni hanno permesso di coprire i 37 milioni per la tangenziale di Morbegno che erano di competenza della Provincia. Dal 2017 ,poi, la cifra passa dagli attuali 10 milioni ai 17 milioni di euro annuì. Soldi ottenuti grazie al lavoro compatto e determinante del territorio che nel corso degli anni ha permesso di sensibilizzare Regione Lombardia sulle esigenze della nostra provincia.
Il nostro invito è caduto nel vuoto perché ,per l’ennesima volta, si è messa davanti agli interessi dei cittadini l’appartenenza politica. Speravamo, visti i suoi continui inviti a superare gli schemi precostituiti dalla politica al fine del bene comune, di avere da parte sua un grande alleato.
Ma questo non è ne il tempo delle polemiche ne quello delle rivendicazioni. Anche perché a questi quesiti, come è già successo e speriamo succederà in futuro, sempre che l’attuale governo non decida di decapitare definitivamente la democrazia, risponderanno i cittadini con il proprio voto.
Quindi caro Sindaco, sotterri l’ascia di guerra della tifoseria politica, assuma il giusto ruolo istituzionale del Sindaco di capoluogo, come ha già dimostrato in passato conducendo battaglie comuni con e per il territorio, e insieme contrastiamo la scellerata riforma costituzionale con il no al referendum, difendendo gli interessi della nostra gente e della nostra terra.
Noi ci siamo
Filippo Rebai (Forza Italia) Maurizio Piasini (Lega Nord) Andrea Massera (Sondrio Liberale) Mario Fiumanò (Rilanciamo Sondrio) Giuseppe Tarabini (Popolari Retici) Chiara Pozzi (Sondrio anch'io)

3.1  Dal sen. Crosio
Odg sulle acque, il senatore Crosio: «Intervento di Molteni sbagliato nei tempi e nei modi. Un attacco ai 60 sindaci che l’hanno approvato» «Oltre 60 sindaci quattro mesi fa hanno approvato un manifesto per rivendicare il diritto alla gestione delle nostre acque, non una proposta di legge ma una dichiarazione d’intenti, chiara e sintetica, da presentare a Roma perché con la riforma costituzionale tutto sarà accentrato saltando il livello regionale. Che ora, dopo che l’ordine del giorno è stato approvato dalla stragrande maggioranza dei consigli comunali, il sindaco Molteni, con gravissimo ritardo, si arroghi il diritto di modificarlo rallentando le nostre rivendicazioni e spostando su Milano l’obiettivo quando la Regione non avrà presto nessuna competenza in materia di acque, appare quantomeno curioso. Molteni ha sbagliato nei tempi e nei modi, avendo avuto ben quattro mesi e due sedute consiliari per presentare le modifiche. Il suo è un ravvedimento tardivo che sposta sul livello politico un’iniziativa nata dal territorio che ha unito amministrazioni comunali di centrodestra e di centrosinistra. Può nascondersi dietro la volontà di migliorare il testo, ma il fine è evidente: assumere un ruolo che non ha, essendo stato il presidente della Provincia, ente di riferimento per tutti i Comuni, a promuovere un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale e in quella veste inviato ai Comuni per l’approvazione. Che Sondrio, il Comune capoluogo, rifiuti quanto condiviso dal resto della provincia, appare come uno strappo politico che si spiega soltanto con l’ambizione di Molteni di rivendicare per sé un ruolo al di sopra di tutti gli altri sindaci. Si propone quale unico amministratore illuminato per guidare gli altri, che considera evidentemente a un livello inferiore al suo: sessanta sindaci, e con loro alcune centinaia di consiglieri, hanno approvato con solerzia e tempestività l’ordine del giorno così come inviato dalla Provincia, Molteni dopo quattro mesi sentenzia che tutti hanno torto e che soltanto lui ha ragione».

 

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