IRAK
VIA DALLE PRIME PAGINE
L'Irak é sparito dalle prime pagine dei giornali.
Veniamo sporadicamente a conoscere alcune notizie positive,
come ad esempio la riapertura delle scuole. A Bagdad, perché
del resto del Paese non si sa nulla.
Capitale a parte che nel resto dell'Irak non funzionino
telefoni e posta, con decine di migliaia di famiglie in
ambascia per la sorte dei loro cari non lo dice nessuno. Che
i rifiuti restino lì, persino in parte notevole della
capitale, con la loro carica di potenziale veicolo di
malattie non lo dice nessuno. Che l'acqua continui a mancare
per moltissima gente non lo dice nessuno.
E potremmo continuare.
In compenso una notizia positiva: i pozzi di petrolio
danneggiati, quelli sì, sono stati subito riattivati.
Si dirà che questo é
l'inevitabile risultato di una guerra.
Appunto: di una guerra che poteva essere evitata, che doveva
essere evitata.
E' stata fatta, così si disse a tutto il mondo, per via
delle armi di distruzione di massa possedute da Saddam.
Adesso gli USA hanno persino grandemente ridotto la forza
destinata alla loro ricerca.
Durissimo, per citare una fonte europea, il Guardian,
giornale inglese, su questo argomento. Ci avete preso in
giro, questo in sostanza il suo commento. La scusa per una
guerra. Il Guardian non aveva letto i nostri articoli nei
quali la vera ragione del conflitto era stata più volte
illustrata: la questione del papiro.
Chi era contro la guerra non era contro gli USA, non era per
Saddam, era per l'etica, sulla scia dell'ammirevole condotta
del Papa.
IL GENERALE FA LE VALIGIE, MA QUALCUNO ARRIVA
E adesso, a un mese dalla sua indicazione, il Capo dell'Irak,
il generale Garner, farà le valigie. Troppo "generale",
troppo legato al falchissimo Rumsfel. A proposito: come la
mettiamo con la Corea? La stampa americana ha rivelato che
lui era consigliere di amministrazione di una società che ha
venduto alla Corea la tecnologia nucleare, quella che ora il
Paese sopra il 38° parallelo usa per costruirsi le atomiche.
Non male.
Se il genmerale torna a casa qualcuno però arriva.
Mohamed al Hakim intanto é
rientrato in Irak.
Chi é? Quasi nessuno lo sa.
Come quasi nessuno sapeva chi era quel Komeini che vive a a
Parigi (chi aveva allora letto un nostro articolo lo aveva
saputo, anni prima che tornasse in Iran con quel che ne é
seguito).
Per gli Sciti, 60% della popolazione irakena, é un Dio.
I lettori ricordino questo nome.
Doveva essere
tutto facile
Doveva essere tutto facile.
- Il Capo va a casa.
- Il Governo irakeno stenta a formarsi.
- Saddam é sparito e non lo si
trova.
L'ultima ipotesi é che,
favorito dai russi, abbia negoziato la sua fuga con la
rinuncia alla resistenza di Bagdad.
- Non solo Saddam, ma anche i suoi figli e tanti altri Capi.
- Gli irakeni, ingrati, felici
(non tutti) per l'abbattimento di Saddam, invece di
ringraziare e prosternarsi dicono che l'Irak é loro e che
gli anglo-americani debbono tornare a casa.
- I servizi segreti sono...
inefficienti. Finora infatti non sono stati capaci neppure
di collocare da qualche parte le armi di distruzione di
massa per farle trionfalmente trovare.
In compenso novità importanti sul fronte occupazionale: le
industrie belliche USA stanno lavorando a pieno ritmo. C'é
da sostituire lo stock di armi, in particolare quelle
stupidamente chiamate "bombe intelligenti" dai costi
astronomici. I listini di borsa per queste società faranno
faville. E saranno contenti gli azionisti.
Sotto a chi tocca ora.
Prosit.
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