L'intervento in Irak: il più grande regalo al terrorismo islamico. Non aggiungiamo un altro errore
“La strada da percorrere è quella
dell’accelerazione verso il reale passaggio al governo
provvisorio iracheno di effettivi poteri politici,
amministrativi e militari, nel quadro di una decisione Onu. Dopo
che l’insediamento avrà avuto luogo ogni decisione successiva va
rimessa all’Europa; deve essere quindi l’Europa a decidere se
occorra mantenere una presenza militare nel quadro
Nato.”Dichiara il presidente del Patto, Carlo Scognamiglio.
“L’intervento in Iraq è il più grande regalo che abbiamo fatto
al terrorismo islamico. Il ritiro oggi aggiungerebbe errore a
errore, bisogna fare ogni sforzo per evitare che tutto si
concluda con una devastante vittoria del fondamentalismo
islamico. Lo dico io che fui contrario alla guerra in Iraq. In
questo particolare momento è giusto non ritirarsi senza
assicurarsi che il passaggio dei poteri sia effettivo. Il
Governo deve ammettere il drammatico errore, solo così riesce a
far capire che c’è il cambiamento di rotta.” Dichiara il
segretario del Patto liberaldemocratici, Mario Segni.
“Un vero amico dell’America deve dire a Berlusconi che sta
sbagliando. I veri alleati non sono quelli che dicono sempre di
si , i veri alleati – dice Segni - sono quelli che esprimono il
dissenso quando è necessario.”
“L’azione militare può aver successo – ha aggiunto Segni – solo
se è accompagnata da un piano per stabilizzare l’intera regione
isolando l’estremismo e rafforzando gli elementi moderati. Ma
per questo occorre adottare una strategia concordata che
abbracci tutto il Medioriente che risolva la questione
palistinese e che abbia quindi una strategia politica. Senza una
piano globale, l'azione militare è destinata all'insuccesso."
“Il trasferimento del controllo politico e del comando militare
deve avvenire entro la data del 30 Giugno 2004.” Da qui a quella
data è necessario evitare, considerando soprattutto l’imminenza
delle elezioni Europee, ogni speculazione politica, bisogna
insomma evitare che l’effetto Zapatero contagi altri paesi.”
Dichiara il presidente del Patto, Carlo Scognamiglio. “La scelta
della fuga appare comoda ma sarebbe irresponsabile verso gli
Iracheni abbandonati alle fazioni più violente, e inoltre
costituirebbe un colossale premio per il terrorismo assassino
che si manifesta in modo così abominevole negli attentati e
nella macellazione degli ostaggi. E’ pertanto necessario
coinvolgere i paesi Europei e della coalizione atlantica che
finora non hanno aderito all’invio di proprie forze in Iraq.”
Ribadisce Scognamiglio.
“Questa guerra non andava fatta - sostiene Stefano Pedica
vicesegretario del Patto – il mio pensiero resta questo ed è
peraltro coincidente con quanto espresso dalla chiesa cattolica
con le parole del Cardinale Renato Martino , presidente del
Consiglio della Giustizia e della Pace della Santa Sede.
Ci vuole chiarezza, dobbiamo decidere se diventare un esercito
belligerante o tornare a casa, per scongiurare questa situazione
caotica è necessario l’intervento dell’ONU come peraltro ha
indicato la Chiesa.
Carlo Scognamiglio Pasini (x)
(x) Presidente Patto Segni - Scognamiglio
GdS 20 V 2004 - www.gazzettadisondrio.it