Primarie: strumento di rottura per un sistema ingessato

di Mario Segni

Dalla Puglia sono venuti spesso
grandi uomini, ma non mi ricordavo da quella regione grandi
eventi politici che influissero su quelli nazionali. E invece
questa volta ne è accaduto uno: le primarie dell’Ulivo. Sono già
un fatto grosso; possono diventare enorme. E le considero un
fatto positivo, molto positivo.

Non entro nel merito della scelta. Non appartengo all’Ulivo e
non sono pugliese. Non ho quindi titolo per commentare la
scelta. Ma il fatto politico è un altro. E’ la prima volta che
una candidatura di grande importanza, per la Presidenza della
Puglia, viene scelta con le primarie e non con le riunioni
notturne dei segretari di partito. E’ la prima volta che a
questo livello le primarie vengono fatte sul serio, 80.000
votanti non sono uno scherzo. E non c’è da meravigliarsi se
hanno dato un risultato contrario ai voleri delle oligarchie.

Non si fermerà qui. Ne sono convinto. Perché le primarie vanno
nel senso della storia, sono il nuovo in un sist ema che si sta
di nuovo sclerotizzando. Il collegio uninominale ha questa suo
sbocco inevitabile: o si arriva alle primarie o il sistema non
funziona, perché se i candidati vengono scelti a Roma dalle
oligarchie di partito la partitocrazia, cacciata dalla porta dai
nostri referendum, ritorna dalla finestra nel modo peggiore.

Per parte nostra non staremo fermi. L’anno scorso ottenemmo
l’adesione di oltre cinquecento sindaci su una proposta di legge
di istituzione delle primarie, che fu presentata alla Camera
dall’on. Cossa. Un dinamico sindaco di un comune della Toscana,
Peccioli, introdusse le primarie nello Statuto comunale e nella
scorsa primavera a Peccioli i cittadini, con le primarie,
scelsero il candidato a sindaco e i candidati al consiglio. Il
sindaco si chiamava Macelloni, e dobbiamo ringraziarlo del
coraggio e dell’intelligenza. Con lui, con altri sindaci ed
amministratori comunali, lanceremo tra alcune settimane la
campagna per portare le primarie nello Statuto de i comuni.
Bartolo Ciccardini sarà il coordinatore dell’iniziativa. Vi
informeremo nei particolari, e chiederemo l’adesione di tutti
quelli che la condividono.

Complimenti quindi ai pugliesi che hanno fatto un gran passo
avanti nella modernizzazione delle nostre istituzioni. Ma adesso
c’è una domanda d’obbligo. Il centro destra che cosa fa? Vuole
rimanere congelato e militarizzato da Berlusconi che,
naturalmente, si considera insignito di un diritto divino ad
essere scelto e a scegliere tutti quelli che vuole? Se in
Lombardia Formigoni e Maroni si fossero misurati con le
primarie, ne avrebbero guadagnato tutti. L’anno scorso in
Sardegna, tentammo con tutti i mezzi di portare il centro destra
a scegliere con le primarie il candidato alla Presidenza, e se
ci fossimo riusciti le cose sarebbero andate certamente meglio.

Noi siamo l’ala liberale, seria, riformista, di un centro destra
avvelenato dai conflitti di interessi, dal partito azienda, e
imbolsito dall’assenza di un dib attito. Le primarie sono un
modo per scuotere questa pesantezza, che prima o poi sarà
fatale. Ho sentito poco fa Alemanno che sosteneva le primarie, e
abbiamo avuto Publio Fiori tra i promotori dell’iniziativa.
Qualcuno che comincia a pensare c’è. Noi andremo avanti.
Mario Segni


GdS 30 I 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Mario Segni
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