ELEZIONI 2013 VISTE DA SONDRIO: QUANTI SALVATI DALLE ACQUE!

Le elezioni politiche del 2013 passeranno come "le elezioni dei salvati falle acque".

Chiariamo subito che le acque non c'entrano per niente, sono solo il richiamo a chi da loro é stato salvato, ovvero No*. E chiariamo ancora che nepopure Noé c'entra se non figurativamente. Ci serve infatti per richiamanre la sua lunga durata visto che tornò alle terra 959 anni dopo la nascita, secondo solo a Matusalemme, recordman con 969 anni. Assodato che il riferimento a Matusalemme non lo toglie nessuno a Giulio Andreotti ('il potere logora chi non lo ha', gli aspiranti al paragone con Noé sono diversi.

Cominciamo dal più sorprendente di tutti, almeno fino a pochi mesi fa, ovvero Di Pietro.

DI PIETRO

L'acesa di Di Pietro, cominciata nel 1988,aveva toccato il culmine nelle e 2008 quando riuscì a portare in Parlamento 29 deputati e 14 senatori contravvenendo però all'impegno preelettorale di fare Gruppi unici con il PD (che se ne sta ricordando). Le disgrazie non vengono mai sole, e così, con una sorprendente sincerità, eccolo sentirlo dire in TV "non ci vogliono, non ci vuole più nessuno". Finito in acque limacciose per via dei quorum a Camera e Senato perché i numeri sono scesi ai minimi storici e diversi personaggi del suo partito hanno veleggiato verso atre rive. E' arrivato Ingroia che lo ha imbarcato. C'é ancora, salvato dalle acque. In posizione subordinata ma c'é.

FINI E CASINI

C'era stata una sorta di fiera delle illusioni. L'arrivo di Rutelli. Poi di sindacalisti eccellenti. Poi, astro radioso, Luca di Montezemolo. Sembrava - a loro, non certo al più modesto degli analisti politici - arrivasse con schiere di elettori al seguito, ma non bastano evidentemente gli articoli propizi di giornali vicini. Erano obiettivamente in difficoltà a presentarsi da soli nonostante la sovraesposizione mediatica di Casini. oggettivamente favorita dal ristretto quadro parlamentare. Quasi irrisorio infine il consenso a Fini, sceso di molto nella parabola, e se ne analizzeranno le ragioni con il parallelismo di ruolo, funzioni e curve politiche con Bertinotti, come lui andando alla Presidenza della camera... E' arrivato Monti e qui non importa sulla spinta di chi e come. Anche se non ntutto é oro quel che luccica e le previsioni sono state in parte cospicua disattesen un 'centrino' c'é con speranze governative. Dalle acque perigliose ai Monti tranqullizzanti.

IL PDL

Il PdL, orfano dei Berlusconi, rischiava di affondare fra partiti, partenti, rimasti ma in forse, rimasti certi ma divisi da altri rimasti certi. Era il tempo in cui Bersani poteva permettersi di guardare gli altri con emiliano distacco, sornionamente sorridente nel vedere che gli altri si scavavano la fossa da soli. Due salvatori che hanno tirato fuori il Partito dalle acque prima che arrivassero alle rapide. Il primo ovviamente il Cavaliere che con il suo ritorno é riuscito ad accorpare un bell po' di gente e a tentare di fare il bis del 1994. Il swecondo, parallelamente e nolente, Bersani. Di fronte infatti alla quasi certezza di un portone di Palazzo Chigi spalancato per il passaggio di consegne da Monti a Bersani in molti hanno fatto i conti e si sono iscritti nel catalogo destinato a chi non nevuol sapere di una simile ipotesi.

BERLUSCONI

Un altro tirato fuori dai gorghi del fiume é proprio il Cavaliere per due ragioni. Una é quella della citata quasi certezza di un portone di Palazzo Chigi spalancato per il passaggio di consegne da Monti a Bersani

La seconda riguarda loo spappolamento che il PdL rischiava. In entrambe le ipotesi sarebbe stata la definitiva e totale sconfitta, pesantissima per chi si sente vocato al podio, in particolare a quello che non ha i gradini per 2° e 3°. Chi l'ha tirato fuori?m Lui? No, le due ragioni che lo hanno obbligato a nuotare sino a riva.

