PER UNA SCUOLA AUTONOMA, RESPONSABILE, EUROPEA

L’iniziativa del Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni italiani di sviluppare una doverosa riflessione nella pubblica opinione nazionale sullo stato di totale disagio in cui versa la scuola nei piccoli comuni ha scatenato l’attenzione di centinaia di cittadini e tantissimi operatori della scuola . Alle tante mail giunte al sito www.piccolicomuni.com di sostegno all’iniziativa da parte dei cittadini e di clamorosi rimproveri da parte di alcuni insegnanti, il Coordinamento dei Piccoli Comuni risponde con l’impegno a sostenere una grande battaglia sociale, culturale e politica nel Paese, con quanti vogliono costruire le condizioni per una scuola autonoma, responsabile, europea.

“Il nostro sistema scolastico – risponde il Portavoce dei Piccoli Comuni italiani Virgilio Caivano - è uno dei più statalisti e accentrati d’Europa. Nel 1861 Francesco De Sanctis di fronte al Parlamento ebbe a dire: “Si, signori, è questa ingerenza minuta in tutte le cose, è questa smania di istruzioni, di circolari, per regolare ogni minimo passo che deve fare il professore; sono queste nomine, queste deliberazioni, spesso senza saputa quasi del Ministro; è tutto questo cumulo di attribuzioni che fa sì che l’insegnamento, per troppo zelo dei medici si trova ammalato…”.

“La scuola italiana è ormai autentica retroguardia, nonostante alcune riforme in materia di autonomia, i passaggi successivi sono rimasti semplici discussioni per addetti ai lavori. La responsabilità di governo della scuola e la legittimità della funzione dirigente, la necessità del lavoro di èquipe; l’avvio di un processo di valutazione esterna dei propri risultati, di dare conto del proprio operato, sono rimaste parole al vento. Nei piccoli Comuni in maniera particolare – insiste il Portavoce dei Piccoli Comuni - la struttura rigida ed iperburocratizzata soffoca energie e impedisce che si diffondano le migliori esperienze. Alla scuola italiana serve un sistema di valutazione che consenta confronti tra scuole; un sistema premiante che riconosca impegno e meriti diversificati degli operatori. Un corpo docente rinnovato in grado di affrontare e vincere la sfida dell’autonomia. Occorre creare condizioni vere che consentano allo Stato e alle famiglie di premiare le scuole e gli operatori più meritevoli, avviando così meccanismi di emulazione e di tensione all’eccellenza che oggi mancano. La politica italiana pasticciona e parolaia ha oggi la grave responsabilità di dare risposte concrete a tutto questo e deve trovare tempi e modi per introdurre significativi elementi di autonomia e responsabilità. Paesi europei come Finlandia, Inghilterra, Paesi Bassi, Svezia hanno già percorso un pezzo di strada su questo terreno. L’Europa chiama e l’Italia ha il dovere di rispondere per il bene dei nostri ragazzi. Sta a noi cittadini e genitori – conclude il leader di Piccoli Comuni – sostenere dal basso, la necessità inderogabile di nuove regole del gioco che modifichino motivazioni e convenienze di tutti gli operatori scolastici intorno a nuovi modelli organizzativi e di governance della scuola”.

Piccoli comuni.com

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