La Gazzetta di Sondrio aveva ragione, molti altri avevano torto: la conferma addirittura da Bush!

Scontato che avessimo ragione - Bush ci ha, ovviamente, dato ragione - Avevamo scritto... - Appuntamento, ahimé, al 2010

SCONTATO CHE
AVESSIMO RAGIONE

Che la Gazzetta di Sondrio
avesse ragione in praticamente tutte le sue valutazioni sulla
guerra irakena lo sanno benissimo i lettori attenti. Se qualcuno
oggi scrive - non quindi parlando all'insegna del detto "verba
volanto, scripta manent" - di cose che capiteranno domani e,
arrivato il domani, si verifica che le previsioni erano giuste,
ci sono due casi, due spiegazioni dunque. O si tratta i doti
profetiche (ma allora le impiegheremmo molto meglio giocando al
Superenalotto), oppure, molto più realisticamente, si deve
riconoscere che le valutazioni sul futuribile, ovvero il futuro
possibile, erano state fatte saggiamente, con un'attenta analisi
dei dati e delle situazioni.

Il giornale nel fare valutazioni sul futuro rischia la sua
reputazione, perché indovinare é arduo, sbagliare é facile. Noi
non tiriamo ad indovinare. Noi cerchiamo di stabilire i dati di
partenza, le condizioni al contorno, le caratteristiche dei
protagonisti, i dati oggettivi, gli elementi legati alla
psicologia di massa, di rilevantissimo interesse, e poi, fatto
tutto questo passiamo al fronte matematico dove due più due fa
sempre quattro, e più tre fa sette e così via.

BUSH CI
HA, OVVIAMENTE, DATO RAGIONE


Che Bush dunque si decida, sotto la spinta di sondaggi sempre
più catastrofici, a dire la cose come sono, in particolare ad
ammettere errori (in Italia sarebbe disastroso, negli Stati
Uniti la pubblica ammissione di un errore fatto viene
stranamente giudicata quasi una virtù!) non fa altro che dare
ragione alla Gazzetta di Sondrio che a suo tempo aveva
dimostrato come la scusa per scatenare la guerra - inizialmente
il terrorismo, poi ovviamente pista abbandonata per passare alla
fola delle armi di distruzione di massa fosse - fosse, appunto,
una fola. Era - si vadano a leggere gli articoli, rimasti in
rete, sulla "questione del papiro"! - una posizione, quella del
giornale, di pochi.

Adesso che persino il Presidente degli Stati Uniti ha dato
ragione alle documentate tesi del nostro giornale, vale la pena
i chiedersi chi e come ha determinato una fallimentare politica
degli USA. Neppure gli esiti elettorali, molto amplificati,
possono essere considerati positivamente. Sciti e Curdi sono la
maggioranza in Irak. Tolto il potere ai Sunniti é lapalissiano
che ci sia un successo nelle vituazioni, cosa che però non
risolve il problema dei Sunniti. Il tutto con l'interrogativo
che cosa succederà fra tre o quattro anni, viste le tendenze
fondamentaliste ed anche quel che é successo in Iran.

AVEVAMO
SCRITTO...


Quanto alle ragioni che hanno determinato gli errori strategici,
e qualcuno anche tattico, riportiamo quanto avevamo pubblicato
alla vigili della guerra, quando oltre Atlantico si pensava ad
una guerra-lampo di due-tre giorni e non certo ai costi, di
300 miliardi al giorno tanto che nei primi due anni se ne sono
andati 200 miliardi di dollari.

Chi ha portato Bush decisamente fuori strada é stato il
Pentagono. Vediamone i personaggi, riproducendo parte di un
nostro articolo in periodo pre-bellico:


"Merita la ripresa da uno ampio e documentato scritto di Aleks
Minak di alcuni cenni sui rapporti tra uomini di governo USA e
industria militare.


Partiamo da un colosso, la BOEING. Il 40 per cento dei suoi
proventi annuali deriva da vendite di armamento di cui nello
scritto citato viene fornito l'ampio catalogo.

- Richard Armitage, attuale vicesegretario di Stato e consulente
del Pentagono dal '75, è presidente della "Armitage Associates
LLP", consulente della Boeing.

