Rischiamo uno scontro cruento di civiltà

di Gianni Toffali

Nuovo ordine mondiale, lotta al terrorismo,
liberazione da una dittatura, esportazione della democrazia,
ripristino dei diritti umani: queste le motivazioni
dell'intervento militare in Irak. A distanza di un anno dalla
caduta di Saddam e a fronte di un prezzo altissimo di vite umane
spezzate e di minimi risultati conseguiti, ci si chiede se non
fosse stato meglio lasciare il popolo irakeno al suo destino.
L'ingenuità degli strateghi di Washington è stata quella di
ritenere che il modello islamico, fosse assimilabile e
integrabile con il modello occidentale. Concetti e principi come
democrazia, libertà, diritti umani sono estranei al Dna
dell'Islam. Non a caso gli unici paesi islamici dove i diritti
umani hanno trovato cittadinanza, sono quelli erosi dal processo
di secolarizzazione e laicizzazione. Ma in ogni altro luogo ove
il Corano proietta la sua ombra sullo stato, sulla società e sui
costumi, diritti umani e libertà restano e resteranno solo
bellissime chimere. Il giubilo delle masse islamiche e il
silenzio degli imam ad ogni strage perpetrata ai danni della
soldati della coalizione e dell'occidente, hanno svelato la
natura dell'Islam. La minaccia di morte ai pacifisti giapponesi
catturati in questi giorni, ha costituito un'ulteriore prova.
Gli islamici, non sanno che farsene di una libertà atea e
irreligiosa come quella occidentale. Meglio schiavi sottomessi
sotto il tallone di Allah, che persone libere imprigionate nelle
spoglie di un demonio; meglio l’ala protettrice del Corano, che
invischiati in una democrazia atea e corrotta. Qualsiasi
filosofia e religione afferma che ogni "verità" è svelata e
comprovata dai frutti generati: autentica se buoni, falsa se
cattivi. Dai frutti dell'Islam, quale "verità"? A Bologna, nella
“discussa” Chiesa di san Petronio, Maometto è stato raffigurato
tra le fiamme dell'inferno. Pazzia, saggezza o facile profezia?
Gli sforzi delle persone di buona volontà, tra cui lo stesso
Pontefice, spingono nella direzione del dialogo interreligioso.
Ma non illudiamoci, la pace e il sogno di una società
multietnica, potranno vedere la luce, alla sola condizione della
caduta degli integralismi religiosi. La speranza è che la
minoranza dei riformisti laici prenda il sopravvento sui
parrucconi integralisti, altrimenti, mettiamoci l’anima in pace,
prepariamoci ad uno scontro tra civiltà più cruento che mai.
Gianni Toffali



Gianni.Toffali@inwind.it




GdS 10 IV 2004 - www.gazzettadisondrio.it

Gianni Toffali
Politica