IL REFERENDUM PER SPAZZARE VIA LA "PORCATA" DELLA LEGGE ELETTORALE SI DEVE FARE

Riceviamo e pubblichiamo:

Su una cosa la riunione che abbiamo tenuto a Roma è stata unanime: il referendum per spazzare via la "porcata" della legge elettorale si deve fare. Il come, e soprattutto il quando, sono ancora da decidere, e non potevamo farlo al primo incontro. Una campagna referendaria non si organizza dall'oggi al domani. Richiede organizzazione, finanziamenti, campagna mediatica. Voglio spiegarti un attimo che cosa e' questo referendum. Il referendum non tocca, purtroppo, uno dei punti più vergognosi del sistema che ci hanno propinato, e cioè la lista bloccata. Questa battaglia la faremo con altri mezzi: penso a una legge di iniziativa popolare sulle primarie. Ma con il referendum spazziamo via un altro guaio di questa legge scellerata: la frammentazione, la spinta alla disgregazione, con il risultato di coalizioni fatte di decine di partiti. Non ce ne siamo accorti, ma Polo e Unione erano composti, rispettivamente, di diciassette e sedici partiti. Ma ce ne accorgeremo pesantemente appena sarà fatto il governo. Lo sai a quanti capi e capetti dovrà rispondere Prodi? Proviamo a contarli, nell'ordine di grandezza: Fassino, Rutelli, Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, Di Pietro, Pannella e Boselli, Mastella. Ognuno avrà i suoi ministri e sottosegretari, ognuno la sua proposta, ognuno difenderà qualcosa e metterà veti. Quando Prodi dovrà fare una verifica dovrà affittare un salone. Se avesse vinto Berlusconi il gruppo sarebbe stato un po' meno numeroso. Ma non farti illusioni. Ricordi quanti pasticci sono successi nella scorsa legislatura, pur con una maggioranza amplissima, quando Bossi si metteva di traverso, o Follini non accettava (giustamente) le leggi ad personam? Pensa cosa succederebbe adesso, con la Mussolini ingaggiata a pieno titolo, e Rotondi, La Malfa e De Michelis promossi a comprimari. Tutto questo il referendum lo spazzerebbe via. Faremmo un passo avanti verso il bipartitismo. Il partito democratico da un lato, e quello dei moderati dall'altro, di cui si parla da anni ma che senza qualche spallata resteranno chimere, diventerebbero una realta'. Credimi, sarebbe una autentica rivoluzione. Per questo il referendum va fatto, ad ogni costo. Non mi nascondo le difficoltà che saranno enormi, sia nel raccogliere le firme, sia nel portare la gente a votare. Bisogna convincere gli italiani che questo e' un problema grosso, e che non e' una questione di parte, ma riguarda tutti, riguarda il paese. Oggi vedo qualche segnale incoraggiante. Ti segnalo due ottimi articoli, quello di Panebianco su Magazine del Corriere della Sera, e quello di Deodori sul "Giornale" di giovedì. Ottimi, anche perchè indicano che nel campo del centro destra aumenta il numero di quelli che dicono che si e' trattato non solo di una "porcata", ma anche di un autogol. Il problema più grosso che ci sta davanti e' se dobbiamo partire subito, raccogliendo le firme quest'anno, o se e' più saggio programmare l'inizio per la prossima primavera. Non e' una decisione facile, e abbiamo poco tempo per decidere. Se si parte quest'anno la raccolta va fatta nell'estate. Per questo abbiamo deciso di rivederci ai primi di maggio. Abbiamo qualche settimana per riflettere e parlarne. Per oggi basta, mi fermo qui. Anche perchè siamo a Pasqua, e voglio farti, di cuore, gli auguri più affettuosi.

Mario Segni

20.IV.2006 – www.gazzettadisondrio.it

Mario Segni
Politica