FESTA DELLA MAMMA
La parola "MADRE" è nascosta nel cuore e sale alle labbra nei momenti di dolore e di felicità, come il profumo sale dal cuore della rosa e si mescola all'aria chiara (ahlil Gilbran)
La festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa nel mondo che in Italia cadeva regolarmente l'8 maggio, fin quando non si decise di fissarla alla seconda domenica di maggio. La festa è molto antica. Pare infatti risalire al culto delle divinità della fertilità di alcuni popoli politeisti: essa era celebrata nel periodo in cui si passava dal freddo al caldo. Nel 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista americana, ebbe un'idea: istituire il Mother's Day, per riflettere sui vari problemi della guerra. Nel 1914 questa festa divenne ufficiale e si decise di celebrarla proprio nella seconda domenica di maggio, per dire grazie alle madri.
In Italia venne celebrata per la prima volta nel 1957, per merito di don Otello Migliosi che viveva in un piccolo borgo vicino ad Assisi. Oggi viene solennizzata in diversi paesi, secondo un calendario che varia da stato a stato. Siamo sinceri, quanti se ne ricorderanno? Tra l'imbarazzo generale e i molti eventi che attualmente si rincorrono nel nostro paese, ben pochi figli la rivivranno. Però le mamme stanno lì, aspettano, pregano per la loro felicità e realizzazione. Come ho fatto io assieme a Peppino: abbiamo acceso una candela alla Madonna di Pompei e abbiamo recitato la supplica che in tempi meno oscuri di questi, veniva trasmessa per radio ogni otto maggio, per invocare la sua protezione su di loro, la pace e la concordia nel mondo che è ben lungi dall'essere conseguita. E' talmente complicato il nostro tempo che persino il ruolo materno viene posto dietro alle mille altre necessità, sicché quante giovani ragazze sono avvilite nell'intraprendere l'avventura di essere madri. Un figlio è diventato un lusso privato. È qualcosa che non riguarda la società, è diventato un "diritto privato", una cosa che attiene solo a una realizzazione personale e non a un benessere comune. Ma una società che non fa figli è una società di sofferenza, in disagio, una società che non si proietta verso il futuro. Che peccato.
Qualche nota psicologica
L'identità adulta è radicata nelle identificazioni infantili. La donna si è riconosciuta presto e spesso nell'immagine di madre, immagine simboleggiante oscure promesse di prestigio, di potere e di una misteriosa beatitudine, vedi l'icona della Vergine Maria che soddisfatta tiene in grembo il suo piccolo. La rappresentazione mentale di madre implica un ruolo con le sue regole, quali elementi dell'eredità sociale. Così, la società prescrive per la funzione del ruolo materno, un concetto di cura; che significa preoccupazione e occupazione. La donna quindi svolge, per ruolo, alcuni compiti e funzioni che le sono assegnati socialmente, ma, di fronte a queste aspettative può manifestare un disagio cui spesso non sa dare un nome ed un significato. Nella società attuale, in seguito a correnti femministe(direi estreme), ad alcune donne, che hanno combattuto attraverso la cultura e l'inserimento nel mondo del lavoro maschile, è stato permesso abbandonare questo ruolo passivo. Essere madre, in questo ambito, è giusto e opportuno e l'evento è vissuto in modo razionale e tecnico affinché possa essere gestito proficuamente e non investito emotivamente. Si tratta delle nuove mamme, per le quali l'imperativo sociale è efficacia ed efficienza. Queste nuove madri sono ben lungi dall'aver raggiunto una posizione scevra da pregiudizi e attributi aprioristici. In Occidente, la moda attuale denigra la maternità e l'educazione dei figli. Il ruolo materno è considerato una categoria di secondo ordine, che se vissuta come attività principale dovrebbe essere motivo di vergogna; la società etichetta la madre felice e appagata come