UNIONI DI FATTO. IL DISSENSO E LA NOSTRA REPLICA

Sulla questione delle Unioni di fatto abbiamo ricevuto la presente nota che pubblichiamo integralmente, con nostro commento conclusivo

“Come vede non ci sono assolutamente filtri....

Ma mi consento di dissentire dalla sua visione del problema.....

In primis mi spieghi quali sono allora i doveri della famiglia tradizionale visto che li cita in riferimento ai pacs......

Nel merito....i pacs non entrano nel merito di una riforma del diritto di famiglia e già questo sottointende una non equiparazione ma riconoscono diritti essenziali di civiltà...quindi sono solo la mutazione di regolamentazioni previste nel codice civile....Inoltre le coppie di fatto non sono assolutamente le coppie omosessuali ma anche Casini e la compagna cioè persone che scottate da un precedente matrimonio fallimentare scelgonoo di non ripetere lo stesso errore ma vivono un rapporto di coppia anche forse piu sereno di un matrimonio e fondato sull'amore e il rispetto...E questo dovrebbe discriminarli? e per quale motivo? Inoltre non mettiamo tutto nello stesso pentolone...Alle unioni di fatto si vogliono riconoscere alcuni diritti (successione nei contratti, diritto alla visita in ospedale e in carcere etc etc) ma mai nessuno ha detto di volergli riconoscere il diritto di adottare dei bambini....Inoltre non si capisce che prendere atto e regolarizzare una realtà nuova ed esistente non significa indebolire una realtà consolidata come il matrimonio....Il matrimonio è debole di per sè per la scarsa educazione per la superficialità con cui spesso ci si sposa e il numero sempre crescente di separazioni e divorzi lo testimoniano.. a questo bisogna porre rimedio ma non tocca allo Stato ma alla famiglia e magari alla chiesa....I pacs sono un patto quindi un contratto e certo non li trasforma in altro che non sia una regolazione civilistica...Il matrimonio come la maggior parte della giurisprudenza ritiene non è semplicemente un contratto.....Allora anche il contratto di lavoro sarebbe un’unione che paradossalmente lede il valore della famiglia..? non scherziamo.....

La famiglia tradizionale sarà sempre prioritaria nelle politiche secondo il dettato costituzionale e anzi si rafforza per il fatto che l'attività di governo nel momento in cui si rivolge alla famiglia prende in considerazione la famiglia come sancita dalla costituzione....benefici per gli alloggi, per l'esenzione dalle tasse e da alcuni ticket riguarderanno la famiglia e non le unioni di fatto...Un conto è riconoscerli diritti un conto è elevarli a status di famiglia.....Noi vogliamo la prima e non assolutamente la seconda e sono due cose ben distinte

Sede Margherita [Sede@dlmargherita.it]

LE NOSTRE PRECISAZIONI

Premesso che il dissenso, che può essere reciproco, se sviluppato in un confronto corretto è in ogni caso lievito di crescita, indipendentemente dall’influenza o meno che esso possa avere sulle posizioni degli interlocutori.

1) Doveri. Il Libro Primo del Codice Civile si intitola “Delle persone e della famiglia” Ci sono oltre 400 articoli, tenuto già conto di quelli soppressi come ad esempio quello relativo al matrimonio del Re e dei Reali. Il CAPO IV poi si intitola “Dei diritti e dei doveri che nascono dal matrimonio”.

2) “Persone che scottate da un precedente matrimonio fallimentare scelgono di non ripetere lo stesso errore ma vivono un rapporto di coppia anche forse più sereno di un matrimonio e fondato sull'amore e il rispetto...”. Libere di farlo ma uno strumento c’è, il matrimonio con la possibilità di divorzio. Se vogliono vivere quel rapporto ecc. ecc. senza risposarsi è scelta loro non obbligata. Perché l’Unione e non il matrimonio bis? Le altre coppie, quelle dello stesso sesso, non hanno alternative. Loro sì. E’ per il loro comodo che si viole introdurre un altro strumento?

3) La crisi della famiglia. Un fattore importante è il costume. I messaggi che vengono dagli organi di informazione, dalla TV, dall’organizzazione mercantile vanno in direzione opposta. I valori sempre meno considerati, l’ostentazione della trasgressione una costante, la/e religione/i in un canto. E lo Stato non deve entrarci? Non fosse per una serie di altre considerazioni che pure ci sono basterebbe quella elementare che la crisi della famiglia rovescia sullo Stato problemi e oneri.

4) Diritti. In termini giuridici ognuno di noi può rivendicare “diritti” con la Costituzione nelle mani. Quel che lì è previsto è “diritto” reale. In termini etici il diritto viene da elementi fondamentali della coscienza, non individuale ma comunitaria. Ribadiamo per che per “Unioni” non ravvisiamo diritti ma problemi che, come tali, hanno da trovare equilibrata composizione e risoluzione.

5) La deriva. Riprendiamo da un articolo sullo scorso numero del giornale uno spunto interessante: il Leninismo vincente con la sua gradualità, con l’astuzia di un colpetto per volta. Non sono pochi quelli che sono per le Unioni e non per i Pacs per arrivare al risultato, ma, ottenuto quello, per ripartire verso ulteriori “conquiste”, alla Zapatero o, peggio ancora, alla soluzione degli svedesi, quelli portati ad esempio per il loro welfare! A Stoccolma infatti si è andati oltre i Pacs autorizzando e legalizzando le adozioni da parte di coppie omosessuali. Piccolo particolare: la regola vale solo se si adottano bambini non svedesi. Di fronte ad un simile clamoroso, e obbrobrioso, caso di razzismo bello e buono dovrebbero essere i sostenitori dei “diritti” per primi a reagire. La cosa non interessa…

Frizziero

Frizziero
Politica