L'ALTRA FACCIA DEL NOSTRO PAESE
 FERRARI, 
 APRILIA, AER MACCHI ECC.
 Siamo un Paese che spende poco per la ricerca, che batte molto 
 meno degli altri la via dell’innovazione, la nostra offerta sui 
 mercato mondiali è più esposta alla concorrenze, ora cinese, 
 perché meno elaborata ecc. ecc.
 Queste sono le cose che si leggono abitualmente.
 Ebbene questo Paese che, leggendo quanto sopra, sarebbe se non 
 da terzo mondo quasi ha anche un’altra faccia.
 In Formula 1 dove conta sempre meno che guida e sempre più la 
 tecnologia, avanzatissima, un’auto italiana, la Ferrari – 
 diciamo pure la FIAT-Ferrari – riesce a far fare figuracce 
 inaudite ai cervelli tedeschi della Mercedes e della BMW, a 
 quelli inglesi di varie scuderie, ai giapponesi, ai francesi, 
 agli americani.
 Nelle moto un’azienda in difficoltà economiche, l’Aprilia, ha 
 fatto miracoli al cospetto dei giganti giapponesi.
 In questi giorni l’Aer-Macchi sfodera l’M 346, un gioiello di 
 aereo-scuola che oltre ad essere un prodigio dal punto di vista 
 della tecnologia lo è anche in fatto di contenimento dei costi.
 Un grande aereo con la possibilità di manovre con angoli 
 d'attacco fino ai 35 gradi (testato fino a 42°), la cellula ha 
 una vita di 10.000 ore di volo e si sta studiando di portarle a 
 15.000, i due motori Honeywell F-124 garantiscono una spinta 
 intorno ai 2600 kg/s e i nove punti d'aggancio sotto le ali 
 permettono all'aereo l'impiego di numerosi sistemi da agganciare 
 sotto le ali per addestramento. La manovrabilità è ottima e 
 le prestazioni dell'aereo (seppur subsoniche per contenere i 
 costi d'esercizio) lo rendono paragonabile ai caccia di ultima 
 generazione; infatti esso è pensato proprio per sopperire alla 
 mancanza di una addestratore avanzato.
LA PALLA AL PIEDE
Fiat.
 In maniera diretta o indiretta la crisi della Fiat ha pesato e 
 pesa su tutti noi.
 Quando la Fiat aveva problemi, in un modo o nell'altro 
 interveniva lo Stato. In parte giustamente per il Sociale e per 
 l'economia, ma in parte no. Infatti quando questa sorta di 
 protezione é venuta meno per le regole europee, si é visto cosa 
 é successo.
 C'é anche un aspetto particolare. Crediamo di essere l’unico Paese al mondo nel 
 quale il parco automobilistico delle pubbliche amministrazioni e 
 di società a capitale pubblico è, per così dire, molto esotico e 
 poco nazionale. In Germania, Francia e via dicendo non succede. 
 Questo per le auto. Ma per gli aerei?
Alitalia. In maniera diretta o indiretta la crisi di Alitalia ha pesato e 
 pesa su tutti noi. Fin che, di fatto, pagava Pantalone le cose 
 sono andate bene con contratti principeschi per piloti, hostess 
 e via dicendo. Privilegi difesi coi denti anche recentemente 
 quando era esplosa la crisi dell'11 settembre con lo sviluppo 
 fortissimo della concorrenza low cost.
 Anche qui da chiedersi perché almeno pubbliche amministrazioni e 
 società a capitale pubblico non fanno viaggiare il proprio 
 personale su aerei della Compagnia di bandiera?
Le Ferrovie. Per quanto riguarda le Ferrovie, é vero che 
 é stata una sciagura il trasferimento sulla strada di gran parte 
 dei traffici, oggi veicolati da tre milioni (!!!) di mezzi 
 pesanti, e in questo le FS hanno una responsabilità storica. 
 Ancora oggi del resto l'organizzazione é tale da disincentivare 
 chi volesse effettuare un trasporto con un carro ferroviario da 
 Sondrio. Detto questo vediamo però due altri esempi. 
 L'ammodernamento ha incontrato, e talora incontra anche oggi, i 
 soliti portatori di bastoni da infilare nelle ruote. Una linea 
 che aveva bisogno di essere realizzata, e non solo per la 
 velocità ma per la potenzialità di traffici-merci, come la 
 Milano-Roma-Napoli poteva esserci da 15 anni e deve ancora 
 essere finita. Poi il personale. C'erano oltre 220.000 
 dipendenti. Oggi sono, in ordine di grandezza, la metà. E 
 viaggiano più treno di un tempo.
 Finché poteva Pagare Pantalone...
Le Poste. Anche qui si potrebbe ripetere il discorso 
 delle Ferrovie. Enormemente ridotto il numero dei dipendenti, e 
 caricati di lavoro per una serie di nuove funzioni quelli 
 rimasti, le Poste si sono però date una veste  moderna, 
 fanno un sacco di cose, persiono da banca.
L’ENEL. In Italia, si dice, l'energia costa il 40% in più 
 che in Europa con tutte le conseguenze del caso, in particolare 
 per le imprese. Pesa indubbiamente la truffa del referendum sul 
 nucleare. Ci avevano detto allora che cominciava l'Italia e poi 
 sarebbero venuti dietro gli altri Paesi. Non solo noi abbiamo 
 rinunciato a costruire le nuove centrali previste ma addirittura 
 abbiamo chiuso quelle che c'erano, senza che nessuno ci dicesse 
 che gli enormi costi dello smantellamento si sarebbero 
 trasferiti sulla nostra bolletta. E così tanta, tanta energia, 
 prodotta dagli impianti nucleari di Francia e Svizzera, la 
 importiamo. Gli eventuali rischi gli stessi di prima.
 Detto tutto questo, vero, reale, non i può dimenticare però 
 tanti aspetti "da carrozzone". Anche qui numero di dipendenti, 
 privilegi per cui la massima aspirazione di molti era, con il 
 posto in banca quello all'ENEL. E sempre, di fatto, Pantalone.
Anche in provincia. Ce n’è anche per noi, qui in provincia. 
 Giriamo molto al largo con un esempio "idrico": 
 abbiamo in provincia acqua splendida dal rubinetto ma è invalsa 
 l’abitudine di bere quella in scatola, una definizione che calza 
 perfettamente con l’imballaggio usato, una bottiglia in 
 plastica.
 Fra le marche di acqua in scatola ce ne sono tre in 
 provincia: la Levissima, la Bernina, la Frisia, tutte e tre da 
 sorgente di alta montagna. La cosa buffa è che molti bevono ben 
 altre acque, magari quella che viene imbottigliata in provincia 
 di Venezia a metri 16 sul livello del mare….
 Possiamo avere Ferrari, Aprilia, Aer-Macchi e altro ancora, ma 
 se non rimuoviamo le tante palle al piede, in Europa saremo il 
 vaso di coccio, con tutte le conseguenze del caso per i nostri 
 figli e nipoti che non meritano questo scherzetto dai loro padri 
 e dai loro nonni.
Amarilli
GdS 20 X 2004 - 
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