- Karl Rove, alto consigliere (senior advisor) del Presidente, è
azionista della Boeing.

La società ha dato contributi elettorali - che negli USA vengono
dichiarati, e questo é positivo, al Senato a Ted Stevens
(repubblicano dell'Arkansas), il presidente dell'Appropriation
Committee (ossia dell'ufficio acquisti), alla Camera a John
Murtha (democratico), Jim Moran (democratico), Norm Dicks
(democratico), tutti e tre siedono nell'Appropriation Committee
per la Difesa.


Vediamo un altro colosso, NORTHROP GRUMMAN con grande budget
militare.

- James Roche, attuale ministro per l'Air Force, ne è stato
presidente.

- Dov Zakheim, vicesegretario alla Difesa col compito di
Comptroller (capo della contabilità), né è stato consulente.

- Douglas Feith, viceministro della Difesa per la Policy, è
presidente dell'ufficio legale Feith & Zell (import-export di
armi con Israele) che ha fra i suoi clienti proprio la Northrop.

- Paul Wolfowitz, terzo viceministro della Difesa, in pratica il
numero 2 del Pentagono, ne è stato consulente.

Al Senato, hanno ricevuto contributi elettorali il capo della
maggioranza Trent Lot, John Warner (presidente dell'Armed
Services) e Ted Steves (presidente dell'Appropriations
Committee).


Altro colosso, RAYTHEON che produce, oltre a varie armi
sofisticate, il missile da crociera Tomahawk BGM-109, quelli
lanciati per primi su Bagdad - ogni missile costa 2 milioni di
dollari -.

- Il vicesegretario di Stato Richard Armitage, attraverso la sua
ditta Armitage Assoc, è stato consulente di tale società.

- Sean O'Keefe, oggi vicedirettore dell'Office of Management and
Budget, insomma quello che tiene i cordoni della borsa pubblica,
è stato consulente di tale società.

La Raytheon ha dato un contributo elettorale anche a Edward
Kennedy, che oggi al Senato presiede la commissione Armed
Services.


Altro colosso, LOCKHEED MARTIN, massimo contractor militare.

Suoi ex alti dirigenti della Lockheed siedono ora nel governo
Bush.

- Peter Teets, già amministratore delegato della ditta, è oggi
assistente segretario all'Air Force

- Gordon England, ex presidente dell'azienda, è segretario
(ministro) alla Marina da guerra.

- Everet Beckner, l'ex vicepresidente, ora è al Dipartimento
dell'Energia in qualità di Amministratore dei Programmi di
Difesa.

- Norman Mineta, anche lui vicepresidente Lockheed e azionista
fra i maggiori, è diventato ministro dei Trasporti.

- Lynn Cheney, moglie di Dick Cheney, vicepresidente degli Stati
Uniti, è alto dirigente della Lockheed.


Chiudiamo con la General Instruments Corp.

Ne è stato proprietario Donald Rumsfeld, attuale numero 1 del
Pentagono; che aveva avuto a che fare anche con la General
Dynamics (aerei senza pilota)".

Con un'aggiunta:

"Nella primavera del 1997, alcuni di loro fondarono il Project
for the New American Century (PNAC), il Progetto per un nuovo
secolo americano, e cominciarono a fare pressioni per un
cambiamento di regime in Iraq.

Rumsfeld, che non ha mai rinunciato a nessuna idea in grado di
contribuire alla sua causa rispose che "l'assenza di prove non è
prova dell'assenza".

Concordo con Jay Bookman, un redattore dell'Atlanta
Journal-Constitution, quando chiede, "Perché l'amministrazione
sembra non preoccuparsi di una strategia di uscita una volta
destituito Saddam? Perché non ce ne andremo. Dopo la conquista
dell'Iraq, gli Stati Uniti creeranno basi militari permanenti
nel paese da cui dominare il Medio Oriente, il vicino Iran
compreso". (16)


APPUNTAMENTO, AHIME', AL 2010


Ritireremo, tutti, Italia e USA compresi, soldati nel 2006. Non
é possibile fare altrimenti. Ma non perché lo Stato irakeno,
ricostituito, sia in grado di marciare con le sue gambe. Lo
vedremo nel 2010.

GdS


GdS 20 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

GdS
Politica