L'esito del voto ma scritto prima che si votasse

Il voto. Com’è andata i nostri lettori confermeranno che è andata come da noi previsto e che lo sia davvero sta a dimostrarlo l’articolo, che ripubblichiamo, dello scorso 2 ottobre.
Abbiamo usato lo schema ispirato dal film di René Clair “Accadde domani” che si fa vedere ancora oggi a 77 anni dalla sua prima proiezione. Si tratta della storia di un giornalista che riceve ogni giorno il giornale del giorno che verrà passando quindi sapendo le notizie dell’indomani da scoop in scoop. E così noi abbiamo pubblicato l’articolo di analisi del voto due giorni prima che la gente, non molta, andasse a votare. Lo ripubblichiamo in calce non senza fare qualche sottolineatura.
PD: il successo di Letta era sintetizzato in quel “ Nulla quaestio”
CD: Era opposizione e, dicevamo allora, opposizione resta. Indicavamo inoltre i due limiri che oggi tutti citano, ovvero una ritardata campagna elettorale e la scelta di candidati non proprio noti.
M5S: si legga e si traggano le conclusioni
Citavamo inoltre Calenda, Renzi, Rizzo sorvolando sul de minimis
Draghi: un capitoletto istruttivo, sempre scritto prima del voto
E ora?
A Roma non c’è storia, a Gualtieri il compito di tappare le buche nelle strade, a levare i rifiuti dalle strade e via dicendo dando respiro alla Sala Giulio Cesare dall’alto della tribuna del Campidoglio riservata agli assessori. A Torino il CD torna in Consiglio dopo un ventennio. Una contro due le probabilità di fare un dispiacere al CS. A Trieste l’unica chance del CD.

E adesso L’ARTICOLO DEL 2 OTTOBRE
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Come è andato il voto nelle grandi città (scritto prima che la gente votasse):

Democratici PD$C Cominciamo dal segretario del PD Letta partendo da una sua dichiarazione di ieri.  Ci fosse conferma della situazione attuale, ovvero 2 Sindaci su 5 sarebbe una sconfitta. Se 3 un buon risultato. Se 4 o più sarebbe un trionfo. Nulla quaestio visto dal PD.
Centrodestra FI,FDI,LEGA;$C. Era opposizione in tutti e 5 Comuni e – stiamo dicendo che è successo domani – e opposizione resta. Poteva avere qualche chance a Roma se il candidato fosse partito da lontano, almeno come ha fatto Calenda oppure fosse sceso in campo un leader noto. Su questo versante, guardando in prospettiva, interessa la statistica applicata alle forze politiche di Cd., quella non più dei sondaggi ma dei dati reali.
M5S. Finita l’era di governo locale anche se la Sindaca di Roma è stata troppo maltrattata un po’ da tutti e ben oltre i demeriti. Di qui un voto superiore alle previsioni. Comunque sia il problema della sopravvivenza è risolto assumendo il ruolo di stampella nei ballottaggi preparandosi a quello di ruolo di stampella nel governo del Paese.
Altro? Beh Renzi si era vantato a tre giorni prima del voto di avere acquisito un grande merito per avere fatto fuori prima Salvini e poi Conte ma di non avere finito, messaggio molto chiaro di stampo quirinalizio. Un consiglio: studi bene la parabola di Blair, gli sarà molto utile, specie dopo il risultato di questo voto dell’ottobre 2021. C’è poi un simulacro di sinistra, pro ballottaggi, con il difetto della nostalgia non certo razionale al contrario di quella di Rizzo che è razionale. Potremmo usare l’aggettivo ‘antistorica’ ma comunque razionale.
E Draghi? Chissà come mai viene in mente un certo personaggio di circa 2500 anni fa e/o quantomeno la leggenda che ne ha tramandato la figura. Fu Dittatore, tornò all’aratro, lo richiamarono per la crisi della sua Patria, fu Dittatore per la seconda volta, risolse i problemi e dopo una quindicina di giorni tornò a fare il contadino. Non vediamo Draghi a zappare, seminare e via dicendo. Lo vediamo chiamato a risolvere i problemi, due volte. Non ci si pensa, non se ne scrive ma in realtà nel ruolo di Dittatore lo vediamo non solo due ma anche tre volte. Solo dopo la terza gli è concesso di provare l’ebbrezza di una vita da pensionato, eventualmente anche da agricoltore.
GdS

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