sciocca, sognatrice e sdolcinata, quali categorie antitetiche alla donna intelligente che non sacrifica il suo "essere" e le sue ambizioni per dedicarsi ai propri figli. A queste nuove aspettative sociali, alcune donne rispondono con l'accantonamento del loro desiderio di maternità, o celandolo dietro i sempre più frequenti e svariati disturbi di fecondità o rifiutandolo esplicitamente. Queste nuove donne, anche se sublimano al massimo il loro desiderio di concepimento con numerose attività, arriveranno a percepirsi, una volta raggiunto il climaterio, come incomplete, poiché la stessa società che le invita a non procreare, in un linguaggio schizofrenico, le additerà come inabili a portare avanti un progetto di vita tipico della specie umana. Che peccato, così l'Italia diverrà sempre più vecchia e si farà largo sempre di più a generazioni di altre culture! . E dire che secondo i dati statistici più volte proposti da vari istituti di ricerca, il desiderio di maternità in Italia è inalterato da trent'anni, cioè le donne italiane desiderano essere madri esattamente come trent'anni fa, quindi è evidente che c'è un problema di cui la politica dovrebbe farsi carico. Le donne non sono libere di essere madri( Infatti, vi sono regioni altamente avanzate, come il Trentino Alto Adige che non prevedono alcun aiuto alle madri che desiderano continuare il lavoro dopo il periodo di congedo per maternità e gli asili nido costano, in media più di 800 euro al mese. Una vera vergogna, ma tanto a chi importa?). La politica del "nuovo" governo, non dovrebbe tralasciare di occuparsi del gravissimo problema della riproduzione della specie, altrimenti ,poi, è proprio inutile sprecare le lacrime sulla sparizione degli italiani. Resteremo, forse, nella poesia, anche in quelle dedicate alle madri di cui ripropongo alcuni brani.
Come te nessuno mai
Come te nessuno mai
ha riempito i miei giorni
di parole, di amore
di un legame profondo
nell'animo, come adesso, sempre.
Sento l'armonia, la quietezza
che l'amore dà al mio pensiero
e nell'immaginarmi questo legame
mi fa dire
come te nessuno mai
ha aperto il mio cuore(Maria Cristina La Torre, mariacris.latorre@tiscali.it).
Mamma
Quando all'alba vedo nascere il sole
penso a te mamma che mi hai donato la luce
Quando il sole mi brucia la pelle
penso a te per il calore che mi hai donato.
Quando guardo un fiore e sfioro i suoi petali
penso a te per il profumo di vita che mi donasti.
Quando guardo la luna piena
penso a te mamma per le dolci carezze che mi hai dato.
Quando guardo un albero
penso a te per la forza che mi hai donato.
Qualsiasi cosa guardi...
il sorriso di un bambino
una rondine in volo
un prato fiorito
la verde acqua del mare
un arcobaleno
una stella nel cielo
penso a te mamma per offrirti tutto ciò che vedo
quello che ho lo devo a te mamma...
Fa si che io possa offrirti la vita
quella che tu mi donasti con tanto amore...
Fa sì che il sole non tramonti mai
per vedere negli altri la tua immagine d'amore(Marco Spyry '91).
Grazie Mamma
Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma( Judith Bond ).
Le Mani della Madre
Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta( Rainer Maria Rilke).
Vergine madre,
figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si riaccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz'ali. (Dante Alighieri).
Supplica a Mia Madre
E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile… ( Pier Paolo Pisolini).
Mamma
Ogni tanto Dio,
nella sua generosità,
fa scendere sulla terra
un angelo.
E tante volte noi,
nella nostra confusione,
non lo riconosciamo -
questo essere magnifico.
Che ci guida e ci aiuta
a vedere le cose che sono
veramente importanti.
Pero tu, cara mamma,
sei stata scoperta.
Tu lo sei davvero un angelo.
Non è per caso
che anche il tuo nome sia...
Angela.
Tu sei qui per insegnarci
il vero significato dell'amore.
