DIBATTITO: E ADESSO AVANTI COL REFERENDUM

E adesso avanti tutta, come diceva Arbore. Avanti col referendum. Non c'è via di uscita alla crisi che stiamo attraversando, che è crisi di sistema. La frantumazione dei partiti è arrivata al massimo. Napolitano ha ricevuto, nei due giorni di consultazione, diciotto delegazioni. Ha detto, a chiusura, di avere visto tutte le rappresentanze dei partiti presenti in Parlamento. Si può governare con dodici partiti, come oggi tocca a Prodi? Via, siamo sinceri: Romano ha i suoi difetti, e ogni tanto il pugno sul tavolo dovrebbe sbatterlo. Ma con una maggioranza di dodici partiti nemmeno Napoleone governerebbe. Forse Berlusconi pensa che se toccasse a lui andrebbe meglio. Si sbaglia, dopo un poco il frullatore dei partitini travolgerebbe anche lui.

La verità è che il potenziale distruttivo dell'ultima legge elettorale si sta rivelando adesso in tutta la sua carica malefica. Se con l'1% entri in Parlamento, hai finanziamento (e abbondante), fai un gruppo parlamentare e vieni persino ricevuto da Napolitano, chi te lo fa fare a stare in un grande partito? Tanto più che oggi di partiti con sigle gloriose, come furono la Democrazia Cristiana, il partito Comunista, il partito socialista o il partito repubblicano, per rimanere ai più noti, non ce ne sono più. Se non avesse creato un partito probabilmente Mastella si dovrebbe presentarsi da Napolitano con la famiglia. E invece, avendolo fatto, può mettere la moglie in ruoli istituzionali importanti, qualche amico in altri, e il gioco è fatto. Se non si cambia registro non c'è niente da fare.

Certo la riforma elettorale dovrebbe farla il Parlamento. E può anche darsi che con la spallata referendaria ce la faccia. Ma senza spallata, cioè senza firme, non si muove nulla. Qualcuno sta ancora aspettando le proposte di Chiti? Ma ti sei accorto che nei dodici punti di Prodi manca il problema centrale, cioè la riforma elettorale? Se Prodi non si è nemmeno azzardato a metterla al tredicesimo punto, se cioè la maggioranza non è nemmeno in grado di parlarne, pensi che maggioranza e opposizione messe insieme possano farcela?

Avanti tutta quindi, il 24 aprile si comincia. Mancano ancora due mesi, purtroppo, e sono lunghi. Ma raccogliere 500.000 firme non è uno scherzo, e bisogna organizzarsi. E dalla prossima nota parleremo di problemi concreti, perché cercheremo di vedere che cosa possiamo fare assieme per lanciare la campagna.

Mario Segni

Mario Segni
Politica