Guerra, la sintesi del Vaticano
Utile conoscere, testualmente, la posizione del Papa e del
Vaticano attraverso le dichiarazioni "ufficiali", nelle
quali, modestamente, ci ritroviamo in toto.
Il Papa all'Angelus di
domenica 16
In questa prospettiva di fede, desidero rinnovare un
pressante appello a moltiplicare l'impegno della preghiera e
della penitenza, per invocare da Cristo il dono della sua
pace. Senza conversione del cuore non c'è pace.
I prossimi giorni saranno decisivi per gli esiti della crisi
irakena. Preghiamo, perciò, il Signore perché ispiri a tutte
le Parti in causa coraggio e lungimiranza.
Certo, i Responsabili politici di Baghdad hanno l'urgente
dovere di collaborare pienamente con la comunità
internazionale, per eliminare ogni motivo d'intervento
armato. A loro è rivolto il mio pressante appello: le sorti
dei loro concittadini abbiano sempre la priorità!
Ma vorrei pure ricordare ai Paesi membri delle Nazioni
Unite, ed in particolare a quelli che compongono il
Consiglio di Sicurezza, che l’uso della forza rappresenta
l'ultimo ricorso, dopo aver esaurito ogni altra soluzione
pacifica, secondo i ben noti principi della stessa Carta
dell’ONU.
Ecco perché - di fronte alle tremende conseguenze che
un'operazione militare internazionale avrebbe per le
popolazioni dell’Iraq e per l'equilibrio dell’intera regione
del Medio Oriente, già tanto provata, nonché per gli
estremismi che potrebbero derivarne - dico a tutti: c’è
ancora tempo per negoziare; c'è ancora spazio per la pace;
non è mai troppo tardi per comprendersi e per continuare a
trattare.
Riflettere sui propri doveri, impegnarsi in fattivi
negoziati non significa umiliarsi, ma lavorare con
responsabilità per la pace.
Inoltre, noi cristiani, siamo convinti che la pace autentica
e duratura non è solo il frutto di pur necessari accordi
politici e intese fra individui e popoli, ma è dono di Dio a
quanti si sottomettono a Lui e accettano con umiltà e
gratitudine la luce del suo Amore.
3. Proseguiamo fiduciosi, cari Fratelli e Sorelle,
nell'itinerario quaresimale. Maria Santissima ci ottenga che
questa Quaresima non venga ricordata come un triste tempo di
guerra, ma come un periodo di coraggioso impegno per la
conversione e la pace. Affidiamo questa intenzione alla
speciale intercessione di San Giuseppe, del quale mercoledì
prossimo celebreremo la solennità.
Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre ha
aggiunto rivolgendosi ai fedeli e ai pellegrini convenuti in
Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus:
Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la seconda
Guerra Mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a
tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno
avuto quest’esperienza: "Mai più la guerra!", come disse
Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite. Dobbiamo
fare tutto il possibile! Sappiamo bene che non è possibile
la pace ad ogni costo. Ma sappiamo tutti quanto è grande
questa responsabilità. E quindi preghiera e penitenza!
Martedì 18: la responsabilità
In merito agli ultimi sviluppi della situazione
internazionale, il Direttore della Sala Stampa della Santa
Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato questa
mattina ai giornalisti la seguente dichiarazione:
Chi decide che sono esauriti tutti i mezzi pacifici che
il Diritto Internazionale mette a disposizione, si assume
una grave responsabilità di fronte a Dio, alla sua coscienza
e alla storia.
GIOVedì 20: LAMENTO PER L'IRAK, DEPLORAZIONE PER GLI USA
Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín
Navarro-Valls, ha rilasciato questa mattina ai giornalisti
la seguente dichiarazione:
La Santa Sede ha appreso con profondo dolore l'evolversi
degli ultimi eventi in Iraq. Da una parte, lamenta che il
Governo iracheno non abbia accolto le risoluzioni delle
Nazioni Unite e lo stesso appello del Papa, che chiedevano
un disarmo del Paese. Dall’altra parte, deplora che si sia
interrotta la via delle trattative, secondo il Diritto
Internazionale, per una soluzione pacifica del dramma
iracheno.
In tale situazione si è appreso con soddisfazione che le
varie istituzioni cattoliche in Iraq continuano a svolgere
le loro attività di assistenza a quelle popolazioni. Per
contribuire a quest'opera di solidarietà, anche la
Nunziatura Apostolica, retta dall'Arcivescovo Mons. Fernando
Filoni, rimarrà aperta in questo periodo, nella sua sede di
Bagdad.
VENeRdì 21: ERA TUTTO DECISO
Uno dei Cardinali che ha operato per la pace ha dichiarato
in TV che si é arrivati alla situazione attuale nel modo più
deplorevole. Ha però aggiunto che tutto era stato già deciso
da tempo. Conferma cioé autorevolissima di quanto abbiamo
scritto a conclusione dell'editoriale dell'8 marzo: questa volta é una questione di "papiro".
Red
GdS 18 III 03 www.gazzettadisondrio.it