DAL FALLIMENTO DI BASSOLINO ALLA SVOLTA DEI SINDACI DS

Non se ne parla. Il fallimento di Bassolino, prima come Sindaco di Napoli, poi come Presidente della regione è sotto gli occhi di tutti. Di tutti? No, di tutti quelli che riescono a saperne qualcosa visto e considerato che la cosiddetta grande stampa di informazione sembra aver partecipato alla congiura del silenzio sull’operato dell’ex enfant-prodige della sinistra che, arrivato a Palazzo San Giacomo, indossata la fascia tricolore, veniva dipinto come il salvatore della città, quasi un miracoloso sommo archiatra popolare intento a venire a capo, dopo quelli già risolti, degli endemici problemi napoletani.

La sinistra governa Napoli da temporibus illis. Ne è simbolo Antonio Bassolino Consigliere regionale nel 1970, Segretario Regionale del PCI dal 1976 al 1983, deputato nel 1987 e nel 1992.

Eletto Sindaco di Napoli il 5 dicembre 1993 con il 55,6 % dei voti, riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il "Gold Star", conferitogli dall'Associazione dei Giornalisti Europei, per l'impegno politico ed istituzionale dedicato alla promozione turistica e culturale della città di Napoli.

Il 18 novembre 1997 è rieletto Sindaco di Napoli con una percentuale di voti pari al 72,9 % e nel 1998 è Ministro del Lavoro incaricato nel Governo D'Alema.

Dal 16 aprile del 2000 è Presidente della Regione eletto con il 54,3 % dei voti. In Comune è andata Rosa Russo jervolino, classe 1936, la stessa di Berlusconi.

Una forte campagna di stampa “amica” aveva magnificato l’opera di Bassolino – i premi… - in Comune ed anche il subenfro della Jervolino. Idem per il suo passaggio alla Regione.

Quello che sta succedendo per i rifiuti, fosse successo con Sindaco e Governatore del centro destra, avrebbe prodotto iniziative fulminanti, cortei rumorosi e altre cose per mandare a casa governanti “così inetti”. Nulla di tutto questo. Tutti, stampa compresa, fanno finta di niente all’insegna di “non c’ero e se c’ero dormivo”. I responsabili se ne lavano le mani e la patata bollente, che sarebbe loro, viene passata “dal governo amico” ai tecnici, il prefetto, Bertolaso, l’esercito.

L’altra Italia, sempre nella sinistra

C’è però un’altra Italia, sempre nella sinistra, quella dei Sindaci DS. Il Sindaco di Bologna Cofferati è nel mirino dell’ultrasinistra. Il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, si è visto recapitare martedì 15 maggio tre pallottole. Il Sindaco di Padova Zanonato, ha eretto “il muro antidroga” ed ha dichiarato guerra alle prostitute e loro clienti, il Sindaco di Torino, Chiamparino, che ha sollevato un vespaio nella sinistra andando controcorrente a dire che drogarsi non e' lecito e che la nostra società non lo accetta perché alimenta il crimine. Ricordiamo quando il PCI ad un certo punto si accorse cosa stava succedendo con le BR, dove si andava a finire e cambiò strada (ricordiamo l’arresto da parte del giudice Calogero di Toni Negri il 9 aprile del 1979). Tolleranza e buonismo, questo sovente presente in frange cattoliche “missionarie” ma senza piedi per terra, non pagano ma alimentano il male che si vorrebbe esorcizzare con le buone maniere.

Questi Sindaci stanno facendo quello che molti loro colleghi, magari prendendosi ingiurie, hanno sempre fatto e fanno. Anche loro sono, ed è giusto, per la legge e per la sicurezza.

Che occorra per la droga uno sforzo di educazione, come dice la Turco, Ministro, non c’è dubbio, che basti quello è sogno di mezza estate. E così per gli immigrati. I Sindaco hanno capito che se non si raddrizza il manico il rischio . ma non si sente che aria tira e perfino in ambienti insospettabili? E ci si informi cosa succede, ad esempio, negli ospedali quando arrivano certi extracomunitari– è di una crescita xenofoba.

Amarilli

Amarilli
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