PREVENZIONE: CANCRO AL COLLO DELL'UTERO E PAPILLOMA VIRUS
Negli ultimi mesi se n'è parlato sempre più frequentemente, questo perché la prevenzione è uno degli pochi modi con cui fermare questo virus, ovvero il Papillomavirus Umano, noto anche come HPV. Nel 99% dei casi questo virus killer è il principale responsabile della formazione del carcinoma al collo dell'utero, la seconda forma tumorale più comune in Europa dopo quella alla mammella. Basti pensare che ogni giorno questa patologia causa 5 decessi (1.700 l'anno), per capire quanto diventi importante una campagna di informazione che raggiunga la popolazione femminile, principale vittima di questo male che colpisce soprattutto le donne tra i 15 ed i 44 anni. Finalmente è stato creato un vaccino per contrastarne gli effetti, recentemente approvato dall'AIFA (Azienda Italiana del Farmaco), capace di prevenire il 70% circa delle infezioni da HPV oncogeni, tuttavia si attende ancora che il Ministero della Salute metta a disposizione la famosa vaccinazione gratuita (per le ragazze di 12 anni) annunciata la scorsa primavera ma non ancora messa a disposizione delle giovani. In attesa dell'arrivo di tale vaccino, quindi, procede la campagna di informazione e sensibilizzazione sui media: infatti da una ricerca effettuata dalla Datanalysis (Istituto di Ricerca nell'area Salute), è emerso che su 1000 donne intervistate a gennaio ed ottobre, il 33% di esse sono venute a conoscenza del suddetto problema attraverso la campagna lanciata su giornali e riviste, mentre solo il 13% ne ha ricevuto notizia dal medico di famiglia. Rimane, però, ancora molta informazione da fare: la via sessuale è quella con cui viene maggiormente trasmesso il virus ma anche le bambine in età pre-adolescenziale sono a rischio, ad esempio utilizzando lo stesso asciugamano per il bidet usato da altri componenti della famiglia o scambiandosi costumi da bagno con le coetanee. Risulta importante, dunque, informare correttamente anche gli adulti che abbiano figlie femmine a rischio, nonché evidenziare l'importanza di effettuare periodiche visite ginecologiche e screening, sottoponendosi almeno annualmente ad un test: la percentuale di donne che se ne sottopongono infatti è attualmente ancora troppo basso (8% circa del totale). Lo screening attraverso il pap-test, invece, è stato in grado sin ora di diminuire il tasso dei decessi del 40-50%. Il vaccino stesso è in grado di prevenire circa il 70% delle infezioni da HPV oncogeni, tuttavia la restante percentuale è nelle mani dell'informazione e della prevenzione. A questo proposito, Rosaria Iardino, presidente di NPS - Network Italiano Persone Sieropositive, ha promosso la nascita di Donne in rete, un'associazione che riunisce differenti figure femminili con il comune obiettivo di occuparsi di problematiche prettamente legate al cosiddetto sesso debole. Non solo un'associazione di pazienti o una società scientifica, però, ma un progetto in cui medici, giornaliste, esponenti politici ed altre figure legate al sociale (professioniste in genere di diversi settori) mettono a disposizione la propria esperienza e competenza per la tutela dei pazienti. Il portale www.donneinrete.net, nato nel gennaio 2008, è finalizzato proprio a chiarire le idee circa il Papillomavirus Umano ma l'intenzione è quella di rendere il servizio, con il tempo, un vero punto di riferimento per la salute ed il benessere psicofisico delle donne, toccando anche altre patologie di cui quest'ultime possono essere vittime.