Con la tua disposizione
di sempre mettere i bisogni
di quelli che tu ami davanti alle tue,
ti sacrifichi incessante
per vederci felici.
E ti accontenti con troppo poco
in ricambio.
Non esistono parole abbastanza belle
per dedicarle a te.
Ma queste sono sinceri,
e vengono dal cuore.
Tu sei più che mamma -
tu sei amica,
tu sei inspirazione,
tu sei l'angelo beato
che Dio ci ha mandato.
E cosi vogliamo dirti
semplicemente
che ti vogliamo bene.
Forse non quanto lo meriti,
ma tanto di più che lo pensi.
E ci auguriamo che Dio,
nella Sua bontà,
ti fa rimanere tra di noi
per ancora tanto tempo( Carmen Colombo, Sept 1994).
A Mia Madre
Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant'anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch'io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio prego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d'Urbino
il pennello divino per coronar di gloria
il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei...
dal sacrificio mio ringiovanita!( E. De Amicis).
Che Cos'è Una Mamma
Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.
Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l'hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti da:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell'ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.
Una mamma è come il mare.
Non c'è tesori che non nasconda,
continuamente con l'onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: "Buon cammino bel cavaliero!"
Una mamma è questo mistero(Francesco Pastonchi).
La Madre
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro(Giuseppe Ungaretti *1929* ).
"… Tu sei di tua madre lo specchio,
ed ella in te rivive
il dolce aprile del fior
dei suoi anni…" ( William Shakespeare ).
"… Don… don e mi dicono Dormi!
Mi cantano Dormi! Sussurrano
Dormi! Bisbigliano Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era…
sentivo mia madre… poi nulla
sul far della sera" (Giovanni Pascoli ).
"… Come non è che sera,
madre, d 'un solo dì ?
Me la miravo accanto
esile sì, ma bella:
pallida sì, ma tanto
giovane! una sorella!
bionda così com'era
quando da noi partì."( Giovanni Pascoli ).
Lettera Alla Madre
"Mater dolcissima, ora scendono le nebbie, il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve; non sono triste nel Nord:
non sono in pace con me, ma non aspetto perdono da nessuno,
molti mi devono lacrime da uomo a uomo.
So che non stai bene, che vivi come tutte le madri dei poeti,
povera e giusta nella misura d'amore per i figli lontani.
Oggi sono io che ti scrivo:
" Finalmente, dirai, due parole di quel ragazzo che fuggì di notte
con un mantello corto e alcuni versi in tasca.
Povero, così pronto di cuore lo uccideranno un giorno in qualche luogo.- "
Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo di treni lenti che portavano mandorle
e arance, alla foce dell'Imera, il fiume pieno di gazze, di sale, d'eucalyptus.
Ma ora ti ringrazio, questo voglio, ell'ironia che hai messo sul mio labbro,
mite come la tua. Quel sorriso m'ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te, per tutti quelli che come te
aspettano, e non sanno che cosa.
Ah, gentile morte, non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto del suo quadrante,
su quei fiori dipinti: non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde?
O morte di pietà, morte di pudore.
Addio, cara, addio, mia dolcissima Mater"(Salvatore Quasimodo)
Ora Nel Vento
Nell'oceano
Dei tuoi desideri repressi
Navigava il tuo credo di madre
Per istinto felina e protettiva .
"Donna partorirai con gran dolore "
e lo sapevi quando , per vocazione ,
sentivi dentro al tuo ventre
i palpiti e gli spasimi
e tu stringevi i denti
senza un lamento piena d'emozione .
Poi ad uno ad uno , col passar degli anni,
ti lasciarono sola per andare
in una terra dove il pane è duro
a fare i vù cumprà o gli accattoni
ma tu non lo sapevi .
