REFERENDUM PER ABOLIRE L’ATTUALE LEGGE ELETTORALE. LE LINEE DI QUELLA NUOVA

Non ho scritto per qualche settimana perchè volevo finalmente parlare non di qualcosa da fare in futuro, ma di iniziative immediate. Perciò riprendo oggi. Perchè oggi inizia una nuova avventura: sono appena tornato dalla Cassazione dove assieme a un gruppo nutrito (anzi nutritissimo) di amici ho depositato il quesito per un nuovo referendum. E' un referendum sulla legge elettorale, come ti avevo annunciato. Non siamo innamorati dei referendum; il fatto è che ancora una volta è l'unico strumento che abbiamo in mano per dare una boccata d'aria fresca in una politica sempre più vecchia e stantia.

Cominciamo dal contenuto del referendum. Se passa il premio di mggioranza non andrà a una coalizione, ma a una sola lista. Per entrare in Parlamento non basterà l'1 e qualcosa per cento, ma occorrerà il 4% alla Camera e l'8 % (regionale) al Senato. E infine chiunque potrà candidarsi in un solo collegio, e non in venti o ventuno come è capitato alle ultime elezioni.

E' poco o molto? Rispondimi tu. Certo non risaniamo tutti i mali dell'Italia. Ma sai da quanti partiti è composta la maggioranza? Dodici. E' possibile governare (bene) con dodici? No, è chiaro, e lo vedi tutti i giorni. Non c'è provvedimento lanciato da Di Pietro che vada bene a Mastella, non c'è idea di Prodi che faccia contento Rutelli, e Padoa Schioppa non deve vedersela con un gruppo parlmentare ma c on una quantità di fazioni. Così andiamo a fondo, credimi. Con il nostro referendum chi vuole vincere dovrà fare una sola lista, un solo programma, un solo candidato a Premier. Dopo ricominceranno a litigare, certo, ma nessuno potrà dire che è in Parlamento con i suoi voti, i suoi simboli, i suoi fedelissimi.

In realtà sarà una spinta fortissima alla creazione di due grandi partiti, il partito democratico da un lato e il Partito popolare europeo dall'altra (qualcuno lo chiama partito delle libertà, ma non cambia molto). Sarebbe un passo avanti verso una Italia più europea, meno partitocratica, più seria e più stabile.

Nel comitato (ti scriverò al più presto tutti i nomi) c'è innanzitutto la vecchia e gloriosa pattuglia referendaria. Augusto Barbera, Antonio Martino, Stefano Ceccanti, Giovanni Guzzetta (che ha inventato il quesito del 91 e anche quello di oggi), Pietro Marzotto. Ci sono Presidenti di Regione come Illy, Bassolino, Bresso, sindaci come Adriana P oli Bortone, politologi come Panebianco e Berselli. Vi è una rappresentanza trasversale, come si dice oggi, cioè personalità di destra e di sinistra. E nell'Italia di oggi è quasi un miracolo.

Avremo modo di parlarne a lungo, ma mi fermo qui, perchè ti faccio una domanda: sei d'accordo? E se lo sei ci aiuterai? I modi sono tanti, e se vuoi li vedremo assieme: dalla costituzione di comitati locali all'aiuto nella raccolta delle firme, che inizierà in primavera, ad altre cose che potremo studiare assieme. Se ci credi abbiamo bisogno del tuo aiuto, perchè la battaglia sarà dura. Può essere una grande occasione, credimi.

Mario Segni

Mario Segni
Politica