LA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SULL’ACQUA

La proposta di legge di iniziativa popolare, promossa del Comitato promotore nazionale “Acqua bene comune, concernente : “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque, e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” è stata depositata e pubblicata sulla G.U. N.249 del 25 ottobre 2006. Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni italiani procederà in tutte le piazze alla raccolta firme necessarie per trasformare la proposta in Legge dello Stato. La proposta di legge presenta il seguente articolato:1) L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili e inviolabili della persona. 2)L’acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni. 3)Ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità. 4)Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale e ambientale. 5)Il servizi idrico integrato deve essere gestito esclusivamente attraverso enti di diritto pubblico.6)Entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a privati, a società miste pubblico-privato e a società a totale capitale pubblico. 7)50 litri per persona è il quantitativo minimo giornaliero garantito e gratuito.8)I lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio partecipano attivamente alle decisioni sugli atti fondamentali di gestione del servizio idrico integrato.9)Il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale con tasse ambientali di scopo. 10) Un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.

“Nel nostro Paese – afferma il Portavoce del Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni italiani Virgilio Caivano – è giunto il tempo di porre al centro la grande questione dei diritti e l’acqua come bene comune non mercificabile, rappresenta la madre di tutte le battaglie dei Piccoli Comuni italiani. L’idea dell’acqua come merce – continua il Portavoce dei Piccoli Comuni - ha prodotto in questi anni solo degrado, spreco, precarizzazione del lavoro e peggioramento della qualità del servizio,aumento delle tariffe, riduzione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e democrazia. I dieci milioni di cittadini - conclude il ledere dei Piccoli Comuni - che vivono nelle piccole comunità locali, rappresentano la punta avanza di una vasto movimento che nel Paese e nel Mondo è sempre più consapevole della posta in gioco e della necessità di fare dell’acqua un baluardo vero di libertà, diritti, equità sociale e democrazia”.

Andrea Gisoldi

Andrea Gisoldi
Politica