Guerra. Vittoria di Pirro per gli USA. C'é però anche chi invece ha vinto. E NOI?

di Alberto Frizziero



GUERRA NATA MALE E PROSEGUITA PEGGIO


Una guerra nata male e proseguita peggio.

Non che ci siano guerre che nascono bene, ma certe volte la
natura umana é tale che ci si arriva senza possibilità
concrete di soluzioni alternative. In questo caso non é
proprio così, con responsabilità multiple.

Gli anglo-americani comunque, in un modo o nell'altro, sono
costretti a vincere. Abbiamo l'impressione che comunque sarà
una vittoria di Pirro, per quello che si é visto finora, per
quello che, proprio per come sono andate le cose ora,
inevitabilmente avverrà.

Analizzeremo ora una serie di punti, importanti, che
denotano come la sequela di errori abbia di gran lunga
superato la soglia del fisiologico.

La stampa americana
d'altronde sta accusando l'Amministrazione, ed in
particolare il Ministro della Difesa, di avere sbagliato
completamente strategia. Non servono smentite e tranquilizzanti dichiarazioni che tutto va secondo i piani.
Basterebbe riprendere una serie di dichiarazioni della
vigilia a partire dal primo discorso di Bush a ostilità
cominciate: "La guerra sarà più lunga del previsto", Del
resto c'é stato il volo improvviso di Blair per lunghi
colloqui con Bush, indiretta eloquente conferma che le cose non
andavano bene cui é seguito l'annuncio dell'invio non di
una divisione o comunque di qualche rinforzo ma di ben
120.000 uomini. Un provvedimento che fa a pugni con la
strategia enfaticamente e continuamente prima sottolineata,
quella della "guerra leggera", cioè di pochi uomini e tanta
tecnologia.

Ricordiamo anche, sintomo significativo, reticenze e
invenzioni delle informazioni ufficiali secondo le quali,
per fare un esempio, il mondo intero aveva creduto
all'inizio dello sgretolamento delle forze irakene vista la
resa senza colpo ferire di una intera divisione mai più
pensando che fosse una bufala. Oltre a tutto contrproducente.

I punti da vagliare
1) L'eliminazione non riuscita di Saddam. Cominciamo
dall'inizio. Per giorni si era parlato del terrificante
inizio con 500 o 800 missili Cruise, con 3000 bombe da
qualche idiota chiamate "intelligenti". Nulla di tutto
questo ma il tentativo di fare bingo al pèrimo colpo,
dell'eliminazione fisica, cioé, di Saddam, evidentemente da
qualche giorno seguito dall'intelligence nei suoi
spostamenti. Il bingo non riesce e tre ore dopo Saddam
compare in TV. Si parla di sosia ma la CIA, analizzata la
colonna sonora, conferma che é lui. Ha parlato con
un'espressione "tirata", e con inconsueti grandi occhiali
neri. A chi scrive é venuto in mente che quando gli é
esplosa, vicinissima, una bomba gola e occhi sono stati
messi a dura prova dai gas irritanti dell'esplosione...

Tant'é. Non riuscito il bingo Bush dichiara subito che la
guerra sarà più lunga del previsto. Evidentemente si puntava
sull'eliminazione del Rais e sul conseguente collasso del
regime. Se in questo caso non si può parlare di strategia
sbagliata, si può però dire che l'alternativa, come si é
sviluppata dopo che la prima opzione non si é realizzata, é
stata clamorosamente svagliata. E lo vediamo.
2) Il collasso dei militari irakeni. Era dato per
scontato che, esclusa la Guardia Repubblicana, le forze
militari irakene, male armate, male addestrate, costituite
da gente che non avrebbe avuto affatto la voglia di morire
per Saddam, al primo apparire delle avanguardie della
potente macchina bellica anglo-americana, avrebbero buttato
via divise e armi.

