CRISI DELLA POLITICA? SOPRATTUTTIO CRISI DELLA SINISTRA

L’ex Presidente Dini e i suoi, per pochi che siano, non entrano nel Partito Democratico e quindi di fatto escono dalla Margherita. Era scontato. Il filone moderato degli ex DC che aveva dato vita, dopo la parentesi del Partito Popolare, alla Margherita con il filone della sinistra cattolica e di qualche altro, non avrebbe potuto avere spazio all’interno del Partito Democratico. Per la sua storia, per il suo elettorato, quand’anche i vertici avrebbero avuto ancora ruolo. Spazio elettorale però non se ne vede salvo un approdo concordato nell’UDC di Casini, aspettanto Godot, o meglio cosa farà Mastella. La sua posizione, e del suo elettorato non distante da quello della Margherita che però sparisce come i DS, non è facilmente accostabile al PD. La moglie è Presidente del Consiglio Regionale. L’eventuale passaggio alla Presidenza della Giunta, disponibile dopo il flop di Bassolino, non per una questione “di poltrone” bensì di ruolo – l’importanza politica di un’ala moderata è nettamente maggiore del dato elettorale - e di presenza politica autonoma potrebbe costituire un elemento di incertezza.

Non andasse in questi termini un ritorno alla diarchia con Casini con l’arrivo di Dini e di qualche altro viaggiatore partito da lidi moderati, DC o altro, e con non condivisa prospettiva di finire nel PD, darebbe consolidata certezza al Gruppo centrista sia pure in una posizione per forza di cose, o meglio di voti, subordinata.

Il vero orizzonte politico, della vera novità ben più importante della nascita del PD, salvo per ora non prevedibili variazioni sul tema, è quello delle seconde elezioni politiche. Le prime fissate formalmente per il 2011 si terranno realmente quando si tireranno le somme. L’estrema sinistra le ha rinviate sinora per non assumersi la responsabilità del rientro di Berlusconi a Palazzo Chigi ma ora è vicina al limite di rottura con la sua base. L’aria che soffiava nelle grandi aziende per il referendum è tale che fra le due rotture la sinistra estrema potrebbe essere costretta a scegliere quella con Prodi. Le seconde elezioni non saranno dunque al 2016 ma prima e con in mezzo la scelta dell’inquilino del Quirinale, un tema che potrebbe far durare ancora Prodi fino al prossimo anno…

Perché importanti? Scontato il rientro del centro-destra, salvo che non trovi lui il modo di perdere (come sta cercando di fare in Comune di Sondrio), alle prime, probabilmente il prossimo anno, ma le cinque della sera saranno dopo, il turno successivo. Quello sarà infatti il momento della vera scelta, il punto di partenza di una leadership solida e duratura, sostanzialmente di tipo egemonico, quella che serve al Paese per la soluzione dei nodi strutturali con una prospettiva al minimo decennale. Ne riparliamo fra 45 giorni.

***

PS Grillo? C’erano i no-global. C’era Nanni Moretti con i suoi girotondi. C’è Grillo. La chiamano crisi della politica, ottenendo il risultato di rivalutare enormemente la cosiddetta Prima Repubblica che con falsi storici si era voluta accreditare covo di masnade in un mondo solo di corruzione e i cui grandi meriti il tempo galantuomo evidenzierà. Certo, problemi ci sono, ma sul piano sostanziale la vera crisi non è “della politica” bensì della e nella sinistra con l’esplosione delle contraddizioni interne, culturali e politiche. E il Partito Democratico che non è più quello che voleva Prodi lo dimostra.

***
Politica