LA LEGA

La Lega era in situazione obiettivamente difficile per i problemi relativi allo staff del segretario Bossi. In qualche momento é capitato che prevalesse lo sconforto come del resto i sondaggi eloquentemente indicavano. Nelle TV andavano persone credibili come Tosi, Cota, Salvini cercando di limitare i danni. Poi il salvagente: Maroni. Le carte in regola venendo da un'esperienza ministeriale di tutto rispetto, Indubbiamente é stato uno dei migliori titolari del Viminale con la brillante serie di mafiosi, tutti i più pericolosi, finiti dentro e una lunga serie di beni sequestrati. Dulcis in fundo la sua candidatura a Governatore. A riva la Lega l'ha tirata. Poi si vedrà se l'immersione ha lasciato qualche segno o no.

ALTRI SALVATI

Ci sono poi altri salvati dalle acque. Sono quelli i cui nomi non fanno grande notizia, nemmeno notizia senza aggettivi. Quelli che ottenendo un posto ai piani alti di questa o quella lista, da ospiti, si sono assicurati quella elezione che la loro lista di appartenenza non avrebbe mai assicurato per l'impossibilità di superare i quorum.

CHI IN ACQUA C'E' FINITO

Il bilancio complessivo deve essere in pareggio. Non possono essere tutti salvati. Se alcuni sono andati su altri sono andati giù. I due principali protagonisti di questa astagione, almeno fino ad ora senza pregiudizio per come andranno le cose nel futuro.. Vediamoli.

BERSANI

Bersani deve avere qualche incubo notturno - non ne avesse sarebbe da stra-ammirare - pensando ad una data ferale per la sinistra, il 1994. Grande entusiasmo avevano destato a sinistra i risultati delle amministratie del 1993 con tutti i grandi centri finiti con Sindaci, direttamente eletti, di sinistra. Non c'erano barricate a opporsi a un movimento che sembrava inarrestabile. Per il segretario del PDS Achille Occhetto il trasloco da Botteghe Oscure a Palazzo Chigi sembrava una formalità, tanto che Occhetto era andato alla City con un significato preciso, quello di rassicurare i mercati sul suo futuro Governo. In preparazione del voto si coalizzò una imponente 'macchina da guerra' ovvero l'Alleanza dei Progressisti che raccoglieva oltre il PDS, Rifondazione, Cristiano-sociali, Rinascita socialista, PSI, Verdi, La Rete, Alleanza Democratica. I conti senza l'oste, il Cavaliere, riuniti ad Arcore 60 nomi del Gotha dell'economia italiana, partì con Forza Italia spopolando. Ingroia ha salvato Di Pietro ma ha creato difficoltà a Bersani già sotto tiro di Grillo e poi le difficoltà con Monti anche per la variabile Albertini che, secondo il PdS, rende un favore a Berlusconi. La più grossa fiondata gli é venuta però da Monti. Era stato preso per cercare di seppellire il berlusconismo. Il PdS era stato il suo principale sostegno sentendosene dietro da altri della sinistra ma anche da qualcuno del suo Partito. Monti aveva detto che la sua esperienza sarebbe stata solo per il tempo della durata del governo. Poi la virata e la discesa in campo a questo punto di fatto con un favore a Berlusconi. Da notare che contro questa inversione di programmi il primo a sparare contro é stato D'Alema. Non ha perso le speranze, certo in molti hanno remato contro... Un capuitolo ancora da scrivere.

GRILLO

Infine Grillo. Da percentuali elevate, registrate da sondacci di qualche mese fa, Grillo é sceso di parecchi e non gli ha certanete portato via i voti il centro-destra. Poi lo dicono in recupero. Oggettivamente, comunque stiano le cose, non é in mezzo al fiume a lottare con la corrente. Non lo ha salvato nessuno né lui ha salvato qualcuno.

( Da "diario di una elezione eustorgica" )

Politica