Primarie: serve un nuovo "ciclone" per completare il cambiamento

di Mario Segni

Riprendo il discorso su primarie
nel centro destra, partito unico e cose simili. Ho ricevuto
commenti sorpresi e parecchie critiche. Bisogna quindi tornare
su questi argomenti e ragionarci in profondità.

Comincio col dire che primarie e partito unico sono due temi
nostri, che abbiamo portato noi nel dibattito politico che sono
il logico punto finale della nostra lunga battaglia riformista.
Il fatto che li abbia proposti Berlusconi non cambia nulla.
Giusti erano e giusti rimangono. Bisogna imparare a separare il
grano dall’oglio, e a cogliere le poche cose buone che vengono
proposte. Questo non significa che da sole risolvano ogni
problema. Il centro destra ha un problema grande come una casa,
che si chiama Silvio Berlusconi. Il berlusconismo è stata una
iattura per l’Italia, ma ha sedotto molti italiani e fatto
vincere le elezioni a chi saliva su quel carro. Adesso non è più
così: non fa male solo all’Italia, fa male anche a chi segue
Silvio. Nel cen tro destra lo sanno tutti, ma tranne Tabacci
nessuno ha il coraggio di dirlo.

Ma io sono favorevole alle primarie proprio perché sono convinto
che quella è la strada per costruire il centro destra del
futuro, quello non più egemonizzato da Berlusconi e avvelenato
dal berlusconismo, travolto dalla demagogia leghista. Le
primarie sono un ciclone, destinato a sradicare alberi e a
lasciare dietro di sé un panorama completamente diverso. Questo
naturalmente a patto che siano vere primarie, cioè elezioni per
la scelta del candidato a premier, aperte a tutti i cittadini,
con garanzie di serietà e controlli sulla regolarità. Se fatte
bene aprono un dibattito dove prima non c’erano, rompono i
circoli chiusi e fanno entrare aria fresca al posto di quella
viziata. Per un motivo molto semplice, che danno la parola agli
elettori invece che ai quadri. Le primarie sarebbero per i
partiti quello che il maggioritario è stato per il vecchio
sistema politico, un uragano che cambia tutto.

Facciamo finta di essere nel giorno in cui vengono indette le
primarie per la scelta del candidato premier del centro destra.
Tra due mesi (poniamo) tutti i cittadini possono recarsi a
votare. E’ il meccanismo con cui negli USA i democratici e i
repubblicani scelgono il candidato alla Presidenza. Berlusconi
sarebbe candidato. E’ suo diritto, nessuno può negarglielo. Ma è
impossibile, io credo, che non sorga davanti a lui un candidato
contrapposto, per dire quello che i cittadini dicono votando a
sinistra: non va bene, la sua politica è sbagliata dall’a alla
zeta, ci vuole un altro leader e un’altra politica. Ma
vincerebbe Berlusconi, mi direte. Possibile, forse probabile,
dati i finanziamenti e la organizzazione che metterebbe in
campo. E’ un rischio che dobbiamo correre. Ma sarebbe comunque
una rivoluzione: pensate un centro destra non più militarizzato,
come oggi, ma in cui il 30%, poniamo, dice che le leggi ad
personam sono una vergogna, che dobbiamo essere con l’Europa e
non a reg gere il moccolo a Bush, che la devolution va rispedita
al mittente e che il massimo che si può permettere è che Bossi e
Tremonti se la mettano in cornice e la appendano a casa.
Nascerebbe e si formerebbe l’altra anima del centro destra,
quella che rappresenta le nostre idee. Non vinceremmo subito?
Forse, ma si aprirebbe una strada che oggi è chiusa da un
macigno.

Probabilmente nella testa di Berlusconi c’è una cosa del tutto
diverso. Primarie finte, partito unico fatto solo da yesmen,
incoronazione a tempo indeterminato di re Silvio. Ma se è un
bluff bisogna vedere le carte, costringerlo a scoprirsi,
obbligarlo a fare quello che dice e probabilmente non vuole. Se
fossi al posto di Casini e di Follini avrei già detto di sì alle
primarie e lanciato la candidatura. Spero di convincerli.

Queste sono le idee che mi frullano in testa. Se la cosa ti
interessa scrivimi, sia sei d’accordo, sia soprattutto se la
pensi diversamente. Mai come in questo momento abbiamo bisogno d
i fare una scelta ragionata e collettiva.
Mario Segni


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