VISCO-STORY “UN GESTO DI RESPONSABILITÀ ISTITUZIONALE?”. NO LA RESA E PRODI: DA “PROPAGANDA” A “LE COSE SONO STATE FATTE - HA AGGIUNTO - NELL’UNICO MODO POLITICAMENTE E ISTITUZIONALMENTE CORRETTO”

Prescindiamo dagli aspetti più specificatamente politici esaminiamo la questione Visco soltanto sotto il profilo della comunicazione. O meglio, della deformazione della comunicazione. Cominciamo dalla premessa ovverosia chi è Visco. Formalmente è il viceministro dell’Economia, quindi un sottoposto di Padoa Schioppa. Fosse così, proprio sotto il profilo della comunicazione, appena sorta la questione con la pubblicazione da parte de “Il Giornale” del famoso verbale in cui il Comandante della Guardia di Finanza dichiarava alla Magistratura che le pressioni per il trasferimento di quattro ufficiali, avrebbe dovuto intervenire a valanga. Perché non lo ha fatto? Per due ragioni. Innanzitutto perché erano evidentissime le implicazioni politiche perfino se Visco fosse stato francescanamente innocentissimo. Facile per chiunque porre alcune domande. Aut, aut? Chi dei due dice la verità? Chi dei due è a posto? Chi dei due non è a posto?

Ma c’è una ragione ancor più importante. Visco formalmente è il Viceministro dell’Economia. Di fatto è il Ministro delle Finanze. Anzi uno dei tre Ministri DOCG dei DS. Cosa poteva dire Padoa Schioppa? Che il Generale Speciale aveva calunniato Visco? No. Che il Generale Speciale era stato colto da un colpo di sonno? No. Eccetera. Che Visco era stato frainteso? No. Che la questione era insignificante? No. Eccetera.

Delibata all’interno del Governo e della maggioranza la questione Padia Schioppa ha finalmente potuto muoversi. Offrendo o Consiglio di Stato o Corte dei Conti al Generale Speciale purché desse le dimissioni, cosa che questi, esemplarmente, non ha fatto. Dimissioni? E per che cosa? Per avere un posto d’alto livello? In altri termini dimissioni comprate? Ma come non si è reso conto il Ministro Padoa Schioppa dell’enormità dell’offerta?

Il Generale Speciale ha rifiutato il posto anche dopo che il Consiglio di Ministri ha deciso di darglielo per “compensarlo” del Comando che gli veniva sottratto non perché lui avesse fatto qualcosa di fuori posto ma per addolcire la pillola della “rinuncia spontanea” di Visco alla delega per la GdF. Merita il Senato alle prossime elezioni. Sentito dire che per il centro-sinistra sarebbe bene che il posto glielo offrisse Di Pietro se non vogliono averlo nel centro-destra…

Magistratura: non ravvisata ipotesi di reato. Dichiarazione all’acqua calda. Certamente non si fa il processo alle intenzioni. Dal punto di vista della comunicazione: ma siamo tutti scemi? Il problema non è se c’è stata o meno violazione del Codice penale ma del Codice di etica politica.

Il trasferimento non c’è stato per cui che problema c’é. Dal punto di vista della comunicazione: ma siamo tutti scemi? Ci stiamo dimenticando che di fatto i trasferimenti sono stati bloccati dall’intervento della Procura di Milano, ai massimi livelli? E bloccati in quanto la Procura perdeva quattro alti ufficiali impegnati in importanti indagini, magari Unipol compresa. Il problema è che li si voleva trasferire. Lecito per ciascuno porsi la domanda del perché e darsi la facile risposta.

Visco. Poniamo, come detto prima, che fosse francescanamente innocentissimo. Il giorno dopo la pubblicazione del verbale su “Il Giornale” doveva scrivere a quel quotidiano, diramando altresì un chiarissimo comunicato stampa. La cosa poteva anche sgonfiarsi e comunque se fosse andata avanti c’era modo di non pensare male. Se siamo arrivati al punto che il Ministro Di Pietro stava per votare una mozione al Senato, che avrebbe potuto mettere a rischio il Governo,

Amarilli

Amarilli
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