L’INTERNET VELOCE CHE NON C’È

Lettera aperta ai parlamentari italiani

Gentilissimi Parlamentari della Repubblica italiana,

Cento anni fa un Commissione parlamentare incaricata di verificare le condizioni della scuola italiana e lo stato di analfabetismo del Paese concluse i propri lavori con una relazione drammatica sulla condizione di totale disagio nel campo dell’istruzione. Cento anni dopo, siamo qui a chiedere una iniziativa analoga per una verifica puntuale dello stato dell’arte del diritto all’utilizzo delle nuove tecnologie nel campo dei saperi e dell’internet veloce in maniera particolare.

Il nostro Paese in questo campo è agli ultimi posti in Europa ed il divario aumenta sempre di più. Il 78% del territorio nazionale non è servito dalla rete veloce e le distanze nord-sud aumentano sempre di più. Un Paese che vuole vincere la sfida del domani non può presentarsi ai nastri di partenza in queste condizioni di totale disastro, la politica italiana ha il dovere di aprire di fatto una stagione di chiaro impegno dedicato alle nuove tecnologie.

I Piccoli Comuni italiano sono l’emblema di tale disagio, ma anche la grande occasione per invertire la tendenza attraverso una poderosa opera di rinnovamento e se volgiamo di autentico rinascimento tecnologico-informatico. Internet veloce rappresenta per le famiglie italiane una grande opportunità, un autentico servizio come il telefono, la televisione e la lavastoviglie. Occorre quindi un’autentica politica pubblica per garantire a tutti di poter navigare nel mondo globale. Internet veloce, significa anche telemedicina, scuola in videoconferenza, nuovi lavori legati ai nuovi saperi, abbattimento delle distanze ed in parte anche delle differenze. L’intero welfare locale potrebbe conoscere sostanziali e positivi cambiamenti, con grandi vantaggi per i cittadini e per le casse dello Stato.

Contro il declino economico. Contro il degrado ambientale. Contro l’impoverimento sociale. Contro il pessimismo. Contro una logica dei grandi numeri che condannano le nostre piccole comunità locali, soprattutto delle Valli alpine e dell’Appennino italiano, alla desertificazione demografica , reagire si può. Una politica vera che punta all’eccellenza mettendo insieme l’elettronica avanzata e la qualità del paesaggio, l’innovazione e il patrimonio storico, i centri di ricerca e i prodotti tipici, può fare davvero il miracolo. I nostri piccoli Comuni possono trasformarsi e fare dell’Italia un luogo di successo, a patto che si costituisca una rete di qualità dal basso, anche nel campo delle innovazioni tecnologiche, utilizzando gli strumenti straordinari della creatività, della coesione sociale e della valorizzazione dei saperi. Solo in questo modo il Paese reale, quello degli ottomila Comuni può competere nella sfida globale. Per dieci milioni di cittadini che vivono nelle piccole comunità locali una grande opportunità per continuare a dare al Paese quel significativo contributo, tanto esaltato dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, al punto tale da definire “i piccoli Comuni la spina dorsale del Paese”. A Voi rappresentati del popolo italiano chiediamo con forza di risolvere un cosi grave problema, una così grande ingiustizia sociale che penalizza e mortifica soprattutto le nuove generazioni.

Virgilio Caivano (x)

(x) Portavoce Piccoli Comuni

Virgilio Caivano
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