BERBENNO: CON LO PSICOLOGO EZIO ACETI SI È CONCLUSO IL CICLO DI CONFERENZE FARE RETE

Nietzche aveva previsto "il tempo in cui il padre non ci sarà più"

Presso il cinema-teatro "Quattro Torri" di Berbenno, con il 5° ed ultimo incontro, si è concluso il ciclo di conferenze del Progetto FA.RE. R.E.T.E. (Famiglia, Rete, Rispetto, Educazione, Testimonianza, Empatia) - promosso e co-finanziato da Regione Lombardia - organizzato dall'Associazione Culturale per le Pari Opportunità "OTHILIA", in collaborazione con l'Oratorio San Giovanni Bosco di Berbenno.

Il Progetto ha cercato di contribuire a chiarire il ruolo della famiglia moderna rispetto all'attuale contesto sociale, cercando di offrire spunti rispetto alla forte esigenza di approfondimento che accomuna oggi trasversalmente tutte le famiglie.

Nel corso dell'ultima riunione si è discusso sul tema "Dialogo tra genitori. Dialogo fra genitori".

Il relatore, lo psicologo Dott. Ezio Aceti, ha soprattutto sottolineato i seguenti punti:

- conoscere di più per amare di più i nostri figli: tutti i genitori amano i propri figli, ma alcuni vengono su "stortini"; non basta amarli, bisogna anche conoscerli;

- l'importanza della comunicazione "empatica", conseguenza di un atteggiamento di profondo ascolto dell'altro che permette di "entrare in sintonia";

- la necessità di liberarsi da pregiudizi che ci facciamo rispetto alle situazioni.

Il Dott. Aceti ha poi compiuto una panoramica dei diversi modelli educativi degli ultimi anni:

- prima degli anni '70: famiglia di tipo patriarcale e sistema educativo autoritaristico; punto di forza: caratterizzazione da norme, regole molto chiare che venivano trasmesse ai figli e marcata differenziazione tra bene e male; punto di debolezza: non c'era spazio per i sogni, per l'affettività, per le emozioni;

- dopo gli anni '70: rottura, crisi del sistema precedente; scomparsa di norme e regole precise, sopravvento delle emozioni rispetto alla ragione.

In tale contesto si è dunque assistito ad una generale crisi della figura paterna, del ruolo del padre quale depositario delle regole e delle norme all'interno della famiglia, e di conseguenza come figura di riferimento "autorevole". Ciò lo aveva anche ipotizzato il filosofo Nietzche, prevedendo "il tempo in cui il padre non ci sarà più". Il nostro tempo, quindi.

Lo psicologo ha poi asserito come nonostante il grande amore per loro, oggi i genitori abbiano abbandonato i propri figli. E quindi, che fare?

Queste alcune delle risposte:

- occorre innanzitutto conoscerli, capire la logica dei loro ragionamenti e comportamenti;

- occorre parlare loro di ciò che è bene e di ciò che è male;

- essere accoglienti e positivi;

- dare molta importanza all'ascolto, vero e profondo;

- essere presenti, esserci, nonostante tutto.

Infine, il Dott. Aceti ha chiuso l'incontro con la bellissima immagine del ritorno del figliol prodigo, recentemente da lui studiata e approfondita attraverso il dipinto di Rembrandt, conservato al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.

Anche il padre del figliol prodigo sapeva che il figlio stava sbagliando, ma lo ha lasciato andare…

Il giovane, vestito di stracci logori, è in ginocchio dinnanzi al padre, di cui ha sperperato le sostanze. L'anziano lo accoglie con un gesto amorevole e quasi protettivo.

Uno dei particolari più importante di questo quadro sono le mani del Padre misericordioso; se le si osservano attentamente - ha fatto notare - non sono uguali, ma sono una maschile ed una femminile. In questa rappresentazione non sono presenti donne poiché il "Padre misericordioso" che è il Dio che accoglie tutti, specialmente i peccatori redenti, non è solo il "nostro" Padre ma è anche la "nostra" Madre. L'altro particolare importantissimo sottolineato da Aceti è che il padre e cieco, come l'amore; anche il figlio viene rappresentato vestito di stracci, ma con una scarpa… perché non viene meno, in nessun caso, la dignità dell'uomo…nonostante i suoi grandi errori.

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