GLI SPRECATI

Dibattito

Una decina d’anni or sono è uscito un libro, edito da Feltrinelli, dal titolo un po’ enigmatico: “Gli Sprecati”. Racconta dei turbamenti della gioventù di oggi.

L’autore, Stefano Pistolini, ama viaggiare tra le città italiane e studiare fatti e culture giovanili, vizi, virtù e linguaggi delle giovani generazioni. Chi legge quel libro non può non riflettere sulle responsabilità che implicano l’essere capo di un governo di qualsiasi livello, di una istituzione scolastica, oppure genitore di quei giovani a qualsiasi classe sociale essi appartengano.

Direttamente o indirettamente i ragazzi di oggi sono frutto e vittime allo stesso tempo di un sistema fondato sullo spreco. Si sono sprecate e si sprecano ancora energie fisiche, finanziarie, politiche, morali, spirituali, intellettuali e soprattutto umane.

Lo spreco è quello di una generazione di giovani che vengono “dopo”. Dopo il boom economico, dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, dopo il genocidio consumato nei Balcani, dopo la politica e dopo le ideologie, dopo i trionfi e le disfatte dell’era industriale, dopo i grandi scandali finanziari, dopo anni di edonismo sfrenato, perfino dopo il consumismo.

La politica sia di destra che di sinistra ha lanciato grandi promesse che non è stata capace di mantenere. Dopo la vicenda di “Mani Pulite” si sperava in una ripulitura generale del sistema, ma gli scandali che si sono succeduti hanno vanificato gli sforzi, che pure ci sono stati, di risanamento. Il governo di centro – sinistra, che aveva più di altri le carte in regola per rimettere ordine nel Paese, non ha saputo sfruttare l’occasione e si è perso in diatribe tardo-ideologiche, patrimonio di precedenti generazioni, dimenticandosi delle generazioni future, sprecando così le loro giovani energie e consegnando infine il Paese nelle mani della destra.

Tanti personaggi politici della vecchia guardia hanno cambiato casacca convinti di rappresentare il “nuovo” che si affacciava sul proscenio nazionale. Si sono presentati con il vestito buono ma dentro sono rimasti gli stessi di prima e il risultato è stato uno dei peggiori inganni perpretati a danno della gente. Ai ragazzi nessuno ha pensato e pensava. Il debito pubblico, l’economia, le riforme, le grandi trasformazioni nell’organizzazione del lavoro, la globalizzazione dei mercati, erano e restano ancora i temi su cui è centrata la discussione generale nel Paese. Pochissima attenzione sinora è stata posta alla relazione tra gli studi che i giovani hanno intrapreso e stanno completando, con le successive prospettive di lavoro.

L’ultimo grande fatto appartiene all’introduzione della moneta unica europea. L’incapacità del governo di centrodestra di gestire politicamente la transizione Lira – Euro ha impoverito drasticamente i redditi più modesti mettendo in seria crisi molte famiglie. Hanno tentato anche di mettere giovani contro anziani sul problema delle pensioni; tentativo mal riuscito che a suo tempo aveva sollevato pericolose tensioni e che ancora oggi non sono completamente sopite.

Gli affari, la tutela degli interessi personali e la corruzione hanno ripreso il sopravvento nella politica italiana, inquinando pesantemente anche lo sport (vedasi vicenda Moggi e compagni vari) e i giovani, che più di altri hanno percepito gli effetti del malcostume, si sono inesorabilmente allontanati dalla politica. Si sono tenuti alla larga da quell’olezzante mondo fatto di corruzione, hanno deciso di impiegare le loro energie altrove.

Grazie a Dio una gran parte di loro si stanno cimentando in cause più limpide, che corrispondono al bisogno di partecipazione sincera, che offre loro in cambio la possibilità di sentirsi più vivi, soprattutto più utili, non sprecati!.

Altri purtroppo prendono strade deviate e devianti, fatte di violenza, di tossicodipendenza, di alcolismo e di emarginazione sociale. La cronaca quotidiana è piena di casi eclatanti di stupri, violenze e rapine commessi anche da minorenni. Fatti come quello dello stadio di Catania è emblematico. Il rimedio a queste situazioni non può essere solo la repressione (che pure ci vuole), ma una diversa e nuova attenzione verso le nuove generazioni. A questa immane sfida sono chiamate le istituzioni scolastiche e repubblicane, i partiti politici, i sindacati, la chiesa e i genitori tutti. Ne va del futuro del nostro Paese!

Marzo 2007 Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
Politica