ART. I LIEVITI CI AIUTERANNO A PLACARE LA "SETE" DI BENZINA ? BIOETANOLO DA MATERIE PRIME NON ALIMENTARI: COME E PERCHÉ SI FA. LIMITI, VANTAGGI E PROSPETTIVE

Seminario promosso da Confartigianato Imprese Sondrio, su tema di rilevante interesse ed attualità

Come affrontare la crisi delle risorse petrolifere senza entrare in competizione con le materie prime alimentari. Questo il tema di fondo del seminario "I lieviti ci aiuteranno a placare la sete di benzina ? Bioetanolo da materie prime non alimentari: come e perché si fa. Limiti, vantaggi e prospettive"seminario organizzato da Confartigianato Imprese Sondrio lunedì 28 luglio nella Sala "Arturo Succetti" a Sondrio. Partecipanti all'incontro - il primo su questo tema in provincia di Sondrio -Fabio Bresesti, Presidente Confartigianato Imprese Sondrio e Maurizio Bettiga, Ricercatore Marie Curie al Dipartimento di Microbiologia Applicata, Università di Lund, Svezia.

La domanda energetica in costante crescita non potrà essere soddisfatta della tecnologie tradizionali senza una forte pressione sull'ambiente, sulla salute umana e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. È quindi indispensabile promuovere nuove tecnologie capaci di soddisfare il bisogno di energia con minori pressioni: favorendo la produzione di combustibili puliti che riducano il quantitativo di CO2 in atmosfera, e contemporaneamente diminuendo la dipendenza energetica dall'importazione di combustibili fossile.

Un passo importante in questa direzione è stato compiuto dai ricercatori del Dipartimento di Microbiologia Applicata, Università di Lund, Svezia che stanno intervenendo con gli strumenti propri della ingegneria metabolica sulle capacità del comune lievito di birra, il "Saccharomyces cerevisiae", per trasformare la cellulosa e altre componenti del legno in glucosio e quindi in etanolo.

Risultati di questo percorso al centro dell'incontro promosso da Confartigianato Imprese Sondrio il lunedì 28 luglio con la presenza di un giovane ricercatore italiano impegnato in questo progetto, Maurizio Bettiga. Maurizio Bettiga dopo aver conseguito il dottorato in biotecnologie industriali, Università degli studi di Milano Bicocca dal marzo 2006 è ricercatore Marie Curie al Dipartimento di Microbiologia Applicata, Università di Lund, Svezia, nell'ambito del Sesto Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico dell'Unione Europea. La principale attività di ricerca di Bettiga è l'ingegneria metabolica del micororganismo Saccharomyces cerevisiae, anche conosciuto come comune lievito di birra. La ricerca si concentra sulla produzione di bioetanolo da materiale ligneo-cellulosico, come sottoprodotti dell'agricoltura (paglia) e dell'industria forestale. In particolare, il progetto riguarda la costruzione di nuovi ceppi ricombinanti in grado di produrre etanolo non solo da zuccheri tradizionali, ma anche dagli zuccheri a 5 atomi di carbonio come lo xilosio e l'arabinosio. Oltre all'attività di ricerca, Bettiga è titolare del corso di ingegneria genetica (Gene Technology) dall'aprile 2006. Inoltre dal gennaio 2009. sarà titolare anche del corso di ingegneria metabolica Entrambi i corsi sono parte dei master in biotecnologie e ingegneria chimica del Politecnico di Lund

La ricerca che sta conducendo in Svezia è tesa a individuare e sviluppare colture energetiche alternative a quelle "food" (oli e cereali), apre quindi nuovi scenari alla produzione di uno dei carburanti candidati a sostituire la benzina. La sfida è quella di individuare una soluzione che eviti i rischi di una competizione fra coltivazioni destinate all'alimentazione e quelle alla mobilità, mantenendo i vantaggi di benzina e gasolio prodotti senza petrolio, con emissioni molto meno nocive per l'ambiente e "carbon neutral". Ottenere l'etanolo da fibre di cellulosa, sostanza "povera" che non deve essere ricavata da piante coltivate appositamente ma anche da scarti di lavorazione, dalla pulizia dei boschi e da piante spontanee come il panicum virgatum, una banale graminacea in grado di crescere facilmente su terreni attualmente incolti o residuali, potrebbe essere questa soluzione.

Da numerosi enti di ricerca, infatti, compreso l'Argonne National Lab, che fa parte del Department of Energy statunitense, arriva la conferma che l'etanolo prodotto da biomasse vegetali legnocellulosiche costituirebbe la soluzione in grado di garantire una riduzione di gas serra dell'85% rispetto all'utilizzo di benzina, con un impatto migliorativo rispetto al mais e alla canna da zucchero. Come ulteriore fattore positivo, le prospettive di sviluppo non sarebbero in competizione con la catena alimentare, pur essendo remunerative per il mondo agricolo, con un impatto ridotto anche in termini di consumo di risorsa idrica e fertilizzanti.

Con questo incontro Confartigianato Imprese Sondrio, ha inteso offrire un momento di approfondimento e riflessione a imprenditori, amministratori pubblici e cittadini su questo rilevante tema.

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