IL PRESIDENTE DEL SENATO AI PICCOLI COMUNI

Alle sollecitazioni del Coordinamento dei piccoli Comuni italiani per una corsia preferenziale per arrivare in tempi rapidi, nei primi cento giorni di attività parlamentare del Senato della Repubblica, a licenziare definitivamente la legge per i piccoli Comuni ed avviare concretamente quelle politiche di riequilibrio doverose e necessarie, il Presidente del Senato Franco marini ha prontamente risposto con una lettera al Portavoce del Coordinamento nazionale dei piccoli Comuni Virgilio Caivano.

-“Gentile Caivano, recita testualmente lo scritto del Presidente del Senato, ho ricevuto la Sua cortese lettera del 24 maggio scorso, nella quale Ella esprime l’esigenza di una sollecita definizione dell’iter dei disegni di legge recanti misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, già avviato in Senato nella precedente legislatura.

Nel prendere atto dell’urgenza da Lei segnalata e condividendo il rilievo dell’iniziativa, come da sostenuto pubblicamente, mi è gradito informarLa di aver provveduto a trasmettere copia della Sua lettera, per opportuna conoscenza, ai Presidenti delle Commissioni 1° Affari Costituzionali)

e 5° (Bilancio), competenti per l’esame della materia”.

“La rapida risposta del Presidente del Senato – commenta il Portavoce del Coordinamento nazionale dei piccoli Comuni Virgilio Caivano – è un segnale estremamente importante che testimonia plasticamente una chiara disponibilità a rimettere nei giusti binari la legge per i piccoli Comuni italiani. Il Centro Sinistra – continua il Portavoce dei Piccoli Comuni – nella passata legislatura ha dato prova di grande impegno su questi temi e ora vedremo le risposte concrete che verranno dal Parlamento e dal Governo. Il tempo delle parole – conclude il leader dei piccoli Comuni italiani – è ampiamente scaduto, adesso servono atti istituzionali concreti e l’approvazione della legge è un passaggio fondamentale per costruire le condizioni vere del rilancio dei piccoli Comuni italiani ai quali oggi è negato di fatto anche il più elementare dei diritti come quello al futuro”.

Andrea Gisoldi

Andrea Gisoldi
Politica