09 11 20 SCUOLA DI FORMAZIONE PER PUBBLICI AMMINISTRATORI DEL CIRCOLO CULTURALE PIDIELLEINSIEME - IL MINISTRO ROTONDI OSPITE DEL SECONDO APPUNTAMENTO: «CIÒ CHE FACCIAMO È FRUTTO DELLA FIDUCIA CHE LA GENTE HA NELLA POLITICA»

Colorina (So), 21 novembre 2009. I settanta iscritti alla scuola di formazione per pubblici amministratori organizzata dal Circolo Culturale Pidielleinsieme hanno oggi potuto seguire una serie di interventi legati al tema: "Società civile, Politica e Istituzioni. Insieme per far funzionare un popolo". In apertura dei lavori, dopo i saluti dell'on. Maurizio Del Tenno e di Pierangelo Bonetti, responsabili politici del Pdl della provincia di Sondrio, il consigliere regionale Giovanni Bordoni ha rimarcato l'importanza del successo di questa scuola, evidenziato già nel primo appuntamento dello scorso 7 dicembre e comprovato dall'elevato numero di iscritti, sottolineando che «questa è la dimostrazione che la nostra classe dirigente ha un forte senso di responsabilità e vuole essere preparata».

"Ospiti d'onore" della giornata sono stati Gianni Rossoni, vicepresidente della Regione Lombardia e il Ministro per l'attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Rossoni ha sottolineato l'importanza del concetto di «conoscere per poter decidere, che ben si adatta all'iniziativa di questa scuola di formazione». La gente, ha proseguito Rossoni «ha l'esigenza di essere informata sulle scelte politiche. Ma non solo, vuole anche essere coinvolta, partecipare direttamente a queste scelte. I cittadini chiedono sempre più di avere a disposizioni luoghi e strumenti di confronto, per poter partecipare al governo delle cose. Insomma, si avverte il bisogno di mantenere il rapporto tra l'elettore e l'eletto». Da questo punto di vista Regione Lombardia è all'avanguardia. «La nostra Regione è arrivata prima di tutte le altre, e rappresenta un esempio che viene "monitorato" dalle regioni più sviluppate d'Europa. Fin dal periodo 1993/95, con il Piano di Sviluppo gli enti locali sono stati chiamati a condividere con la Regione il governo dello sviluppo». Quello del Piano di Sviluppo è stato solo l'inizio, cui ha fatto seguito, nel corso degli anni seguenti, una serie di "aperture" al territorio che è passata attraverso atti quali la programmazione negoziata, l'Accordo quadro di sviluppo territoriale, il Patto per lo sviluppo. Un percorso che ha portato alla situazione attuale, che vede sedere ai tavoli decisionali, a seconda degli argomenti trattati, tutte le categorie produttive, le rappresentanze locali e i soggetti che operano attivamente sul territorio, primo fra tutti il terzo settore. «In momenti come questi - ha concluso Rossoni -, caratterizzati da situazioni economiche difficili, la condivisione diviene la vera forza dell'efficacia di una scelta, di un'azione. Per questo sarebbe auspicabile allargare il sistema così ben impostato dalla regione non solo alle realtà territoriali corrispondenti nel resto del Paese, ma anche a livello amministrativo minore, quello degli enti locali e territoriali».

Per il ministro Gianfranco Rotondi, poter allargare il sistema lombardo al resto del Paese sarebbe davvero auspicabile. Soprattutto, ha voluto ricordare: «Il sistema lombardo è un esempio da seguire per la sua capacità di agire sempre con un occhio attento al bilancio. Prendiamo a esempio la sanità lombarda che è in pareggio e attira cittadini da tutta Italia: in questo caso si evidenzia una grande capacità di programmare la tendenza al riordino dei bilanci pubblici, che deve essere perseguita da ogni buon amministratore». Troppo spesso, ha continuato il Ministro, soprattutto nel corso delle campagne elettorali, i politici tendono a promettere il soddisfacimento di tutti i desideri dei cittadini, indipendentemente da quelle che sono le risorse a disposizione e le capacità dell'ente per cui si candidano. «La regola fondamentale, invece, deve essere: mai fare promesse che non si possono mantenere!». Sull'accesso alla politica della società civile nel mondo della politica, soprattutto ai più alti livelli, Rotondi ha ammesso che non è una situazione che si possa verificare con facilità. «L'esempio di Berlusconi non deve trarre in inganno - ha detto - la sua storia dell'entrata in politica, come tante altre cose da lui fatte, ha qualcosa di eccezionale. Per questo molto difficile da replicare. Del resto una volta gli stimoli a gettarsi nell'agone politico erano molto maggiori, oggi il "prodotto" non suggestiona più. Per questo è necessario che la politica si rimetta quel vestito di dignità e solennità che si merita. Anche perché l'antipolitica è l'anticamera dell'autoritarismo. Non dobbiamo mai dimenticarci, noi che operiamo nella cosa pubblica, che ciò che facciamo è frutto della fiducia che la gente ha nella politica».

Prima di loro si erano succeduti gli interventi di Danilo Sava, capogruppo del Consiglio comunale di Sondrio che ha ricordato che «non è possibile fare politica se non c'è un supporto di ideali. Per questo servono persone che credano in questi ideali e che partano da una concezione del potere come mezzo per servire il popolo. Non bisogna mai dimenticare che la politica nasce dal popolo, ma il rischio che se ne allontani è sempre dietro l'angolo e si accentua quando il politico non si chiede: perché faccio politica?»; di Patrizio Del Nero, presidente del Consiglio Provinciale di Sondrio, che ha sottolineato il ruolo delle istituzioni che, in applicazione del concetto della sussidiarietà, per cui le istituzioni centrali hanno l'unico compito di "aiutare a fare", è divenuto «estremamente importante. Gli amministratori locali non devono solo risolvere i problemi del territorio ma devono anche saper esercitare il loro "potere", in senso positivo, attraverso l'applicazione di valori fondamentali, che sono i principi della stessa politica e sono l'unico antidoto contro la cosiddetta amministrazione cattiva»; del Segretario generale della Camera di Commercio di Sondrio Marco Bonat che ha raccontato di come la società civile stia sempre più assumendo un ruolo fondamentale nella gestione della "cosa pubblica": «Lo Stato dà sempre maggiori spazi alla società civile ed è giunto il momento che questa mostri consapevolezza dell'importante ruolo che le viene assegnato».

Politica