Maggioritario: “Avevamo ragione noi.”

di Mario Segni

“Repubblica” scrive che in materia di legge elettorale
Berlusconi ha cambiato idea ventinove volte. Probabilmente ha
ragione. Ma quando ne azzecca una dobbiamo riconoscerlo, ed anzi
esserne contenti.

Sul maggioritario, primarie e partito unico ha
detto una cosa giusta: la quota proporzionale andrebbe abolita,
per le candidature ci vogliono le primarie, bisogna arrivare al
bipartitismo e quindi al partito unico del centro destra. Sono
le cose che diciamo da anni, e anzi in certi momenti siamo
rimasti soli a dirle. Per rimanere fedeli abbiamo pagato duri
prezzi. Siamo stati attaccati e presi in giro. Ora queste cose
ritornano, perché le idee buone sono più forti degli uomini. Ne
siamo contenti.

Naturalmente voi potreste ricordarmi che contro queste proposte
Berlusconi si schierò ripetutamente, che nei referendum del 1999
e del 2000, quelli che volevano abolire la proporzionale e
riformare il famoso Mattarellum, fu il nostro principale
avversario. E’ tutto vero. Nel 2000 nella sua forsennata
campagna arrivò a dire che questo era “il referendum dei
comunisti”. Ma non sono le cialtronerie di tanti istrioni della
politica che ci interessano. Ci interessano le cose, proprio
perchè siamo persone serie, e facciamo politica non perchè ce lo
ha ordinato il medico ma perché vogliamo fare un servizio
all’Italia. E allora se Berlusconi va avanti su queste cose noi
siamo pronti a lavorare, rivendicando la paternità di queste
idee e rallegrandoci perchè finalmente le ha capite anche lui.
Forse la politica italiana può fare un passo avanti. E se lo fa
ricordiamoci, con orgoglio legittimo, che il seme lo abbiamo
gettato noi.
Mario Segni

LETTERA APERTA A BERLUSCONI

Caro Cavaliere, avevamo ragione noi.

Nel 1999 e nel 2000 ci trovammo su sponde opposte su un
passaggio cruciale per lo sviluppo istituzionale e politico del
paese: il referendum per la abolizione della quota proporzionale
del famoso Mattarellum.

Tu ti schierasti contro.

A distanza di
tanti anni sembra chiaro che la vittoria del sì avrebbe dato una
forte spinta al bipartitismo, e probabilmente l’Italia avrebbe
oggi un grande partito di centro sinistra e un unico partito di
centro destra; che la nuova legge elettorale avrebbe sicuramente
imposto una profonda modifica costituzionale, per la quale molti
dei referendari avevano già chiesto pubblicamente la Assemblea
Costituente; che si sarebbe aperta la strada alle primarie,
necessarie non solo per la scelta del leader ma anche dei
candidati al Parlamento.

Per fortuna queste idee oggi ritornano prepotentemente. E’ la
forza delle cose che le impone. Perché se non si vuole tornare
al vecchio sistema di partitocrazia e di instabilit à, non c’è
altra strada che percorrere sino in fondo la linea delle riforme
ottenute con i referendum elettorali. In certi momenti ho difeso
in assoluta solitudine queste posizioni. Ora è molto importante
che tu le abbia rilanciate.

In questo momento il passaggio che mi sembra essenziale è quello
delle primarie. Con le primarie la strada verso un grande
partito liberaldemocratico diventa un fatto di partecipazione,
non elitario. Con le primarie si fa fare un grande passo avanti
al sistema istituzionale. Con le primarie si dà uno sbocco
costruttivo al confronto tra le diverse posizioni, dalla
devolution al Mezzogiorno, dalla giustizia al conflitto di
interessi, che esistono nel centro destra.

Il mio invito quindi è semplice: imboccare decisamente questa
strada: è quella giusta. Nel mio piccolo, sono pronto a dare il
mio contributo.
Mario Segni


GdS 30 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Mario Segni
Politica