La notizia della resa di un'intera divisione, subito
all'inizio, confermava questa previsione. Solo che si era
trattato di una speranza, e quindi di una bufala. Gli
irakeni, imparata la lezione del 1991, non sono stati così
scemi come ha pensato qualche aquila del Pentagono da
scendere in campo aperto, facile obiettivo di aerei e
elicotteri Apache - per inciso: fossi un indiano Apache mi
offenderei a vedere messo questo nome a uno strumento di
morte! -. Le forze mandate in campo dagli USA si basavano su
questo collasso che non c'é stato, diventando insufficienti.
3) Il collasso del regime. Scontato, da parte delle
aquile del Pentagono, che il regime non avrebbe retto.
Addirittura commentatori influenti parlavano che sarebbe
stata questione di qualche giorno, non più. Il regime si é
rinforzato, proprio per aver dimostrato che l'Irak di fronte
al più potente esercito del mondo stava superando se stesso.
4) La rivolta degli irakeni. Veniva data per scontata
la rivolta interna, partendo dal fatto che il regime,
fondato sui sunniti, calpesta gli sciti che costituiscono il
60% della popolazione. Si sono dimenticati, sempre gli
analisti-aquila del Pentagono, due cose fondamentali. La
prima: nel 1991 i sunniti del sud si rivoltarono ma la
coalizione alleata non mosse un dito contro la repressione
di Saddam. La seconda: da oltre un decennio dura un embargo
pagato duramente da tutta la popolazione irakena, cosa che
il regime ha continuato a sottolineare, così come i
tentativi dell'Occidente, e del Papa, per cessare tale
embargo. Gli irakeni sono stati ampiamente informati che
questo non é stato possibile per lìopposizione USA, e
inglese.
5) Liberazione dell'Irak e non invasione. Oltre che
di quanto detto al punto precedente gli analisti-aquila non
hanno tenuto conto che per tutti questi anni gli irakeni
hanno visto gli aere USA e inglesi bombardare continuamente
il loro Paese. Persino gli oppositori di Saddam vedono i
militari anglo-americani come invasori e non come liberatori!
6) La guerra-lampo. Doveva in definitiva essere una
guerra lampo, secondo le solite aquile. Anche Mussolini ne
era convinto quando scese in guerra il 10 giugno del 1940, e
poi si sa come é andata a finire. Lo stesso budget
presentato al Congresso, 78,7 milioni di dollari, é fondato
sulla previsione di una durata di un mese del conflitto. Ne
parleremo.
7) La precisione delle bombe "intelligenti". Ci hanno
spiegato come missili e bombe di oggi siano enormemente
evolute rispetto a quelle usate nella Guerra del Golfo, sia
per potenziale distruttivo che per previsione assoluta.
Abbiamo visto missili finire in Arabia, Ira, Siria, Turchia,
questi veramente intelligenti perché tutti sono andati ad
esplodere lontano da abitati e senza fare danni.. Qualcun
altro di questi ordigni, fedele alla sua nome di
"intelligente", diabolicamente intelligente pari all'idiozia
di chi ha coniato questo aggettivo, ha scelto per esplodere
posti brulicanti di inermi persone, ben lontane da obiettivi
militari. In fatto di previsione siamo arrivati al punto che
un Patriot ha abbattuto un aereo inglese, e pensare che non
c'é un becco di aereo irakeno, neppure un aeromodello, che
vola!

Se le armi sono così "intelligenti", così precise, c'é da
pensare che siano gli armieri a non saper fare il loro
mestiere. Naturalmente ogni volta che uno di questi ordigni
manda al cimitero un po' di gente e tanti all'altri
all'ospedale non é che si registri un aumento di simpatia
per i "liberatori".
8) La vigilia. Sintetizziamo i brillanti risultati
degli analisti-aquile, rivedendo alcune tappe della vigilia.

- Le motivazioni: basta rileggere per capire, visto come
sono cambiate nel tempo, che quelle vere non sono mai state
dette. E lo si é fatto capire.

- Non si é previsto che Francia, Russia e Cina avrebbero
assunto una posizione ostile alla guerra.

-  Non si é previsto che
al Consiglio di Sicurezza non ci sarebbe stata una
maggioranza favorevole agli USA.

-  Non si é previsto che la Turchia avrebbe negato il
suo territorio per l'invasione, oltre a tutto scioccamente
presentando i piani di guerra senza attendere l'OK di quel
Parlamento.

