12 30 28 LA "CULLA PER LA VITA" - LA RUOTA - FIGLIO COME VALORE PER LA SOCIETÀ - L'ESIGENZA DI POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Ho seguito con stupore le polemiche che hanno seguito l'inaugurazione della "culla per la vita" situata all'interno dell'Ospedale Maggiore di Parma. Analoghe iniziative a favore della creazione di altre "culle"sono state prese anche in altre città italiane. Nella mia parrocchia, appena arrivai ad abitare nella zona dell'attuale Quartiere Pablo, mi colpì il nome del circolo ricreativo-culturale ivi presente: "La Ruota". Che strano nome, pensai. Non ci feci molto caso, al momento. Con gli anni, a poco a poco, compresi che ci si riferiva alla cosiddetta "Ruota degli esposti", presente in tantissimi monasteri o chiese della nostra tradizione cristiana europea. Vi era una alternativa all'abbandono e alla morte. Vi era una possibile alternativa all'aborto, anche nel medioevo. A proposito, nei moderni consultori viene proposta una alternativa all'aborto? Ci si augura che "la Ruota di Parma" non sia mai usata. Ma se bastasse a salvare un solo neonato dal cassonetto ne sarebbe valsa enormemente la pena. Ma il valore simbolico che essa rappresenta è particolarmente forte: vince la vita! Per questo il Movimento per la vita italiano e i Centri di aiuto alla vita hanno sempre visto favorevolmente tali iniziative, e non si può certamente accusare tali associazioni di incentivare l'abbandono dei neonati. Circa, centomila bambini infatti sono stati salvati, fattivamente, da una possibile scelta di interrompere la gravidanza, negli ultimi trent'anni. Tale culla non è assolutamente un incentivo al parto clandestino. Oggi, per una donna è una "scelta" interrompere una gravidanza? Una coppia è messa nelle condizioni di avere il numero di figli che essa realmente desidera? Le istituzioni facciano un approfondito esame di coscienza. Il consiglio e il messaggio che deve passare in ogni caso è che si partorisca in ambiente idoneo, seguiti da professionisti, e qualora si decida di non tenere il bambino, lo si affidi per l'adozione. Procedura che consente alla madre di mantenere l'anonimato. Alle Istituzioni, Stato, Regione, Provincia e Comuni, si chiedono soprattutto opportunità e alternative. Sostenere e incentivare, in una logica di sussidiarietà, quelle realtà associative, culturali e sociali, che spendono le loro energie di volontariato a favore del diritto alla vita e alla maternità. Dobbiamo invertire l'attuale collasso di natalità e il presente inverno demografico, frutto di una cultura che non spera più. Natalità è ricchezza anche economica per una società, alla faccia delle falsità e bugie neomalthusiane che vedrebbero nell'incremento demografico anche un conseguente aumento della povertà. I dati scentifici dicono esattamente il contrario. E' necessario invece valorizzare e premiare la maternità, non solo con meritorie politiche inerenti il "fattore" o "quoziente familiare", ma anche riscoprendo il cosiddetto "salario familiare". Un salario cioè che consenta di poter mantenere il numero di figli che si desidera e che crei le condizioni affinchè una donna sia libera veramente di scegliere di lavorare o di dedicarsi a tempo pieno alla cura della propria famiglia. E' fantapolitica questa? Non credo. Un figlio è un valore per la società, non deve essere percepito come un peso. La "culla per la vita" è certamente un piccolo segno, ma che va nella direzione giusta. E' infinitamente meglio accendere un fiammifero, che continuare a maledire il buio!
Glauco Santi