OSPTIAMO NOI I TRE PALESTINESI! (pubblicato anche, in tutto o in parte, dalla stampa locale) L'eqli

(pubblicato anche, in tutto o in parte, dalla stampa locale)L'eqli

OSPITIAMO NOI I TRE PALESTINESI!

Una proposta provocatoria, a primo acchito impopolare al
massimo, quasi autolesionista.

Tale però fa far pensare, visto che scrivo perfettamente in
grado di intendere e volere, che forse una ipotesi così a prima
vista sconcertante merita un riflessione. E se si riflette chi
esclude per i ragionamenti l’uso del fegato facendo riferimento
solo al cervello potrebbe anche convenire.

Mi riferisco alla questione dei tre Palestinesi che devono
venire in Italia.

Terroristi? Certo, non angioletti. Gli addetti ai lavori sanno
però che la questione della Basilica della Natività ha avuto una
soluzione politico-diplomatica. Il diritto di asilo dei luoghi
sacri è stato sempre sacro. Israele ne doveva tenere conto, ma
non poteva, ovviamente, per la sua opinione pubblica lasciare
andare tutti. Si è discusso su come, quanto e come. Alla fine è
emerso che dei circa duecento palestinesi 13 erano “terroristi”.
Sappiamo che in realtà questa definizione vale per loro come per
tante migliaia di altri Palestinesi. Ci fosse stato qualche
capo, qualche vero terrorista DOC non si sarebbe rifugiato nella
Basilica sapendo di andare a finire in un vicolo cieco, né
Israele lo avrebbe lasciato andare. Quindi non certo angioletti
ma non sicuramente terroristi DOC.

La soluzione aveva come presupposto l’esilio in Italia. Bene ha
fatto il nostro Governo a rifiutare, per una elementare ragione
di prestigio nazionale. Sarebbe stato diverso se a trattare
fosse stato anche l’Italia. Inoltre bene ha fatto a dire che c’è
l’Europa (quando c’è), e quindi onori e oneri vanno suddivisi.
Prendiamo atto che Francia, Germania, Gran Bretagna gli oneri
non l’hanno voluti, onore ai Paesi che si sono fatti carico del
problema.

Secondo aspetto: dove sistemarli. Sono tre. Folle l’idea, girata
in questi giorni, di sistemarli in un posto frequentatissimo
come il Lido delle Nazioni. Devono andare in posti abbastanza
isolati da rendere possibile ed efficiente il controllo. Abbiamo
tante isole oppure tanti nuclei abitati nelle Alpi o negli
Appennini, di agevolissimo controllo e con gente, come quella di
montagna quale sia la latitudine, che non ha la puzza sotto il
naso, che ha il senso di ospitalità e che è il miglior vaccino
contro qualsiasi rischio.

Bene, ecco la proposta provocatoria, ma solo in apparenza; quali
controindicazioni avremmo ad ospitarli in Valtellina?

Ci sono tantissimi posti, isolati, di non agevole accesso, di
facile controllo, magari anche con la possibilità di attività
lavorativa in agricoltura, persino in prossimità del capoluogo,
e con un impegno che non sarebbe difficile da raggiungere che
nessuna forza politica, che nessuna organizzazione avviasse
iniziative di contatto, salvo ovviamente il volontariato
umanitario, a cominciare dalla Croce Rossa e il volontariato
culturale, utile ad una crescita dei tre.

Che fastidi avremmo?

In compenso avremmo riconoscimento da tutto il Paese con
sottolineatura di quella umanità di cui i valtellinesi, nei
confronti di chiunque, hanno sempre dato prova.

Naturalmente il tutto senza oneri a nostro carico.

Sarebbe significativo.

Sarebbe, condizionale. So benissimo che il nuovo, l’innovativo,
il diverso, lo strategico non piacciono ai più.
Alberto Frizziero


GdS 28 V 02

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