Sabato 6.5, ore 19.30. Marine Le Pen non è dispiaciuta di avere perso il ballottaggio

Lo scorso 27 aprile abbiamo pubblicato un articolo sulle elezioni francesi dal titolo “Visto da Sondrio: perchè Marine Le Pen non può vincere. Perchè con Macron vince la tecnocrazia” -acrime amare per Repubblicani e socialisti”
Ormai ci siamo. Fra 26 ore e mezza inizierà la valanga di numeri. Prima gli exit-poll, poi le proiezioni e infine i dati reali. Non sarà così per sapere chi sarà l'inquilino dell'Eliseo perchè fin dalle prime battute si avrà il responso. Quello cioè che abbiamo dato nel precedente articolo e quello che di fatto abbiamo appena dato visto che non abbiano scritto inquilino/a ma solo al maschile.
Che dire? Innanzitutto la premessa. Entrambi i contendenti non sono sicuramente in ansiosa attesa di quel che scriverà La Gazzetta di Sondrio. Non lo sono neppure i nostri lettori più affezionati. Lo assicuriamo. Dopo questa assicurazione che apre scenari diversi entriamo nella testa dei due, in quelle 360 aree della corteccia cerebrale che pare regoli, oltre il resto anche l'informazione.
Nessuno dei due è dispiaciuto
Nessuno è dispiaciuto del risultato che sarà quello che abbiamo già delineato lo scorso 27 e che ribadiamo ora, salvo la curiosità dell'entità del successo che potrà determinare varietà di sviluppi.

Macron
L'innovatore è riuscito a far fuori in un colpo l'asse portante, fino a ieri, della politica francese ovvero socialisti e gollisti. Il suo Partito ("En marche") non è un Partito di quelli  tradizionali. E' cresciuto ad Amiens in compagnia di Verne che lì è vissuto e che lì è morto. Verne, l'anticipatore del futuro. L'innovatore se ne è andato a studiare alla Scuola Nazionale di Pubblica Amministrazione, una sorta di investimento nel futuro. E' andato persino a vedere come stavano le cose in casa socialista per passare oltre finendo poi a fare il Ministro dell'Economia. Non c'è qualcosa indietro? Ah sì, ricordiamo anche il suo passato di “banquier d'affaires chez Rothschild & C”... Suggerisce quakisa?...
Non è dispiaciuto del risultato – ovvio, come farebbe a non esserlo? E' diverso al di là del dato politico vince la tecnocrazia ma quella con la “T” maiuscola, se ci siamo capiti, da lui egregiamente rappresentata. E sconfitta è la democrazia visto che gli attuali politici, là ma anche in Italia, sono la vera “Palude” con quelli che - è stato detto – in piena rivoluzione francese non vedevano la storia che stava passando davanti a loro.

Le Pen
Non è affatto dispiaciuta (salvo che non si fosse illusa di poter vincere). E per dimostrarlo citeremo un precedente italiano riguardante un politico simile politicamente a Marine. Siamo nel 1963, elezioni amministrative, in ballo anche Roma. Vince al ballottaggio Rutelli battendo Fini. E' 'avvio di una carriera d'alto livello che lo porterà alla Vicepresidenza del Consiglio, a rappresentare il nostro Paese nel mondo quale Ministro degli Esteri, alla Presidenza della Camera (triste l'epilogo che meriterebbe di essere analizzato in parallelo a vicende di vita privata, e non di Montecarlo). Fosse stato eletto Sindaco sarebbe stato assorbito dall'impegno amministrativo di fatto lasciando ad altri – che allora erano difficilissimi da trovarsi a pari livello – la conduzione politica.
La Lepen nel caso di vittoria avrebbe dovuto fare i conti con una doppia ostilità. Interna quella nell'Assemblea Nazionale visto il presumibile esito  delle prossime elezioni legislative. Esterna quella, diciamo, del 'protettorato' di Macron, Il terzo fattore è quello della situazione economico-sociale della Francia. Analizzato il responso la conclusione è quella che neppure lei risulta dispiaciuta.

Renzi
In Italia? La tecnocrazia l'abbiamo già sperimentata con un esito decisamente positivo ovvero la dimostrazione che è bene che i tecnici restino a fare i tecnici visto che la politica, checchè se ne dica, è indispensabile, ovviamente in un quadro di probità e competenza.
Vediamo fra 24 ore e poco più.
f.

 

Politica