POLITICA INTERNA: E' SCOMPARSA UNA REGINA

I Cavalieri e le Dame degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, unitamente alle Guardie d'Onore al Pantheon e al Club Reale "Conte Luigi Torelli", nel partecipare al grande cordoglio per la scomparsa di

S.M. MARIA JOSÈ DI SAVOIA
REGINA
D'ITALIA

NATA PRINCIPESSA DEL BELGIO

Chinano reverenti i vessilli abbrunati e ne ricordano alla cittadinanza, alle Istituzioni, alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, le alte virtù del senso del dovere che accompagnarono ogni giorno della Sua vita, insieme al grande amore per l'Italia

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Chiuro, lì giovedì 1 febbraio 2001

L'intonazione dell'Inno Reale del Coro Alpino Città di Milano nell'antica Abbazia di Altacomba, dove sotto le volte gotiche riposano i Conti, poi Duchi e Principi di Savoia, infine i Re d'Italia, non poteva non suscitare un brivido di commozione tra i pochi fortunati che avevano avuto accesso. Vegliato dalle fedeli Guardie d'Onore al Pantheon, il feretro dell'ultima Regina d'Italia è stato salutato da almeno 3.000 persone che hanno raggiunto, oltre con i pullman anche con mezzi propri, le sponde del Lac de Bourget per rendere l'ultimo saluto a colei che ha dedicato all'Italia i migliori anni della sua vita. 

A chi mi chiedeva il perché della mia presenza ad Hautecombe (soprattutto i giornalisti), rispondevo che chiunque abbia dedicato alla Patria anche un solo momento, facendolo nell'esercizio delle proprie funzioni con dignità, lealtà e onestà (e la Principessa e poi Regina Maria Josè lo fece sfidando anche il suocero), ebbene, merita il riconoscimento dei posteri. 

Lontano dalla ressa dei rotocalchi e dalle pagine rosa (come il Re Umberto II, suo marito), la Regina condusse una vita al di fuori e al di sopra del pettegolezzo. Si dedicò agli studi storici, tanto da meritarsi la Legione d'Onore della Francia, ma non rinunciò, soprattutto nei primi anni dell'esilio, a visitare luoghi, paesi, culture. Accompagnando la Madre Elisabetta (Regina del Belgio), furono le prime Regine a mettere piede al Cremlino nella Russia comunista dai tempi della strage dei Romanoff, oppure in Cina, dove vennero ricevute da Mao Tze Tung. 

Tutto ciò forse per combattere la profonda nostalgia della Regina verso il nostro paese, che ella amò fin dalla primissima infanzia, quando studiò al Collegio di Poggio Imperiale di Firenze. Un grande amore per la cultura, ma anche per la natura, per le Alpi (famose anche le ascensioni di suo padre il Re del Belgio sulle Alpi), e così ha voluto che ai suoi funerali ci fosse un coro di Alpini. Da Milano (coro Città di Milano, 40 elementi), e da Cuneo (coro Alpi Cozie, 50 elementi), i quali alternandosi nell'esecuzione dei brani hanno ben risposto al suo ultimo desiderio di un'abbraccio con l'amata Italia. Forse Ella ha apprezzato più questi, che i Gonfaloni di Comuni, Città, Provincie e Regioni, le cui presenze sono dovute più all'immagine che alla vera partecipazione al lutto (uno per tutti: Torino, città che bocciò una mozione per l'abolizione dell'esilio).

E tremila strette di mano con altrettanti "grazie" hanno concluso il viaggio degli italiani in Savoia: quelle del figlio Vittorio Emanuele, che al termine della cerimonia ha voluto salutare tutti, in particolare quelli che non hanno potuto, per ovvie ragioni di spazio e sicurezza, entrare in chiesa, ed hanno atteso, nei prati antistanti la millenaria abbazia, la fine della cerimonia. 

Il taxista che a notte fonda mi riportava a casa a Milano mi chiedeva "chissà se sarà vero che il Principe ha salutato tutti, uno per uno", posso dire con assoluta certezza sì, l'ha fatto, e lo fa ogni volta che ci sono cerimonie in Savoia: anche quello è un modo per sentirsi un po in Italia.


Lorenzo Giana



Lorenzo Giana, Vicesindaco di Chiuro (SO), consulente dell'ANCI, da sempre fervente sostenitore della monarchia, è Guardia d'Onore del Pantheon e recentemente è stato insignito del titolo di "Ufficiale dell'Ordine al Merito di Savoia".




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