L’UNCEM AL SENATO: LA FINANZIARIA NON RIDUCE I COSTI E SACRIFICA LE AREE PIÙ DEBOLI

Una Finanziaria mal concertata nel metodo e nel merito. Si può sintetizzare così la riflessione che il Presidente dell’Uncem ha consegnato alla Commissione Bilancio di Camera e Senato nel corso dell’audizione sulla Finanziaria. “Con le Autonomie locali – ha detto Borghi – il Governo ha usato la doppia velocità, la politica dei figli e figliastri.

Il Ministro Padoa-Schioppa assicurò che qualsiasi misura starebbe stata concertata - ha sottolineato Borghi - ma questo è avvenuto, correttamente, solo per Comuni e Province non per le Comunità montane.

Le misure previste, riguardanti il taglio delle Comunità montane, non incidono sui costi della politica ma provocano invece un aggravio di costi, diseconomie tra i Comuni e ripercussioni sui sistemi pubblici locali, perché laddove si sottrarrebbe ai piccoli Comuni di montagna l’organo di sostegno e coordinamento si assisterebbe necessariamente al sorgere di altre forme di aggregazione, che andrebbero a gravare ugualmente sullo stato centrale.

Il Governo si è uniformato ad una ondata demagogica ed emozionale per rispondere alla domanda legittima dell’opinione pubblica di una riduzione e razionalizzazione dei costi, ma questo non può essere il metodo”.

E infatti alcune Regioni, tra cui la Toscana, hanno già annunciato ricorsi alla Corte Costituzionale per una norma che invade le competenze regionali creando un “vulnus” costituzionale.

“Il Ddl all'articolo 13, di cui chiediamo lo stralcio – ha detto ancora Borghi - ha recuperato inopinatamente il contenuto del Ddl 'Santagata' sui costi della politica prevedendo la soppressione da subito di oltre 100 Comunità montane e la ridefinizione di “montanità” degli attuali Comuni, con espulsione dalle Comunità stesse di 1.978 comuni che oggi risultano montani. Un'operazione, questa, che giudichiamo ingiustificata e inammissibile in una legge di bilancio che pertanto non tollera contenuti ordinamentali”.

Il Presidente Borghi ha ricordato inoltre come l'articolo contenga anche la riduzione di oltre un terzo (66,8 mln di euro) della dotazione del Fondo delle Comunità montane, pari a 190 mln di euro nel 2007, in ragione della soppressione dei 105 enti montani.

Conti che “non possono essere veri”, perché la riduzione di spesa per gli organi tagliati e gli amministratori espulsi ammonterebbe a non più di 33 mln.

“Siamo disposti a raggiungere lo stesso obiettivo di riduzione di spesa – ha ribadito ancora il Presidente Uncem – tagliando tra il 50% degli attuali 12.800 consiglieri e 4.200 componenti di giunta, ma senza andare a determinare adesso in maniera semplicistica, con il solo criterio altimetrico, cosa sia montagna e cosa no”.

Il Presidente dell’Uncem ha incontrato al Senato i rappresentanti di alcuni gruppi di maggioranza e nel pomeriggio il capogruppo dell’Udc D’Onofrio, ai quali ha dettagliato la grave situazione che verrebbe a crearsi nel caso in cui la norma della Finanziaria passasse così come la conosciamo, e nelle mani dei quali ha rimesso le proposte di emendamento elaborate da Uncem.

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