Nell'ultimo sospiro li chiamasti
Come un appello antico , una preghiera ,
e in quel momento
non tutti li vedesti al capezzale .
ora madre senza confini , senza più desideri
tu certamente ascolti
echi dei vù cumprà , di quei tuoi figli ,
nel vento , nell'azzurro , nella pace
dei tuoi incomunicabili silenzi… ( Luciano Somma ).
Mamma Parola D'Amore
Mamma, il tempo chiede asilo
allo stupore delle tue pupille
e l'alfabeto attinge
alla ricchezza dei tuoi vezzeggiativi.
Mamma, tu detieni le chiavi
del sole inesauribile,
anche quando, nuvole di pianto solcano il tuo viso
e la casa sprofonda in una nebbia di silenzio.
Mamma, mi donasti un' infanzia
di pane fragrante, di acqua di fonte,
di uve passite al sole del sud.
Serbo ancora, intatta, l'innocenza
che in giorni lontani plasmasti con le tue mani
avvezze a scalare montagne di fatica.
Mani abili a cucire cieli
per i nostri aquiloni di fanciulle,
per i nostri saltelli alla campana,
nei meriggi assolati, di controra.
Mamma, riaffiora dal video dei ricordi,
il profumo di mirto dei tuoi bucati,
quel candore di percalle e di vigogna
di cui il mio Dash ultrabianco si vergogna.
Tu sai di ninne-nanne e di carezze
di inverni col braciere e di certezze,
di camiciole di tiepida flanella
per rendermi l'infanzia ancor più bella.
Mamma, sei quell'albero frondoso
che agli affanni della vita dà riposo,
e nulla chiede, nulla per sé spera,
solo un sorriso, solo una preghiera.
Mamma, parola d'amore,
sia se detta dal labbro di un bimbo,
sia se detta da un vecchio che muore.
Quale meravigliosa alchimia il cuore infiamma
ogni volta che un figlio chiama, MAMMA(Anna Martinelli).
Regalarti
Regalarti un sorriso,
il mio scopo più vivo.
Regalarti un'emozione,
la mia gioia più profonda.
Regalarti un sogno,
il mio più grande sogno.
Regalarti il mondo,
sarebbe sempre il fondo,
per te, mamma,
che hai regalato a me la vita(Daniela Adamo).
Mia Madre
Mia madre,
con le sue larghe spalle
e il sorriso di sempre.
Mia madre,
cui la vita ha regalato solo
il poter vivere da sola.
Mia madre,
dolce, fragile,
forte, immensa.
Mia madre,
con il suo solo modo
di essere madre(Daniela Adamo).
Filastrocca
Mia dolce mamma
Amore immenso
Meraviglioso
Magnifico
Aspettami sempre col sorriso(R. Paciotti).
O madre, nei purpurei raggi del tuo volto
io guardo i tuoi occhi misericordiosi.
O madre, la tua parola, distruggendo la morte,
si alza silenziosa nell' immenso cielo.
Sulla terra tutti ti riveriscono,
tutti ti onorano nelle fatiche della vita.
Fiduciosi mettiamo il corpo, l' anima, tutto
Nell' incensiere dell' adorazione.
O madre, nei purpurei raggi del tuo volto,
io guardo i tuoi occhi misericordiosi.
Nel tuo vassoio d' oro oggi verserò lacrime di dolore.
O madre, ti cingerò il collo di una collana di perle.
Poco importa se i miei capelli diventano grigi,
sono sempre giovane e vecchio.
Come il più giovane e il più vecchio di questo villaggio.
Alcuni hanno negli occhi sorrisi semplici e dolci,
alcuni un furbesco ammiccare.
Alcuni piangono alla luce del giorno,
altri piangono in segreto nel buio.
Hanno tutti bisogno di me
e non ho tempo di rimuginare sull' eternità.
Ho la stessa età di ciascuno, e cosa importa
Se i miei capelli diventano grigi( Anonima)
N.B. : i brani poetici sono tratti da: Poesie per la Mamma: digilander.libero.it/ PensieriInVolo
Maria de Falco Marotta