SONDRIO: "CAMBIA LA LEGGE, MOSCHEA IN FORSE" (MA NON E' CAMBIATO NIENTE). IL SINDACO PRENDE ATTO. VARIANTE PROBLEMATICA. SOLUZIONE NON DIFFICILE (ALTROVE)

"Cambia la legge, moschea in forse" (titolo de Il Giorno) e il Sindaco prende atto della decisione del 16.7 degli uffici, per cui la concessione, nei locali ex- palestra in Via Tremogge, per un "Centro Culturale Islamico" corretto il 22.5 in "luogo di culto", non può essere rilasciata senza una variante urbanistica.

E' dal 3.11.2007 che, fermo il diritto per i richiedenti di avere una sede di culto, sosteniamo questa ineccepibile tesi sino alla nota finale del CCCVa in data 25.6 (111 paragrafi in 411 righe). La legge citata (quella regionale che a nostro avviso non fa che ilteriormente puntualizzare le prescrizioni già esistenti per i luoghi di culto), di ben 5 mesi e 20 giorni fa, non ha cambiato niente perché anche prima l'insediamento era possibile solo nelle aree per "attrezzature di interesse comune", non quindi in Via Tremogge.

E ora? I richiedenti, si legge, "attendono risposta a breve". Quella negativa l'hanno avuta. Senza speranze un ricorso al TAR, si suppone pensino alla variante, comunque problematica. La via maestra resta quella di fare la stessa cosa che hanno fatto o i cattolici con la Chiesa del Sacro Cuore o i Testimoni di Geova con la loro Casa del Regno. In effetti è quello che si è letto come richiesta, citando appunto i Testimoni di Geova.

Vediamo le differenze:

- I Testimoni di Geova prima hanno chiesto, poi hanno concordato con il Comune una localizzazione, infine in base a questo hanno deciso.

- Per la moschea (ormai la sia può chiamare così dopo che gli stessi richiedenti hanno cambiato dall'iniziale "circolo culturale" in "luogo di culto") prima hanno deciso compiendo gli atti del caso, poi hanno comunicato al Comune, poi hanno chiesto e ora, come scrive il progettista, viene lasciata al Comune solo la possibilità di dire di SI. Il diritto costituzionale ad avere un luogo di culto non significa avere il diritto di averlo come si vuole, dove si vuole e senza che il Comune, o gli stessi condomini, possano valutare anche gli aspetti negativi proponendo alternative, sia pure da concordarsi.

Si noti che fin dall'inizio nel sostenere che senza una variante urbanistica l'intervento non sarebbe stato possibile avevamo anche precisato che era nell'interesse dei proponenti tenere conto di quest'aspetto. Chiunque, nell'incertezza, avrebbe atteso il responso finale del Comune prima di acquistare, anche se fossero stati certi di avere risposta positiva - cosa che avevamo dimostrato impossibile anche prima della Legge Regionale) -. Questione di elementare cautela…

L'ultima trovata è quella di pretendere l'OK del Comune visto che i VV.FF. non rilasciano valutazioni in fatto di prevenzione incendi,visto che si tratta di "luogo di culto", escluso per legge dall'obbligo della relativa certificazione. Si tratta di un argomento ininfluente, ma in ogni caso vale la pena di precisare che nelle pieghe delle norme relative si trova anche un passaggio particolare che riguarda il caso particolarissimo e certamente anomalo di un luogo di culto inserito in un edificio residenziale ecc. ecc.

Una variante eufemisticamente problematica, specie nella logica di un futuro piano-servizi oltre che nel contesto, - Stato di diritto -, giuridico-normativo attuale. Una soluzione sostanzialmente da ricercare altrove, senza particolari difficoltà.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Dalla provincia