Crosio: La Rai Telerenzi? = Eiar?

Nostra nota a commento

Il senatore Crosio: «La Rai è diventata Telerenzi: un insulto ai cittadini che pagano il canone. Il programma di Veltroni costa più di 4 milioni» Un programma pronto a partire su Rai Uno che costa più di quattro milioni di euro a puntata, la firma di Walter Veltroni, la produzione di Magnolia, società fondata dall’attuale sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori: ce n’è abbastanza per parlare di Telerenzi e per chiedere conto alla commissione vigilanza Rai. Lo ha fatto il senatore Jonny Crosio, membro della stessa commissione, la cui iniziativa ha sollevato un caso a livello nazionale, meritandosi la prima pagina di Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, in edicola oggi. All’interno, in un ampio articolo in apertura di pagina, il giornalista Matteo Pandini dà spazio alle accuse del senatore valtellinese della Lega Nord. «È sconcertante questa occupazione della Rai da parte di Renzi e del Pd - sottolinea il senatore Crosio: è giusto che i cittadini, ai quali viene imposta una tassa per finanziare la televisione di Stato, sappiano come vengono usati i loro soldi. Con questa interrogazione ho voluto sollevare una questione che merita tutta la nostra attenzione, poiché ormai autori dei programmi e protagonisti vengono scelti sulla base della tessera che hanno in tasca, del grado di sottomissione a Renzi e di adesione alla sua politica. Una vergogna!» L’interrogazione del senatore Crosio, che ha fatto sobbalzare i vertici Rai, già sotto accusa per i deludenti risultati dei nuovi programmi che hanno lanciato, primo fra tutti quel Politics con il giornalista ex Sky Gianluca Semprini, doppiato addirittura da La 7, segue i suoi numerosi interventi in commissione per denunciare comportamenti irrispettosi nei confronti dei cittadini. In particolare, nella riunione della settimana scorsa, il senatore Crosio aveva portato all’attenzione della vigilanza Rai la situazione di molti utenti di Valtellina e Valchiavenna che pagano il canone, una tassa a tutti gli effetti, pur non vedendo i canali Rai.

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L'immagine che riprendiamo, in parte, da Wikipedia è dedicata all'EIAR, Ente per le audizioni radiofoniche. Per così dire  la RAI del tempo fascista. Non ce ne meravigliamo. I lettori più affezionati ricorderanno lo scambio di nomi da noi usato in più di un'occasione: Nicolò Renzi e Matteo Machiavelli. Non troviamo nella storia, anche non recente, un personaggio che sappia interpretare il ruolo de "Il Principe" come Renzi. E' evidente che lui userà ogni mezzo (qualcuno dice che siamo al 'voto di scambio'. No, ma che le scelte del Governo siano a ragion veduta e obiettivo preciso lo pensano (quasi) tutti. Ne dobbiamo aspettarcene un po' di tutti i colori visto quello che rischia o quale porta gli si apre. Il tutto con il Ministro per le Riforme in un angolo. Non a caso. (ndr)

 

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