TIBET E FERRARA
Nel Tibet i monaci rivendicano legittimamente diretti e libertà negate, e le autorità cinesi comuniste rispondono con le modalità che tutti conosciamo. A Verona arriva Giuliano Ferrara per presentare il suo movimento Aborto No Grazie, e le forze dell'ordine lasciano impunemente un centro sociale di estrema sinistra insultare i partecipanti fino a sfiorarne il contatto fisico. Eppure l'ateo più devoto d'Italia, altro non aveva fatto che parlare di valori, di vita e di diritti delle donne. Vien quasi da pensare che se avesse parlato di soppressione di vita nascente, di diritto all'eutanasia, all'eugenetica, alla droga libera e all'omosessualità, magari sarebbe stato applaudito persino dagli agit prop di stalinista memoria. Se è vero che, come dice qualcuno, nell'era della globalizzazione delle merci e delle genti l'incontro tra culture diverse è fattore di ricchezza reciproca, perché non imparare dagli amiconi degli occhi a mandorla come risolvere le dispute con i facinorosi allergici all'ordine costituito?
Gianni Toffali