MISTERI E INCERTEZZE DEL FUTURO PARTITO DEMOCRATICO

Ma chi sarà poi questo segretario? - Periodo ipotetico del terzo tipo - Legittima egemonia diossina – Dualismo - Voti: PD in cerca del 20% - Le volontà occulte – I tempi

Ma chi sarà poi questo segretario?

Mistero?

Potremmo dire che l’incertezza domina sovrana circa l’esito delle primarie del nascente Partito Democratico? Chi ne sarà il primo segretario?

Che sia una donna, Rosy Bindi, a cingere l’alloro?

Che sia uno dei due uomini che vanno per la maggiore, ossia il Sindaco di Roma Walter Veltroni oppure il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta (Enrico per distinguerlo dall’altro Letta, quello, suo zio, che lo ha preceduto come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Berlusconi)?

Che ci sia una enorme sorpresa e venga fuori uno tra Mario Adinolfii, Piergiorgio Gawronski, Jacopo Gavazzoli Schettini?

Periodo ipotetico del terzo tipo

Interrogativi veramente pregnanti, però da periodo ipotetico del terzo tipo, quello della irrealtà.

Quello che “esprime ipotesi / circostanze / azioni che si sarebbero potute realizzare se si fossero verificate determinate condizioni nel passato”. Una definizione assolutamente calzante.

Rosy Bindi si è candidata perché non le era andato giù il modo con cui si era arrivati a quella che formalmente era ed è “la candidatura” di Veltroni ma che in sostanza è la sua designazione alla segreteria.

Legittima egemonia diessina

Ma come potevano pensare, lei e altri come lei, Parisi compreso, che il Partito cosiddetto “nuovo” ma che in buona sostanza nasce dalle ceneri di DS e Margherita che hanno deciso lo scioglimento proprio come primo atto della nascita del PD, non fosse fortemente condizionato dalla presenza diessina?

Come potevano pensare - meglio illudersi - Prodi e i suoi a un PD non fortemente condizionato dalla presenza diessina sia per consenso elettorale che per presenza nella società?

L’operazione, con un disegno, legittimo, egemonico a sinistra, discende da una linea che risale a molto tempo fa sia pure con diversità di soggetti, di modi, di presenza. E’ un’operazione che Prodi ha dichiarato di perseguire da otto anni ma non è suo il successo. Quello maggiore è appunto dei DS. E la Margherita allora? Logica conclusione per chi, come la Bindi, sostiene che il Partito Democratico dovrà essere un Partito di centro-sinistra. Non la pensano così Letta, Fioroni e altri per i quali il Partito deve essere di centro.

Per tutti ad ogni modo il PD, per via della novità, parte con l’idea di aggregare, quindi di crescere e in definitiva di conquistare l’egemonia nel Paese.

Dualismo

Analizzando obiettivamente la situazione e le prospettive indicate quello che emerge è il solito dualismo:

a- se PD sarà Partito di centro-sinistra, di fatto sarà portato a proporre al Paese l’alleanza con le sinistre, come oggi

b- se PD sarà Partito di centro, di fatto sarà portato a proporre al Paese l’alleanza con una parte dello schieramento moderato

- a nella prima ipotesi non solo non aggregherà moderati ma ne perderà.

- b nella seconda ipotesi dovrà fronteggiare un forte schieramento coagulatosi a sinistra, e rumoroso nella società ma in ogni caso probabilmente in una prospettiva lontana di “dopo-Berlusconi”, forse anche dopo una legislatura di nuovo Governo di centro-destra che non riesca a ottenere i risultati promessi.

Voti: PD in cerca del 20%

Vanno infatti considerati i risultati elettorali, considerando quello per la Camera dato che in quel voto c’era di fatto già una sorta di prova di PD con liste dell’Ulivo poco sopra il 31%. Per arrivare al 51 occorre che ci stia un altro 20%. A sinistra c’è poco più dell’8%. Ne manca il 12, troppo.

Si noti che queste considerazioni valgono per i dati di una data molto vecchia, il 9 aprile 2006. Cronologicamente si tratta solo di 499 giorni ad oggi. Politicamente si tratta quasi di un’era visti i disastrosi riscontri dei sondaggi, da chiunque commissionati, sul Governo, sull’alleanza di governo, sui Partiti, in particolare quelli più interessati al PD:

Le volontà occulte

Vi sono però da tenere presenti anche le volontà occulte presenti nella società. Che ci sia qualcuno che conta favorevole all’operazione è noto, in quanto da sempre su queste posizioni. Ce ne sono altri però, nel mondo economico-finanziario, che tifano (e magari che spingono). E’ interessante seguire gli sviluppi anche su questo versante. Osservando e interpretando.

I tempi

Dipende molto da quanto durerà Prodi. Finora è stato interesse del centro-destra, al di l à di ogni considerazione contraria, di non spingere sull’acceleratore per due concorrenti ragioni: la prima la scelta opportunistica di lasciare al Governo di sbrogliare nodi complessi che lo sarebbero stati molto di più per un centro-destra; la seconda che sinora vi è stato un logoramento continuo per chi governava e una tesaurizzazione dello scontento per Berlusconi & C.

Adesso le cose, risolto il nodo-pensioni, potrebbero cambiare, anche in occasione della Finanziaria sebbene non sia semplice. Prodi ha infatti capito la lezione. Giocando sul fatto che i suoi sostenitori sono fortemente uniti in una sola cosa ossia nel non volere riconsegnare Palazzo Chigi a Berlusconi ha cominciato, e continuerà, a dire “o mangiate questa minestra o saltate questa finestra”.

1 -Se il meccanismo salta, elezioni e centro destra al governo.

2 -Se Prodi ce la fa il centro-destra potrebbe perdere, nel tempo, quello che sinora ha guadagnato.

- 1 Se arrivano le elezioni brutta aria per il PD.

- 2 Se Prodi ce la fa il PD ha il tempo per consolidarsi, anche se la risalita resta ardua.

Alle prossime mosse.

a.f.

a.f.
Politica