PRODI A RISCHIO DIMISSIONI

Non per il tonfo elettorale ma per il caso Visco

Prodi a rischio dimissioni.

In diverse occasioni le sue risposte a bruciapelo a domande che gli venivano fatte sono state, eufemismo, di un disarmante unico. Basta pensare alla risposta se ci sarebbe stato dibattito in Parlamento sul caso Rovati: “Ma siamo pazzi?”. Poi naturalmente in Parlamento si è discusso. Sempre fra lo stizzito e lo scostante, compreso il commento recente al discorso del Presidente della Confindustria “si commenta da solo”, quando è regola per i leaders, salvo solo l’eccezione, di fare buon viso a cattivo gioco.

Sul caso Visco è stato lapidario: “Propaganda”. Una parola di 10 lettere con la quale ha messo a repentaglio il suo Governo.

Anche il caricatore d’alpe di Postalesio o il filosofo della Sorbona, o il playboy della Costa Smeralda, che non seguono gli eventi politici se non nei pochi minuti del TG seguiti distrattamente, fanno due più due. C’è un verbale nel quale il Comandante generale della Guardia di Finanza dichiara di avere ricevuto pressioni fortissime dal Ministro delle Finanze Visco (formalmente è Viceministro dell’Economia, in realtà ha campo libero per le Finanze off-limits per il Ministro Padoa Schioppa. Motivo: il trasferimento da farsi per quattro alti ufficiali della Finanza che pare indagassero sulla vicenda finanziaria interessante l’Unipol, la società di fatto delle cooperative rosse. Oggi da più parti, nell’intento di ridimensionare la faccenda per accreditare la tesi che non vi sia stato faccendiere, si è detto che i trasferimenti in realtà non sono avvenuti. Ci si guarda bene dal ricordare perché non sono avvenuti. In realtà i quattro stavano facendo le valige quando è intervenuta la Magistratura milanese, preoccupatissima in quanto il trasferimento sarebbe stato un duro colpo alle indagini in corso visto che i quattro stavano lavorando in profondità su diverse inchieste. Visco smentisce categoricamente con un disagio crescente nella stessa maggioranza nella quale si sono levate diverse voci, anche autorevoli, a dimostrazione di tale disagio e con richiesta di chiarimento. La difesa è in obiettiva difficoltà, per cui fa tenerezza la dichiarazione che esce dalla Procura di non aver ravvisato alcun reato nell’operato del Viceministro in quanto se anche così fosse la questione non è affatto di carattere penale ma è già politicamente gravissima, se confermata, e destinata a esplodere se emergessero collegamenti con Unipol. Opposizione naturalmente all’attacco. Richieste di discussione in Parlamento accolte con imbarazzo con comportamenti successivi dilettantistici. Voler sfuggire al dibattito parlamentare, oltre ad aggravare i sospetti della stampa e della gente comune, non ha evitato la discussione parlamentare ma ha addirittura portato ad una mozione che verrà discussa e votata in Senato. Lì saranno le cinque della sera di Garcia Lorca. Non si può sfuggire al refrain che dura da giorni, dei due uno ha mentito. Ergo, o va a casa il Comandante generale della Guardia di Finanza, con gli alti ufficiali che ne sostengono la posizione, o va a casa il Viceministro. In questo caso il Presidente del Consiglio che aveva definito “propaganda” la cosa, non resta che recarsi al Quirinale e a Napolitano non resta che prendere atto. Se poi tornasse in Parlamento per la fiducia avremmo un Presidente del Consiglio con addosso la macchinetta dell’ossigeno, quella per i reni e 32 pace-maker.

Quell’insensata affermazione, “propaganda”, peserebbe anche nel caso che Visco dovesse dare le dimissioni perché queste dimostrerebbero che propaganda non era e Prodi sarebbe passibile di accusa di aver voluto dribblare la cosa.

Ma allora? Gira voce dell’avvenuta invenzione di una soluzione apparentemente salomonica: “per consentire di far luce sulla questione” Visco rimette le deleghe, quelle che possono riguardare l’affaire, al Ministro, rimane al suo posto e continua a fare il suo lavoro per il resto. Posto che l’intera Unione accetti questa linea, e solo per evitare un grave collasso, sul piano politico sarebbe un altro colpo. E lo sarebbe anche per il Partito Democratico in formazione, già sotto polemica su diversi fronti: le critiche di Parisi, la nomina nel Comitato - che doveva essere dei 13 ed è diventato dei 45 - di Bassolino dopo la disastrosa conduzione del problema dei rifiuti da parte sua, di chi poi era stato osannato come l’uomo della rinascita di Napoli e del futuro radioso per la Campania con la sua nomina a Governatore, alcune insofferenze dell’ala tradizionalista della Margherita, l’influenza delle secessioni dal PDS, nonché, sotto le coperte, l’ipoteca personalistica di Prodi.

Potrebbe invece svilupparsi, senza emergere troppo da dietro le quinte, specie per i dettagli (chiamiamoli così!), una soluzione per così dire “istituzionale”. Un contemperamento delle posizioni di Visco e del Comandante della GdF negoziato anche con il centro-destra per depotenziare l’effetto della mozione in un quadro allargato di intese, ovviamente riservate. Soluzione certamente vista come il fumo negli occhi da Prodi che però in questo caso dovrebbe fare di necessità virtù. Mangiare questa, amara, minestra per evitare di saltare – non per scelta – dalla finestra.

Anche un po’ di fantapolitica

Diamoci alla Fantapolitica. Estate. Come un siluro di ultima generazione, quelli per i quali non c’è corazza che possa resistere, era scoppiato il caso Unipol. A parte le amenità come la cinquantina di miliardi “guadagnati” in un fiat dal numero 1 di Unipol Consorte, sia pure a metà - ,ma il movimento delle Coop non aveva niente da dire?, sembrava diffondersi un certo tremore nel Palazzo. Vero? Non vero? Facciamo pure l’ipotesi “fantapolitica” di responsabilità “politiche”, magari anche solo oggettive (come si può pensare nel vertice dell’Unipol a persone non di stretta osservanza partitica?). Un grave rischio sul piano politico e di conseguenza governativo.

Ricorriamo ad una specie di parabola. Poniamo che nel mondo virtuale della fantapolitica ci siano quattro, diciamo, ispettori “troppo curiosi” , sia pure per mandato della Magistratura, che scavano. Sempre nella versione fantapolitica chi può fermarli lo faccia. Al posto giusto poniamo che ci sia l’on. Zorro, quello che prende ai ricchi e dà ai poveri. Galantuomo. Gli dicono di fare e fa. Prende cioé il suo lazo, lo lancia, impacchetta i quattro, li carica sulla diligenza e li spedisce in crociera sul Missouri. In una storiella di questo genere Zorro, che peraltro è un galantuomo, fa quello che deve fare il fine, si sa, giustificando i mezzi… Fantapolitica. Rovescio della medaglia. Zorro non c’entra. Mistero, anche nella fantapolitica perché si facciano certi verbali.

Tornando alla politica

Tornando alla politica non dimentichiamo un particolare e cioè che Visco è stato difeso a spada tratta dal segretario della DC Rotondi che ne ha sostenuto l’onestà esortando a cessare la polemica nei suoi confronti, La posizione ha sorpreso. In ogni caso per chiunque vale la presunzione di innocenza sino a dimostrata colpevolezza.

Viceministro e Comandante della GdF quindi ancor oggi innocenti tutti e due. Uno dei due non lo é. Giusto dire che si aspetta di sapere quale.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Politica