VENTICINQUE ANNI DOPO. DETTAGLI TECNICI UFFICIALI

Stralciamo dalle "Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell'Adda sopralacuale" del PAI la parte che riguarda la calamità del 1983:

"Maggio 1983. Dissesti idrogeologici in provincia di Sondrio, a seguito di piogge prolungate cadute nella seconda metà del mese, soprattutto nei giorni 21-23. Gli effetti più gravi si verificano nel tratto mediano della Valtellina, tra Chiuro e Bianzone, con valori di piogge che superano i 200 mm e con intensità costante, intorno a 5-6 mm/h per tutte le prime 20 ore

dell'evento. Alle ore 8 del giorno 22 una prima frana all'ingresso di Tresenda di Teglio sfonda i muraglioni e si ferma nei pressi della SS. n. 38 in un tratto fortunatamente privo di abitazioni. Intorno alle 12.10 dello stesso giorno, sempre in Tresenda, si abbatte una frana di maggiori proporzioni (la zona di distacco è poco sotto il campanile della frazione di Sommasassa), che travolgendo i muretti a secco dei numerosi terrazzamenti, investe una decina di case provocando 13 morti. Il giorno

23 un'altra frana si manifesta nel primo pomeriggio poco più a valle, in frazione Valgella, provocando 4 morti (colpita la piccola comunità terapeutica di Valgella, che ospitava un gruppo di disabili). A NO di Bianzone vengono contate frane fino a 28 per kmq. Altri movimenti franosi vengono registrati nella frazione Motta del comune di Villa Tirano, sulla strada tra Bormio e

Castionetto di Chiuro. Inagibile la SS. dell'Aprica per riattivazione di un'antica grande frana su un fronte di quasi 2 km. Movimenti franosi di colamento in Val Viola (località Morzaglia) pari a circa 5000 mc giungono in parte a insinuarsi entro l'abitato di Semogo. Frana in atto a monte di Moia, nel comune di Teglio, e in Val di Arigna, nel comune di Ponte

(rispettivamente 7.000 e 60.000 mc). La Prefettura di Sondrio comunica i dati ufficiali: 17 morti, 20 feriti, 3205 evacuati (tra Valdisotto, Bormio, Teglio, Valfurva, Aprica, Tirano, Bianzone, Villa di Tirano, Verbio, Colorina, Campodolcino).

Dalla relazione 'I "Debris flows": terminologia e classificazione' [Cancelli e Nova, 1985]:

Evento 1983 in Valtellina (area di Tresenda): istogrammi di frequenza dei principali parametri geometrici misurati per 61 colate detritiche:

a) Inclinazione media del pendio nella zona di origine (β = 25-45°);

b) Lunghezza orizzontale massima (Lh≤ 250 m, con rare eccezioni);

c) Larghezza massima (B ≤ 40 m, con rare eccezioni) .

Contenuto d'acqua (in condizioni prossime a quelle di rottura):

- per i tipici debris flows, condizioni di completa saturazione;

- in un numero ridotto di casi, condizioni di parziale saturazione.

Velocità:

- per i tipici debris flows, da rapida fino ad estremamente rapida

(anche oltre 1 m/s).

A cura della redazione

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