ELUANA. DOPO IL NO DELLA CORTE EUROPEA, LA PAROLA A GOVERNO E PARLAMENTO

Come era prevedibile, il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo è stato dichiarato irricevibile. Una decisione che non modifica la situazione di Eluana perché non sfiora neppure lontanamente la sostanza di quello su cui era stata invitata ad intervenire. La Corte infatti può ricevere soltanto le istanze delle vittime attuali dei provvedimenti di uno Stato. La vittima attuale, in questo caso è Eluana la cui vita è in pericolo per un provvedimento giudiziario definitivo, ma chi può rappresentarla non la difende, anzi è proprio la parte che ha sollecitato gli interventi della magistratura. Tuttavia resta molto significativo che alla Corte europea abbiano fatto ricorso le tante vittime potenziali di quelle stesse sentenze: promotori del ricorso sono infatti state le associazioni di persone disabili in condizioni simili a quelle di Eluana. Ciò da un lato dimostra i rischi generali che le decisioni dei giudici determinano per il futuro, dall'altro esprime l'angoscia per il pericolo gravante sulla vita umana che si esprime anche attraverso tentativi disperati di salvarla. In questa situazione diviene sempre più urgente l'intervento del legislatore e suggerisce anche l'opportunità che il governo anticipi il lavoro del Parlamento con un decreto legge che in solo articolo stabilisca che nessuno, né ora né mai in Italia, può essere lasciato morire di fame o di sete, neppure se malato terminale o in stato vegetativo permanente. continua»

Movimento per la Vita

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