Se Bush avesse letto la Gazzetta di Sondrio invece di dar retta a Rumsfeld!. Riuscirà la brava Condoleezza Rice a evitare che il Presidente sia costretto a gettare la spugna andandosene dalla Casa Bianca prima del tempo?
L'Irak costa agli USA
300 miliardi al giorno.
Nei primi due anni 200 miliardi di dollari. A furia di dar retta
a Rumsfeld Bush si ritrova con sondaggi che tra un po'
arriveranno in cantina visto che sempre meno americani
condividono la politica irakena della Casa Bianca.
Merita la ripresa dal nostro indice - in data precedente allo
scoppio della guerra - da uno ampio e documentato scritto di Aleks
Minak di alcuni cenni sui rapporti tra uomini di governo USA e
industria militare.
Retrospettiva interessante
Partiamo da un colosso, la BOEING. Il 40 per cento dei suoi
proventi annuali deriva da vendite di armamento di cui nello
scritto citato viene fornito l'ampio catalogo.
- Richard Armitage, attuale vicesegretario di Stato e consulente
del Pentagono dal '75, è presidente della "Armitage Associates
LLP", consulente della Boeing.
- Karl Rove, alto consigliere (senior advisor) del Presidente, è
azionista della Boeing.
La società ha dato contributi elettorali - che negli USA vengono
dichiarati, e questo é positivo, al Senato a Ted Stevens
(repubblicano dell'Arkansas), il presidente dell'Appropriation
Committee (ossia dell'ufficio acquisti), alla Camera a John
Murtha (democratico), Jim Moran (democratico), Norm Dicks
(democratico), tutti e tre siedono nell'Appropriation Committee
per la Difesa.
Vediamo un altro colosso, NORTHROP GRUMMAN con grande budget
militare.
- James Roche, attuale ministro per l'Air Force, ne è stato
presidente.
- Dov Zakheim, vicesegretario alla Difesa col compito di
Comptroller (capo della contabilità), né è stato consulente.
- Douglas Feith, viceministro della Difesa per la Policy, è
presidente dell'ufficio legale Feith & Zell (import-export di
armi con Israele) che ha fra i suoi clienti proprio la Northrop.
- Paul Wolfowitz, terzo viceministro della Difesa, in pratica il
numero 2 del Pentagono, ne è stato consulente.
Al Senato, hanno ricevuto contributi elettorali il capo della
maggioranza Trent Lot, John Warner (presidente dell'Armed
Services) e Ted Steves (presidente dell'Appropriations
Committee).
Altro colosso, RAYTHEON che produce, oltre a varie armi
sofisticate, il missile da crociera Tomahawk BGM-109, quelli
lanciati per primi su Bagdad - ogni missile costa 2 milioni di
dollari -.
- Il vicesegretario di Stato Richard Armitage, attraverso la sua
ditta Armitage Assoc, è stato consulente di tale società.
- Sean O'Keefe, oggi vicedirettore dell'Office of Management and
Budget, insomma quello che tiene i cordoni della borsa pubblica,
è stato consulente di tale società.
La Raytheon ha dato un contributo elettorale anche a Edward
Kennedy, che oggi al Senato presiede la commissione Armed
Services.
Altro colosso, LOCKHEED MARTIN, massimo contractor militare.
Suoi ex alti dirigenti della Lockheed siedono ora nel governo
Bush.
- Peter Teets, già amministratore delegato della ditta, è oggi
assistente segretario all'Air Force
- Gordon England, ex presidente dell'azienda, è segretario
(ministro) alla Marina da guerra.
- Everet Beckner, l'ex vicepresidente, ora è al Dipartimento
dell'Energia in qualità di Amministratore dei Programmi di
Difesa.
- Norman Mineta, anche lui vicepresidente Lockheed e azionista
fra i maggiori, è diventato ministro dei Trasporti.
- Lynn Cheney, moglie di Dick Cheney, vicepresidente degli Stati
Uniti, è alto dirigente della Lockheed.
Chiudiamo con la General Instruments Corp.
Ne è stato proprietario Donald Rumsfeld, attuale numero 1 del
Pentagono; che aveva avuto a che fare anche con la General
Dynamics (aerei senza pilota).
..........
Nella primavera del 1997, alcuni di loro fondarono il Project
for the New American Century (PNAC), il Progetto per un nuovo
secolo americano, e cominciarono a fare pressioni per un
cambiamento di regime in Iraq.
Rumsfeld, che non ha mai rinunciato a nessuna idea in grado di
contribuire alla sua causa inchiodato di fronte alla lampante
inesistenza delle armi di distruzione di massa, rispose che "l'assenza di prove non è
prova dell'assenza".
Concorda l'autore con Jay Bookman, un redattore dell'Atlanta
Journal-Constitution, quando chiede, "Perché l'amministrazione
sembra non preoccuparsi di una strategia di uscita una volta
destituito Saddam? Perché non ce ne andremo. Dopo la conquista
dell'Iraq, gli Stati Uniti creeranno basi militari permanenti
nel Paese da cui dominare il Medio Oriente, il vicino Iran
compreso". (16)>.
Non andrà neppure così. Ora si tratta di riuscire a venir via,
di fatto sconfitti nonostante la destituzione di Saddam, il cui
processo rischia di diventare un boomerang, ma trovando il
sistema di apparire vincitori.
Duemila e rotti giovani americani sotto terra. Otto volte tanti
feriti. Montagne di risorse sprecate. Il patrimonio di
solidarietà verso gli USA dopo l'11 settembre buttato al vento.
Un disastro.
E non é ancora finita, anche se c'é un elemento nuovo positivo:
Consoleezza Rice. Brava, con le idee chiare, ma potrà farcela
con i problemi che si é trovata sul tavolo?
Amarilli
GdS 10 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it