TRENTINO, ATTESA PER LA PRONUNCIA. SI VA VERSO LA RETE UNIFICATA DI DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA

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In Trentino sta per chiudersi la partita relativa al controllo del sistema provinciale di distribuzione dell’energia elettrica. È scattato, infatti, il conto alla rovescia per la pronuncia della commissione dei cinque saggi nominata dalla Provincia autonoma per valutare le possibilità che le ex aziende municipalizzate conservino la gestione delle reti locali di distribuzione della corrente. Con forti possibilità che prevalga la tesi favorevole alla gestione unificata, ritagliando per i Comuni un ruolo nel settore della manutenzione reti.

La partita, del resto, ha come posta un giro d'affari annuo che supera i 200 milioni e ha già registrato una prima bocciatura da parte della commissione del piano economico presentato dalla società Geas, la nuova societàdi derivazione comunale che intende candidarsi alla gestione di parte delle reti nel Trentino occidentale.

In campo cisono, da un lato, la Set Distribuzione, Spa creata nel 2001 con la partecipazione della Provincia, del Consorzio dei comuni trentini e di altre aziende locali, che ha acquisito nel 2005 i 6.700 chilometri di reti già di proprietà dell'Enel; dall'altro circa 30 realtà locali, costituite oltre che da ex municipalizzate anche da Comuni che operano sul territorio provinciale gestendo la parte residua dei 10.500 chilometri complessivi che compongono il sistema delle reti trentine e servendo circa un terzo dei 320mila utenti provinciali.

Fra queste, se si escludono i 36mila utenti di Rovereto serviti da Trentino Servizi, la holding multiutility a cui fa capo anche Set, solo l'Ags di Riva del Garda e la Stet di Pergine superano di poco i 10mila utenti, mentre 28 gestioni sono ampiamente sotto le 5mila unità e una decina lavorano con poche centinaia di contratti.

Per Ottorino Bressanini, assessore provinciale con competenza in materie energetiche, «con l'ultimo piano per la distribuzione, approvato nel 2003, si era stabilito di attuare una concentrazione delle reti esistenti, prevedendo una dimensione aziendale che possa disporre di un bacino di utenza almeno provinciale attraverso la costituzione di un'unica cabina di regia. L'attuale situazione, che vede l'intervento delle principali aziende a salvaguardia della propria autonomia, va al contrario verso la politica dello spezzatino. Le condizioni rimangono, però, quelle di prima e l'interesse della Provincia consiste nel garantire ai consumatori il miglior servizio possibile al prezzo più concorrenziale».

Quindici – Federutility

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