-  Si sono trattati gli altri "come una pelle di fico",
persino il Papa, persino gli inglesi, alleati da sempre, con
la rozza affermazione del Ministro della Difesa Rumsfeld "se
gli inglesi non possono faremo senza di loro", definendo
Francia; Germania & C. "vecchia Europa".

-  Non ha importato nulla scardinare ONU, NATO, Europa
e loro credibilità.

-  Non ha importato nulla dilapidare il patrimonio di
simpatia accumulato dopo l'11 settembre.

-  Non ha importato nulla la considerazione di fare in
questo modo un grosso regalo al fondamentalismo islamico e
arrecare un danno grave ai governi arabi moderati e amici.

-  Non ha importato nulla persino l'intaccare il ruolo
della stampa negli Stati Uniti, quasi sacro, arrivando
persino al punto di chiedere di non trasmettere le immagini
dei soldati USA prigionieri e di quelli caduti. Preoccupati
delle conseguenze sull'opinione pubblica non hanno neppure
tenuto conto che tanto quelle immagini sarebbero state
ugualmente viste  con la TV satellitare.

-  E' stato invece dato credito all'opposizione irakena
in esilio, di una inconsistenza e di una inaffidabilità più
uniche che rare.


Ci fermiamo, anche se di altre considerazioni ce ne
sarebbero.

LA
SCELTA DELLA GUERRA BASATA SU TUTTO QUESTO!


Il problema grave é che la decisione della guerra, di questa
guerra, in questo modo, in questi tempi, è stata assunta
sulla base di un complesso di valutazioni rivelatesi
profondamente sbagliate. Nè oltre Atlantico possono tornare
indietro. Andranno per forza di cose avanti costi quello che
costi.

I
CONTI CHE SI FARANNO DOPO
Finita la guerra si conteranno i disastri, che poi dureranno
nel tempo.

Il più serio, strategicamente serio, é l'aver dilapidato
quel patrimonio di simpatia che l'11 settembre aveva
determinato nei confronti degli Stati Uniti in tutto il
mondo.

Nel mondo arabo i governi saranno, o per timore o per
servilismo, molto docili con gli USA ma fino a un certo
punto per la diffusione capillare nelle masse dell'ostilità
nei confronti degli Americani e in parte notevole, ahimè,
nei confronti dell'Occidente in genere.

La stessa credibilità di grande potenza é messa in dubbio
vista l'incapacità di utilizzare al meglio il preponderante
apparato militare.

Sul piano politico lo sgarro fatto all'ONU, alla NATO,
all'Europa avrà le sue inevitabili conseguenze nonostante
che la saggia Europa stia lavorando per ricostruire dalle
macerie di questi mesi.

Potremmo andare avanti, ma già questi cenni bastano.

MA
C'E' ANCHE CHI HA VINTO
C'é anche chi ha, comunque, vinto.

Ci sono da rimpiazzare strumenti bellici per cifre
colossali. Fatturati di tante società in verticale. Profitti
conseguenti. Quotazioni di borsa sensibili a questo
business. Non solo negli Stati Uniti. E' emerso chiaro, e
questo sia a destra come a sinistra, che se l'Europa vuole
contare qualcosa, oltre a trovare un comune denominatore
politico deve anche dotarsi di una forza militare adeguata,
quella che i bilanci attuali degli Stati membri sicuramente
non consentono di avere. Inevitabile l'aumento delle spese
per la Difesa, e non da poco visto che non bastano i soldati
ma occorrono anche attrezzature e mezzi di grande
sofisticazione.

Ha vinto chi, per il bene dell'umanità ci sarebbe da
augurarci finisse in fallimento.

Aggiunta: brindano al successo anche Bin Laden e gli
estremisti di tutto il mondo.

E
NOI?


E noi?

Abbiamo una sola scelta, che certamente la superficialità
dimostrata non meriterebbe, ma che il pensare al futuro
esige: non dimenticare che gli USA sono alleati, che il loro
cammino va di pari passo con il nostro, italiano ed europeo,
anche se in talune occasioni, come l'attuale, si allarga un
fossato.

Il tempo é galantuomo ed é inevitabile che gli USA si
accorgano che della saggezza europea non possono fare a meno
e che il sostituto d'oltre Manica, se può aver fatto comodo
non la può surrogare.
Alberto Frizziero


GdS 28 III 03  www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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